Il comparto rimane in deficit strutturale per quanto riguarda gli autoveicoli, mentre è in attivo per la componentistica. Germania primo partner commerciale del settore
Anfia, l’associazione di filiera automotive italiana, ha valutato i risultati del comparto nei primi tre trimestri del 2017 traendone alcuni dati interessanti della manifattura italiana.
Il commercio del settore degli autoveicoli mostra un saldo negativo di 6,7 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2017, dovuto soprattutto al saldo negativo rispetto ai paesi UE di 10,2 miliardi di euro. In particolare è il commercio verso la Germania che incide su questo risultato per il 75% del suo valore, con un deficit per l’Italia di 5,1 miliardi di euro; i costruttori tedeschi, infatti, dominano il mercato italiano degli autoveicoli per le case estere. Rispetto ai paesi extra UE il saldo è invece positivo di 3,5 miliardi di euro.
L’export degli autoveicoli nei primi 9 mesi del 2017 vale 17,6 miliardi di euro, in crescita del 13,1% rispetto allo stesso periodo del 2016, mentre l’import ammonta, nello stesso periodo, a 24,3 miliardi di euro, con una crescita tendenziale del 10,5%. Il primo paese di destinazione dell’export italiano di autoveicoli è rappresentato dagli Stati Uniti d’America, che rappresentano il 18% del totale e generano un saldo positivo di 3,1 miliardi di euro, seguiti da Germania (12,5% del totale) e Francia (12% del totale). I paesi dell’area UE rappresentano il 54% dell’export italiano di autoveicoli.
L’import dei autoveicoli nei primi 9 mesi del 2017 ammonta a 24,3 miliardi di euro, l’81% dei quali ha origine nei paesi dell’area UE. La Germania rappresenta il primo paese di origine delle importazioni italiane di autoveicoli, con il 30% di quota sul totale, seguita da Spagna (12% sul totale) e Francia (11% sul totale). Al quarto posto, e primo tra i paesi extra UE, troviamo la Turchia, che rappresenta il 9% del valore delle importazioni in Italia.
Nei primi 9 mesi del 2017, il valore delle esportazioni del settore dei componenti per autoveicoli cresce del 5,2% rispetto allo stesso periodo del 2016 ed ammonta a 15,9 miliardi di euro, mentre l’import, nello stesso periodo, ammonta a 11,7 miliardi di euro, in aumento tendenziale del 7,8%. Il bilancio del settore genera, così, un saldo commerciale positivo di circa 4,2 miliardi di euro, in calo dell’1,7% rispetto al saldo dei primi 9 mesi del 2016. Il calo del saldo è il risultato della crescita tendenziale nel primo trimestre del 3,7% e nel terzo trimestre del 2,5% mentre nel secondo trimestre si osserva un calo del saldo del 9,4%.
L’export verso i paesi UE28 vale 11,1 miliardi di euro (+4,7%) e pesa per il 70% di tutto l’export componenti (come nei primi 9 mesi del 2016). Determina un avanzo commerciale di 2,5 mld di euro (-8,5% su gennaio/settembre 2016). L’export verso i Paesi UE28 è ripartito per 8,7 mld (+4,6%) con destinazione UE15 e uno share del 54,8% sul totale esportato (saldo positivo di 2,6 mld di euro, -8,9%); 2,4 mld (+5,1%) con destinazione UE13 e uno share del 15,3%; il saldo è negativo per 65,8 milioni di euro, ridotto di 17,5 milioni di euro rispetto al saldo negativo dello stesso periodo del 2016. L’export verso i paesi extra UE è di 4,8 mld di euro (+6,2%), pesa per il 30% di tutto l’export componenti (come nel 2016) e produce un saldo positivo di 1,7 mld di euro (+10,6%).
Le aziende italiane esportano verso l’area Nafta componenti per un valore di 1,2 miliardi di euro, in aumento del 4,4%, con un saldo attivo di 590 mln (era di 475 mln nel 2016). Il valore dell’export cala del 14,4% verso USA, ma cresce del 2,5% verso Canada e dell’80,5% verso il Messico. L’Italia esporta verso l’area Mercosur componenti per 522 mln di euro, in aumento del 16,3%. Il saldo è positivo per circa 432 mln di euro (era di 359 mln nel 2016). Tra i paesi europei, al di fuori dell’UE, aumentano le esportazioni verso Turchia (+3,7%, con un saldo positivo di 426 milioni di euro) e Russia (+13,1% e un saldo attivo di 118 milioni di euro). In calo invece l’export verso la Serbia (-10,3%).
