Biancofiore sbertuccia Boschi, mentre cresce il malumore nella base PD e SVP

0
859
vignetta via boschi da bolzano
Sarà interessante vedere la sfida tra i due falchi in gonnella della politica italiana nel collegio di Bolzano, che alla fine potrebbe non essere così blindato e garantito al centro sinistra autonomista

vignetta via boschi da bolzanoSono passati solo alcuni giorni dalla discesa in campo della paracadutata Maria Elena Boschi nel collegio elettorale di Bolzano Bassa Atesina, accolta in pompa magna dai vertici dei partiti che la supportano, ma senza quella presenza “calda” della base che sarebbe stato lecito attendersi dall’arrivo in città di una simile star della politica nazionale.

Mentre i malumori nella base del Pd e della SVP crescono ogni giorno di più, tocca alla coordinatrice regionale di Forza Italia, Michaela Biancofiore, mettere i puntini sulle “i” dopo l’arrivo della sfidante nel suo territorio di caccia elettorale. «Voglio vincere nella mia terra, con la quale ho un legame fortissimo e che anche Berlusconi conosce bene, di certo meglio della Boschi. Io difenderò sempre l’autonomia, quella vera e non quella autoreferenziale del PD e della SVP – afferma Biancofiore -. “Ich bin eine Suedtirolerin” autentica e Forza Italia presenta un programma politico di svolta anche per mondo di lingua tedesca, grazie alla “flat tax” e alle pensioni più dignitose». 

Biancofiore si dice «profondamente delusa di Renzi e della Boschi: la prima Leopolda e i rottamatori sono ormai un ricordo lontano. Renzi si candida per il Senato che voleva abolire e Boschi si ripresenta nonostante la sonora sconfitta al referendum costituzionale e si candida in un territorio autonomista, proprio quell’autonomia speciale che lei ha più volte ribadito di voler cancellare: basta riascoltare il video della Leopolda del 2014, ma pare che qualche “manina” l’abbia premurosamente cancellato. Rimane la carta, come il libro “Stil Nuovo”, dove il suo mentore Matteo Renzi scrive nero su bianco che le autonomie speciali vanno abolite».

La passionaria azzurra mette in chiaro una cosa: «non sono io a sfidare Maria Elena Boschi. E’ lei che viene a casa mia, catapultata qui, che malinconia, sola soletta, in un contesto che non conosce. Che non può capire. Come donna mi dispiace». 

Ad attaccare la povera “Meb” ci si mette anche uno dei leader di punta del M5S, Alessandro Di Battista, che nel corso di un programma radiofonico nazionale ha detto «che credibilità possono avere persone che hanno detto che avrebbero lasciato la politica se avessero perdere il referendum e poi, oggi, candidano la Boschi ovunque, tranne alla Cayman, dove probabilmente prenderebbe qualche voto in più da qualche banchiere?»

Intanto, si stanno approfondendo le analisi sull’elettorato del collegio dove voleranno i pizzi rosso rosato e azzurri tra le due candidate. Negli ultimi anni l’astensionismo è andato in crescendo, con l’entrata sulla scena politica di soggetti nuovi, ad iniziare da M5S. A questa tornata elettorale partecipano nuove formazioni politiche, da quella di Liberi e Uniti di Pietro Grasso (che eroderà consenti in primis al PD della Boschi), che in Alto Adige gode anche dell’appoggio dei Verdi locali, oltre a Potere al Popolo, che bazzica sempre nell’alveo della sinistra, questa volta estrema. Se tanti elettori del bacino elettorale del centro sinistra dovessero scegliere la via dell’astensionismo o del voto alla sinistra del PD oppure verso il M5S, la blindatura del collegio che dovrebbe proiettare la “Meb” nuovamente alla Camera dei Deputati potrebbe avere più di un sinistro scricchiolio, a favore del risultato dell’azzurra Biancofiore. Il che costituirebbe per la nomenklatura locale di PD e SVP uno scorno colossale.