Ancora irrisolta controversia su frontiera marittima che vede vittime inconsapevoli di sconfinamento i pescatori
La disputa tra Croazia e Slovenia sul confine marittimo nel nord Adriatico si è trasformata in una “guerra di multe” per sconfinamento emesse ai pescatori di entrambi i Paesi. Dopo che alcuni giorni fa le autorità slovene hanno inviato per posta le prime multe di 500 euro per sconfinamento a 14 pescatori croati in quelle che Lubiana considera le proprie acque territoriali, a seguito del verdetto dell’arbitrato internazionale dello scorso giugno, Zagabria ha annunciato che risponderà allo stesso modo.
Il premier croato Andrej Plenkovic ha spiegato che il suo governo si era promesso di evitare incidenti nella contesa Baia di Pirano, parte del Golfo di Trieste, ma dato che la parte slovena ha deciso di alimentare le tensioni, Zagabria non ha altra scelta che reagire proporzionatamente, inviando le prime undici multe in Slovenia. La Slovenia, che si è vista assegnare dall’arbitrato quasi i 3/4 della contesa baia, insiste da mesi sulla piena applicazione della sentenza, seppur non abbia ottenuto quello che sperava, ovvero un contatto diretto con le acque internazionali nel nord Adriatico, ma unicamente un regime di libero e indisturbato accesso delle navi dirette a Capodistria.
La Croazia invece può ritenersi abbastanza soddisfatta dall’esito dell’arbitrato, che però non riconosce a causa di una serie di pressioni illegittime di Lubiana sui giudici, emerse tre anni fa. Zagabria ha, a più riprese, offerto negoziati bilaterali, lasciando intendere che il punto di partenza dei colloqui potrebbe essere proprio la linea di confine stabilita dall’arbitrato. Dall’altra parte Lubiana ha accusato la Croazia di violare il diritto internazionale ed europeo, minacciando ricorsi alla Corte dell’Ue. I premier dei due Paesi si sono incontrati varie volte, ma finora non si è raggiunto alcun accordo.
Per la Slovenia le multe ai pescatori croati che si inoltrano nelle acque della Baia di Pirano sono un modo per affermare la propria sovranità nella parte del mare conteso, mentre la Croazia vuole ribadire che il confine provvisorio resta la linea che divide a metà la piccola baia. Il ministero degli Esteri croato si richiama in una nota di protesta alla norma secondo cui «il diritto internazionale non prevede l’applicazione unilaterale dei verdetti di arbitrati». Lubiana ha definito tale posizione «assurda». I pescatori croati hanno ricevuto garanzie dal governo, che ha annunciato che a nome loro presenterà ricorsi, invitandoli a non pagare le multe, ma di spedirle alla polizia locale.