Zaia: «c’è volontà di arrivare firma con Governo». Bonomo: «bene il superamento dei costi storici»
Sull’intesa con il Governo per l’autonomia al Veneto, il governatore Luca Zaia sottolinea che «non c’è la volontà di fare risse, bensì l’obiettivo di arrivare alla firma di una pre-intesa quadro che sia rispettosa delle indicazioni dei Veneti, con tempistiche rapide, tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima».
Il governatore ne ha parlato incontrando la Consulta per l’autonomia, messa al corrente dell’evoluzione del negoziato con Palazzo Chigi: Zaia ha usato una metafora: «quando interrogarono Michelangelo su come avesse fatto la Pietà, lui rispose che aveva tolto tutto il marmo in più. Ecco: noi questo l’abbiamo fatto e siamo nella fase più delicata, quella della lucidatura. Noi – ha sottolineato Zaia – siamo i responsabili del dibattito che ha portato a elaborare sette bozze, e forse ce ne saranno altre due o tre». Zaia ha osservato che il referendum del 22 ottobre scorso, con gli oltre 2.300.000 votanti, «ha pesato nella trattativa, perché parte integrante di un’eventuale pre-intesa quadro».
Il governatore veneto ha confermato che, in questa trattativa, i rapporti con il ministero e il sottosegretario Bressa, «sono sempre stati di assoluta collaborazione, nonostante il periodo politico, visto che si è venuta a creare quella “no fly zone” che auspicavo. Di bozza in bozza – ha proseguito – è sparita la spesa storica e andremo a trattare parlando di fabbisogni standard, è aumentata la compartecipazione ai tributi, da uno solo alla possibilità di discutere di aliquote e di più tributi. Ancora, è comparsa la Commissione paritetica, come per le regioni a Statuto autonomo, per parlare di parametri finanziari, trasferimenti e competenze. Una Commissione la cui base è per me d’ufficio la delegazione trattante, sia pure con qualche innesto che si rendesse necessario, perché chi ha fatto la rivoluzione ha poi il diritto di governare».
«Siamo fiduciosi – ha detto Zaia – e penso che ci siano i presupposti per trovare l’accordo, visto che devo dire che modifiche ne sono state fatte tante. E il significato di un’eventuale firma con un Governo a fine legislatura ha il senso di riconoscere il lavoro fatto con questo Governo, oltre a giungere a un documento con valore giuridico che cristallizza quanto fatto oggi e definisce i criteri della trattativa per quelli che verranno dopo».
Nella pre-intesa, ha ribadito Zaia dinanzi alla commissione, «si parla delle cinque materie in fase di trattativa, dicendo che i tavoli non sono chiusi, ma anche che chiediamo che siano aperti tutti i 23 tavoli entro giugno 2018, per capire cosa portiamo a casa. L’idea dei Veneti guarda a Trento e Bolzano: capiamo che la loro autonomia è costituzionale, ma lo è anche la nostra. Dico quindi che si deve avere fiducia del percorso, perché sentiamo la responsabilità di rappresentare il popolo veneto».
Alla discussione sugli aggiornamenti in corso, hanno partecipato anche le parti sociali per dare un pare sulla preintesa. Tra questi, particolarmente soddisfatto è il presidnet edi Confartigianato Veneto, Agostino Bonomo: «un incontro molto positivo. Siamo soddisfatti oltre le aspettative. Il punto saliente della riunione è la piena e definitiva legittimazione della commissione, trasformata da trattante a paritaria, che eleva la trattativa per l’autonomia differenziata del Veneto ad istituzionale (come già avviene per le regioni a statuto speciale) e, quindi, vincolante». Per Bonomo è importantissimo anche un altro principio: «il superamento dei costi storici. Sino ad oggi, fatto che come Confartigianato denunciamo da quasi 20 anni, le amministrazioni più attente e parsimoniose (come quelle venete) venivano penalizzate due volte: percepivano meno denaro e ne ricevevano sempre di meno a causa di un sistema che tiene conto, per i trasferimenti, della media della spesa passata. Il passaggio ai costi standard è invece una rivoluzione che darà finalmente il giusto riconoscimento a chi fa le cose per bene. Infine una buona notizia arriva anche dal fronte della compartecipazione ad una serie di tributi. Sembra ci sia l’apertura del Governo ad aggiungere all’Iva (che già in parte rientra), una quota di Ires e Irpef».