Traffico al Brennero: vertice internazionale a Monaco tra Italia, Austria e Germania

0
714
brenner meeting
A maggio nuovo incontro. Delrio: «pien impego da parte di tutti a completare il corridoio del Brennero». Kompatscher: «portiamo avanti il potenziamento del trasporto merci su ferrovia». Uggè: «attenzione a non deprimere la competitività del sistema Italia»

brenner meetingSi è svolto a Monaco di Baviera il vertice europeo sul traffico lungo l’asse del Brennero. Con quasi 47 milioni di tonnellate di merce sugli oltre 160 milioni che varcano ogni anno i confini terrestri nazionali, il corridoio multimodale (strada + ferrovia) del Brennero già oggi rappresenta di gran lunga il più trafficato corridoio transalpino e, dunque, il principale elemento di connessione tra l’Italia e l’Europa. E a gennaio 2018 il traffico è ulteriormente cresciuto del 22% con 36.100 passaggi di mezzi pesanti.

Organizzato dal coordinatore del corridoio scandinavo-mediterraneo della UE, Pat Cox, l’incontro ha visto la partecipazione dei ministri dei trasporti di Italia, Austria e Germania, nonché dei governatori locali dei territori interessati: Baviera, Tirolo, Alto Adige e Trentino. 

«Si è instaurato un metodo di lavoro comune, si conferma che il corridoio verrà completato e verranno condivise le politiche per la sostenibilità –ha detto il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio -. Credo che sia un’ottima giornata perché si instaura un metodo di lavoro congiunto in cui le decisioni vengono prese insieme. Un metodo di lavoro che dobbiamo proseguire, anche con i prossimi appuntamenti di maggio e i futuri appuntamenti che ci siamo dati, un metodo di lavoro che ha dato origine a gruppi di lavoro specifici molto importanti sulla promozione del trasporto ferroviario e sull’analisi dei costi benefici e su come scoraggiare – insieme ai gruppi di Zurigo, che già stanno lavorando su questo – l’utilizzo della gomma rispetto al ferro». Per Delrio, «c’è una direzione comune. Tutti i nostri Paesi hanno intenzione e hanno già messo in campo misure per promuovere il trasporto merci su ferro, con incentivi: noi abbiamo un’iniziativa congiunta con le provincie di Trento e Bolzano; come Paese abbiamo messo incentivi per tutti gli operatori che trasportano merci su ferro e abbiamo investito miliardi di euro in questo periodo per potenziare le strutture logistiche del corridoio, che è una grande opportunità e una grande occasione di sviluppo, non solo per i nostri Paesi ma per l’Europa intera». 

Quanto al completamento del corridoio del Brennero, Delrio ha detto che questo «è un corridoio che verrà completato, con il pieno impegno di tutti gli attori. L’orizzonte è il 2027 ma non si attende quel momento per poter finalmente celebrare uno spostamento modale completo delle merci, ma si lavora da subito e si mettono in campo insieme azioni comuni per cominciare a rafforzare sempre di più questo spostamento modale e anche ci s’impegna a promuovere e approvare definitivamente il piano di azione per il Brennero, che comprende molte e importanti misure e che darà, credo, una grande risposta, una risposta vera e seria a tutte le popolazioni che vivono lungo il corridoio e che, ripeto, avranno da questo corridoio grandi opportunità di sviluppo che vogliamo sia uno sviluppo sostenibile, fatto di qualità di vita e non, come purtroppo ancora oggi è, uno sviluppo che inquieta le popolazioni locali che, giustamente, hanno sollevato e chiedono un impegno più deciso». 

La provincia di Bolzano, rappresentata dal presidente Arno Kompatscher, ha avanzato le sue proposte per giungere ad una soluzione di lungo periodo in grado di sgravare il valico alpino dal traffico di transito, e al termine del vertice è emersa la volontà comune di ricercare soluzioni di respiro europeo per risolvere la questione, e in maniera particolare per incentivare il passaggio del traffico da gomma a rotaia. brenner meeting monaco 2018

Durante il “Brenner Meeting” di Monaco, è stato deciso di dare vita ad un gruppo di lavoro che valuterà nel dettaglio tutti gli aspetti legali, infrastrutturali ed economici, e che a maggio si ritroverà a Innsbruck per fare un nuovo punto della situazione. L’obiettivo è quello di partire entro la fine dell’anno con le prime misure concrete del pacchetto di interventi. Il punto di partenza della posizione altoatesina è rappresentato dal documento comune varato poche settimane fa dall’Euregio che sottolinea come, con oltre 11 milioni di transiti, di cui 2,2 milioni di Tir, il Brennero sia ormai giunto al limite delle proprie capacità infrastrutturali. 

