Lettera al ministero dell’Ambiente. Secondo i tecnici di Innovhub 100 gr di PM una stufa casalinga a pellet li produce funzionando 32 ore, una a gas dopo 46.000 ore, e un’autovettura euro 5 dopo 20.000 km percorsi
Puntare su GPL e gas naturale per il settore del riscaldamento domestico e della mobilità, dal momento che, grazie alle loro proprietà ecologiche, possono costituire un valido aiuto al nostro Paese per rispettare gli impegni assunti a livello comunitario in materia di qualità dell’aria. È questo l’auspicio di Francesco Franchi, presidente di Assogasliquidi-Federchimica (l’Associazione di Confindustria che rappresenta le imprese italiane del comparto distribuzione gas liquefatti GPL e GNL per uso combustione e autotrazione) rivolto al ministero dell’Ambiente.
Secondo Assogasliquidi GPL e gas naturale sono fonti energetiche virtuose visto che la loro combustione è caratterizzata dalla quasi totale assenza di emissioni di polveri sottili e di altre sostanze dannose per la qualità dell’aria e la salute umana. Assogasliquidi sottolinea la necessità di ridurre le emissioni di polveri sottili e altri inquinamenti provenienti dalle caldaie e stufe alimentate a biomassa legnosa, puntando invece ad un maggior impiego di quelle a gas.
Lo studio condotto da Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria (Camera di commercio di Milano) ha messo a confronto le emissioni di tutti i combustibili impiegati per il riscaldamento domestico – gpl, gas naturale, gasolio, pellet e legna – evidenziando le elevate emissioni di particolato (PM) e di benzoapirene, particolarmente dannosi per la salute umana, fatte registrare dagli apparecchi a pellet e legna. Lo studio ha anche analizzato gli effetti dell’invecchiamento sugli apparecchi a pellet, dopo un anno e due anni di funzionamento, mostrando come anche le stufe di categoria elevata, senza un intervento di manutenzione, peggiorino le loro prestazioni e producano elevate emissioni di monossido di carbonio e di benzoapirene. Secondo i tecnici di Innovhub, 100 gr di PM una stufa a pellet li produce funzionando per solo 32 ore, una a gas dopo 46.000 ore, e un’autovettura euro 5 dopo 20.000 km percorsi.
Pertanto, scrive Franchi, si ritiene necessario che il Ministero riveda le politiche incentivanti poste a vantaggio degli impianti di riscaldamento alimentati a biomassa e introduca la necessità di interventi di manutenzione, perlomeno annuale. Le agevolazioni fiscali, recentemente confermate dalla legge di Bilancio 2018, devono quindi esser riservate solo a quelli di classe emissiva pari a 5. Allo stesso tempo, Assogasliquidi auspica una revisione del cosiddetto Conto termico, al fine di applicarlo solo per la sostituzione degli impianti più vecchi con quelli di classe emissiva almeno pari a 4.
Anche sul fronte della mobilità il gas può rappresentare un valido aiuto. Franchi ricorda come GPL e GNL siano già stati individuati dalla Direttiva europea DAFI come carburanti alternativi sui quali puntare per una mobilità sostenibile. Essi rappresentano le soluzioni già pronte e disponibili per gli spostamenti privati, per il trasporto pesante su strada e per la navigazione marittima. La richiesta dell’Associazione è quindi che i due carburanti siano sempre più tenuti in considerazione nelle scelte che Governo e amministrazioni locali sono chiamati a prendere per ridurre le emissioni inquinanti nel settore della mobilità, al fine di rispettare gli impegni presi dall’Italia a livello comunitario in materia di qualità dell’aria.