Il valore dell’export verso il Giappone cala del 19,1% con 228 mln di euro ma con un saldo positivo di 28 mln. L’export verso la Cina raggiunge quota 323 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai primi 9 mesi 2017 (+30,2%), ma il saldo rimane negativo, di 557 milioni di euro e rimane il quarto paese di origine delle importazioni verso l’Italia. Il commercio verso l’area ASEAN (Malesia, Indonesia, Vietnam, Cambogia, Singapore, Tailandia, Filippine, Bruma, Brunei, Laos) produce un saldo negativo di 59 mln di euro, nonostante una crescita dell’export del 14,3%. I costruttori giapponesi dominano il mercato auto nell’area ASEAN, che non è di facile penetrazione per le aziende europee e italiane.
La classifica dell’export per i primi 10 paesi di destinazione vede al 1° posto la Germania per circa 3 mld di euro (+3,4% la variazione tendenziale) e una quota del 19% sul totale export; seguono Francia (+3,8%, share 11%), Spagna (+1,5%, share 8%), Regno Unito (+5,8%, share 6,9%), Polonia (export invariato, share 6,4%), Turchia (+3,7%, share 5,7%), USA (-14%, share 4,7%), Brasile (+12,1%, share 2,8%), Repubblica Ceca (+13,7%, share 2,5%), Austria (+12,9%, share 2,5%).
La suddivisione dei componenti in macro-classi, vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare il 65,9% del valore dell’export con 10,5 mld di euro (+5,7%) e un saldo attivo di circa 3,9 mld (in linea con il 2016). Segue il comparto dei motori per un valore di 3 mld di euro (+3,9%), che pesa per il 19,1% sul totale esportato della componentistica con un saldo attivo di 776 mln di euro.
Il comparto pneumatici e articoli in gomma per autoveicoli presenta un valore di export pari a 954 mln circa di euro (+4,8% sul 2016) con un saldo negativo di 352 milioni di euro. Le esportazioni del comparto degli apparecchi riproduttori del suono registrano un decremento del 19,8%. L’export dei componenti elettrici ed affini registra un incremento del 5%, con un saldo negativo di 21 milioni di euro. Tra i principali componenti, hanno un saldo positivo significativo le seguenti voci: parti ed accessori destinati al montaggio (1,62 mld di euro), freni (790 mln di euro), motori (776 mln), ponti con differenziale (563 mln di euro), parti ed accessori di carrozzerie (355 mln di euro), pompe (295 mln).
L’import vale 11,7 miliardi di euro (+7,8% sui primi 9 mesi 2016). L’UE28 pesa per il 74% sul valore totale delle importazioni di componenti con 8,7 mld di euro (+9,3% tendenziale), così ripartiti:
• 6,16 mld (+11,5%) di provenienza UE15 con uno share del 52,5% sul totale importato • 2,5 mld (+4,2%) di provenienza UE13 con uno share del 21,3%.
In termini percentuali, gli incrementi maggiori degli acquisti con origine UE, si registrano da Austria (+64,5%), Finlandia (+20,1%) e Germania (+14,5%). Il valore delle importazioni dai Paesi Extra-UE ammonta a 3,1 miliardi di euro (+3,9%). Nell’ordine i primi cinque paesi d’importazione extra-UE sono: Cina, Stati Uniti, Turchia, Giappone e India.
La classifica dell’import per paesi di origine vede al primo posto Germania, 3,04 mld di euro (+14,5%) e una quota del 25,9% sul totale, seguono Francia (+9,1% e 10,3% di quota), Polonia (-0,8% e 9,5% di quota), che complessivamente rappresentano il 46% delle importazioni totali. Seguono Cina (+10,2% e 7,5% di quota), Spagna (+6,9% e 5,4% di quota), Repubblica Ceca (+4,2% e 4,5% di quota), USA (+9% e 4% di quota), Turchia (+2,8% e 4% di quota), Romania (+12,5% e 2,5% di quota) e Ungheria (+2,7% e 2,4% di quota).
Crescono le importazioni di motori (+10,3%), componenti elettrici (+8,8%) e parti meccaniche (+9,4%), mentre risultano in calo le importazioni di apparecchi riproduttori del suono (-10,9%) e pneumatici, camere d’aria e pezzi di gomma (-2,1%). Il comparto dei motori pesa per il 19,2% del valore complessivo import; quello degli pneumatici per l’11,1%, quello dei componenti elettrici per il 12,3% e le parti meccaniche pesano per il 56,2% sul totale importazioni componenti. Per i singoli prodotti merceologici si registrano aumenti significativi del valore dell’import di cinture di sicurezza (+66,7%), ponti con differenziale (+44,9%), parti ed accessori di carrozzerie (+23,4%), radiatori (+18,3%), apparecchi di accensione (+17,3%), pompe (+17,1%), filtri d’aria (+15,3%).