Italia produttore leader mondo per gli spumanti grazie al traino del Prosecco

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Secondo l’osservatorio Ovse, cresce consumo interno, stappati 180 milioni di bottiglie 

spumante stappatura bottiglia tappo gabbiettaMomento d’oro per le aziende spumantistiche italiane: la produzione italiana cresce ancora grazie al “Sistema Prosecco” e sfiora globalmente il tetto di 660 milioni di bottiglie; un record che pone l’Italia al primo posto nel mondo come paese produttore, scalzando la Germania che per 20 anni ha detenuto il primato.

Secondo lo studio dell’Ovse, l’Osservatorio Economico Vini Effervescenti Spumanti Italiani fondato e diretto da Giampietro Comolli, «in Italia nel 2017 cresce ancora il consumo interno rispetto al 2016; dato in controtendenza fra i paesi europei produttori di bollicine con consumi in calo. Nel 2017 si sfiorano i 180 milioni di bottiglie “Made in Italy” stappate da Nord a Sud, cui aggiungere 6 milioni di bottiglie di importazione, con un quasi monopolio stabile dello Champagne, ma con meno marchi noti, e con più piccole maison. Il valore al consumo del comparto nazionale è di 1,32 miliardi di euro, cui aggiungere 200 milioni euro dall’importazione, per un giro d’affari totale di 1,5 miliardi di euro».

Su 180 milioni bottiglie bevute in Italia, precisa ancora Comolli, «il metodo classico italiano (Franciacorta, Trentodoc, Alta Langa, Alto Adige, Oltrepò, Lambrusco e tutti quelli regionali) supera i 24,8 milioni di bottiglie, mentre delle 156 milioni di bottiglie di metodo italiano 132 milioni di bottiglie sono “griffate” Prosecco, oltre 8 milioni Asti, e altri spumanti. Il 2017 segna dunque crescita di volumi e valori – sintetizza Comolli – rispetto al 2016, pari al +1,4% e +0,5%. Il sistema Prosecco rappresenta oltre il 70% dei consumi nazionali. Bene anche il metodo tradizionale italiano, performance interessanti nelle piccole realtà regionali». 

Tra le referenze, secondo l’analisi dell’Osservatorio economico Ovse-Ceves, «grande recupero dei leader nazionali come Ferrari, Berlucchi, Bellavista per il metodo tradizionale, ma bene anche Carpenè, Val D’Oca, Mionetto, Villa Sandi, Astoria, Ruggeri per il Prosecco. In proporzione, ancora meglio i dati definitivi provenienti da nuove etichette e nuove cantine, soprattutto al Sud Italia, tuttavia ancora molto legate a un consumo provinciale e regionale, presenti quasi esclusivamente nella migliore Horeca (hotel, ristoranti, catering) locale». 

Nei canali distributivi, conclude Comolli, «la grande distribuzione rappresenta sempre più il canale preponderane con circa il 51% degli atti di acquisto e il 58% dei volumi. L’acquisto diretto delle bollicine nel 2017 è quasi stabile, intorno al 20% compreso cantine e dettaglio gastronomico. In crescita l’acquisto in Horeca, oggi pari al 21%».

Il successo degli spumanti italiani traina anche il fenomeno dei plagi e delle imitazioni più o meno riuscite: secondo Coldiretti, «le imitazioni crescono in tutti i continenti a partire dall’Europa dove sono in vendita bottiglie di Kressecco e di Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco che viene venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi».