Per la prima volta il nostro Paese raggiunge la Francia al primo posto per numero di riconoscimenti conferiti nel settore dei formaggi. L’agroalimentare rappresenta il 14,9% del fatturato dell’intero sistema manifatturiero italiano
Anche nel 2016 l’Italia si conferma leader nelle produzioni agroalimentari di qualità, raggiungendo per la prima volta la Francia al primo posto per numero di riconoscimenti conferiti nel settore dei formaggi. Secondo un’indagine condotta dal Centro studi CNA , con 291 riconoscimenti Dop (Denominazione di origine controllata), