Riso, allarme di Coldiretti Emilia Romagna: «la produzione locale rischia di sparire per le importazioni a dazio zero»

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Crollo 70% ordinativi seme. Tonello: «assordante silenzio delle industrie di trasformazione»

riso varietà tipologieIl riso in Italia e in Emilia Romagna rischia di sparire. Lo sostiene il presidente di Coldiretti Emilia-Romagna, Mauro Tonello, alla luce degli ordinativi del seme di riso per la campagna 2018 che attualmente si sono fermati al 30% rispetto allo scorso anno, rischiando di far sparire i benefici dell’etichettatura d’origine obbligatoria del riso entrata in vigore il 14 febbraio.

Tra le cause di questa situazione «c’è l’intenzione della Commissione Ue di aumentare le importazioni di varietà di riso Basmati a dazio zero da India e Pakistan, i due maggiori esportatori di riso in Italia, a sua volta primo produttore in Europa. Non ha senso – prosegue Tonello – sostenere che il riso Basmati non viene prodotto in Europa e in Italia, perché in realtà noi produciamo varietà di riso profumate, come l’Aroma, che non possono essere chiamati “Basmati” solo perché da noi è vietato usare tale denominazione. L’aumento delle importazioni rischia di mettere in forte crisi tutta la nostra produzione. L’Italia con 1,5 milioni di tonnellate prodotte da 4.000 aziende su 234.000 ettari, produce il 50% del riso europeo, mentre in Emilia-Romagna vengono prodotti 500.000 quintali di riso su 8.000 ettari». 

Secondo Tonello, l’intenzione della Commissione Ue di aumentare l’import a dazio zero è testimoniata dalla consultazione pubblica voluta dalla stessa Commissione che ha visto 147 risposte contrarie (tutte le organizzazioni agricole e cooperative europee) e una sola a favore, quella di Ferm, la federazione europea delle industrie risiere. «Pensare di aumentare le importazioni a dazio zero, mentre il prezzo del riso greggio pagato a nostri agricoltori negli ultimi anni è crollato per tutte le principali varietà di riso (-58 % per l’Arborio; -57 % per il Carnaroli; -41 % per il Roma, -37% per il Vialone Nano) proprio a causa delle importazioni, è dimostrazione della poca considerazione da parte della Commissione Ue verso i risicoltori europei – dichiara Tonello -. La situazione è drammatica al punto che il consiglio che si può dare ad un risicoltore è di abbandonare il settore a meno che non sia inserito all’interno di veri contratti di filiera che la Coldiretti sta promuovendo presso i propri associati. In questo momento di difficoltà è diventato assordante il silenzio delle riserie italiane che non sembrano interessate nemmeno a sostenere le varietà di riso da interno, quelle destinate al risotto, prodotto preferito dai nostri consumatori».