Per quanto riguarda le infrastrutture, Kompatscher ribadisce che «il tunnel di base del Brennero e le relative tratte d’accesso rappresentano la soluzione di lungo periodo in grado di invertire il rapporto tra gomma e rotaia», ma che nel breve periodo rimane «necessario e irrinunciabile intervenire in maniera incisiva per limitare sia il traffico di transito che il traffico deviato, ovvero quello attirato lungo il Brennero da tariffe e fattori di costo che rendono questo valico più conveniente rispetto agli altri dell’arco alpino». 

Con un mix coordinato di provvedimenti si punta a invertire la rotta in tema di “Modal Split”, ovvero di rapporto fra transiti su gomma e su rotaia, che attualmente è di 71 a 29. «Come Euregio – conclude il presidente altoatesino – ci siamo posti l’obiettivo di arrivare ad un equilibrio entro il 2027, per poi compiere il salto di qualità con l’entrata in funzione del tunnel di base del Brennero e fare in modo che nel 2035 il “Modal Split” sia di 70 a 30 a favore del ferro». Oltre al pedaggio di corridoio, l’obiettivo è di giungere ad un sistema di monitoraggio in grado di fissare un tetto superato il quale limitare i transiti. Un tema, quest’ultimo, ancora non condiviso da tutte le parti in causa, a partire dalla Baviera. Obiettivo del gruppo di lavoro è proprio quello di smussare gli angoli e trovare soluzioni condivise per questioni potenzialmente problematiche fra i diversi territori presenti lungo l’asse del Brennero.

Per i Verdi altoatesini «il bilancio del vertice bavarese è stato a dir poco mediocre. Anche il presidente Kompatscher questa volta non è riuscito ad annunciare un successo. La sensazione insipida deriva dal fatto che ascoltiamo per l’ennesima volta la solita vecchia litania. Sicuramente ci risulta difficile credere alle promesse – affermano i Verdi -. Anche perché i dati sul trasporto tramite l’autostrada ferroviaria (“RoLa”) sono in evidente regresso: tra il 2007 e il 2016 i treni che trasportano camion non solo non sono cresciuti, ma sono drammaticamente diminuiti. L’andamento è impressionante: negli ultimi 10 anni il numero di treni è calato da 3.157 a 1.121. In questo arco di tempo è stato trasportato sulla “RoLa” al massimo il 2,6% dei camion passati attraverso il Brennero. Si tratta di una chance sprecata». 

Da fronte delle organizzazioni dell’autotrasporto il bilancio del “Brenner Meeting” è all’insegna del scetticismo. Per Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto di Confcommercio, «mi pare che a Monaco la montagna abbia partorito il classico topolino. La politica si dimentica che l’Italia è l’unico paese “cinturato” dalle Alpi, che per esportare è necessario attraversarle. Mettere limiti ad ogni sorta di libero scambio tra le economie europee è una politica di corto respiro e che non facilita sicuramente la ripresa economica del sistema Paese, anzi contribuisce a fiaccarla». Uggè contesta anche il dato relativo alla crescita dei traffici al Brennero: «più che confrontare il dato attuale con quello dei mesi scorsi, bisognerebbe prendere a riferimento quelli precedenti alla crisi economica. Se si considerassero i flussi di traffico di 5-6 anni fa, si potrebbe vedere come la crescita non ci sia, ma che si sia in presenza di un ritorno ad un livello di normalità». Quanto all’attuazione di eventuali divieti o limitazione alla circolazione, Uggè è netto: «si tratterebbe di una palese violazione al diritto comunitario che assicura la piena e totale libertà di circolazione delle merci e delle persone all’interno del territorio comunitario e come tale siamo pronti, così come già fatto in passato nei confronti dei divieti imposti dall’Austria, a fare ricorso alla Corte di giustizia europea per farli rimuovere».