Emilia Romagna: riqualificando il 10% del patrimonio immobiliare esistente si svilupperebbe un indotto da 4 miliardi di euro

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31.000 posti di lavoro e risparmi energetici per 88 milioni di euro l’anno sono le ricadute possibili di un’innovazione di sistema che coinvolge tutti gli operatori della filiera della riqualificazione edilizia, rilanciando il settore in pesante crisi

riqualificazione energetica edifici 2Riqualificando il 10% degli edifici costruiti in Emilia Romagna prima del 1980 (124 milioni di metri quadri in totale) si potrebbe creare un indotto da 3,9 miliardi di euro, occupando circa 31.000 persone e ottenendo risparmi energetici per circa 88,3 milioni di euro all’anno.

Raggiungere questi obiettivi non è affatto scontato, se si tengono in considerazione le molte barriere che sino ad ora hanno impedito al mercato della riqualificazione di crescere: un patrimonio abitativo fortemente frammentato, competenze tecniche poco integrate e quasi mai indirizzate agli obiettivi di finanziabilità dei progetti di riqualificazione, una scarsa propensione all’investimento e la percezione di rischio da parte dei soggetti finanziatori.

Per supportare la ripresa del mercato e allargare la scala e la portata della riqualificazione del patrimonio costruito è fondamentale rivedere le modalità con cui i progetti di riqualificazione vengono elaborati, valutati e finanziati.   

“Build Lab”, Laboratorio di innovazione e finanza per l’edilizia sostenibile dell’Emilia-Romagna, coordinato da Aster, la società regionale per l’innovazione e la ricerca industriale, e Nomisma, ha provato a rispondere a questo bisogno di riorganizzazione del mercato elaborando un set di linee guida per imprese, progettisti, banche e istituzioni coinvolte nel processo di riqualificazione edilizia. 

I risultati delle attività di “Build Lab” sono stati presentati al Mast di Bologna, durante il convegno “Financing Platforms in Actions -the tools and practices to increase financing for energy efficiency”. 

«“Build Lab” rappresenta il luogo dove promuovere il dialogo tra tutti gli attori chiave della filiera della riqualificazione energetica in edilizia ed elaborare soluzioni di sistema con un approccio innovativo al superamento delle barriere non tecnologiche del mercato. – spiega Teresa Bagnoli, responsabile sviluppo strategico edilizia e costruzioni di Aster –. In particolare vogliamo promuovere modelli di intervento replicabili, che si possano avvalere di processi industrializzati sia nelle fasi di progettazione che di realizzazione dell’intervento e per questo risultino più facilmente valutabili e bancabili». 

Le attività, realizzate nell’ambito del progetto europeo “Buildinterest” (Horizon 2020), hanno coinvolto trasversalmente il mondo delle costruzioni, della finanza e delle policy regionali. Obiettivo del progetto, lanciato lo scorso anno, è favorire la finanziabilità di progetti di riqualificazione profonda degli edifici. In “Build Lab” sono stati coinvolti, sotto il coordinamento di Nomisma, tutti gli operatori della filiera delle riqualificazioni edilizie (banche, costruttori, istituzioni, associazioni di categoria, ecc.) e attraverso l’analisi di tre casi pilota promossi da Acer Ferrara, Legacoop Emilia-Romagna e Asppi Bologna.

Le proposte elaborate identificano regole di trasparenza, affidabilità ed efficienza per ciascun soggetto coinvolto nel processo di riqualificazione.  In primis, la riduzione dei tempi e dei costi delle progettazioni risulta fondamentale per accelerare una vera e propria industrializzazione del mercato: i tempi di presentazione del progetto non dovrebbero quindi superare i 15 giorni, mentre progettista e impresa dovrebbero invece definire chiaramente costi e tempi per la realizzazione del progetto e l’impresa incaricata dell’esecuzione dei lavori dovrebbe infine sottoscrivere un contratto con garanzia di risultato in termini di miglioramento delle “prestazioni energetiche” dell’edificio. D’altra parte i finanziatori dovrebbero accorciare i tempi per l’erogazione dei finanziamenti, deliberando entro 30 giorni dal ricevimento del progetto e anticipando oneri e condizioni di finanziamento.

Per supportare l’elaborazione di progetti facilmente bancabili, “Build Lab” identifica inoltre criteri standard di ammissibilità dei progetti come, ad esempio, il raggiungimento di almeno un 35% di risparmio energetico, un investimento pari ad almeno 150 euro/mq  per evitare che l’investimento si trasformi in sussidio ad interventi minoritari e un tempo di rientro dell’investimento di al massimo 12 anni: senza il raggiungimento di queste condizioni di base, molto difficilmente un istituto finanziario prenderà in considerazione il progetto per un finanziamento. 

«“Build Lab” – sostiene Marco Marcatili, economista e responsabile sviluppo di Nomisma – non è solo l’esito di un progetto europeo, ma anche l’unica chance per raggiungere il potenziale mercato della riqualificazione del patrimonio residenziale condominiale ancora inattuato in Italia». Dal 1998 ad oggi si sono registrati quasi 14 milioni di interventi di riqualificazione, ma la politica degli incentivi fiscali, pur avendo sostenuto delle spese familiari non più procrastinabili (infissi, caldaie, etc.), non ha favorito quell’auspicata trasformazione strutturale dell’ambiente costruito. Le copiose discussioni sull’efficientamento energetico non hanno rappresentato soluzioni efficaci alle nuove esigenze del mercato e alle sfide dell’agenda politica. «In questo senso – continua Marcatili – “Build Lab” è una piattaforma operativa pubblico-privata che, sulla base di criteri di finanziabilità individuati ex ante, intende offrire agli attori di mercato (famiglie, imprese, banche) una “strada sicura” alla realizzazione degli interventi e al conseguimento dei risultati».

La Regione Emilia Romagna è in questo contesto il soggetto che può fissare le regole per accelerare lo sviluppo e la replicazione di progetti orientati ad una riqualificazione profonda, efficace ed economicamente sostenibile. La finanza pubblica avrebbe quindi la funzione di leva per l’attivazione di investimenti più consistenti da parte dei privati e di garanzia necessaria alla riduzione del rischio di investimento e allo sblocco di interventi che presentano maggiore complessità operativa (vincoli storico-artistici, vulnerabilità sismica e stato di profondo degrado) o una più alta rischiosità (incapienza, morosità).

«Parlare di riqualificazione significa mettere al centro le politiche di sostenibilità energetica, la salute e sicurezza dei cittadini, la coesione sociale, la qualità urbana, l’utilizzo del suolo, il contrasto alle nuove forme di povertà emergenti – spiega Palma Costi, assessore attività produttive, piano energetico, economia verde della Regione Emilia Romagna -. Per questo la filiera della riqualificazione è al centro di molte azioni che vengono progettate e realizzate proprio perché rappresenta nella nostra visione una leva per lo sviluppo dell’economia, per la creazione di nuovi posti di lavoro, per il raggiungimento degli obiettivi del nuovo Piano Energetico Regionale, nonché un vero e proprio terreno fertile per la sperimentazione di nuovi modelli. Il dibattito che si sta costruendo dentro a “Build Lab” può fornire idee e proposte progettuali per la costituzione di nuovi strumenti finanziari per l’innovazione dell’intero sistema».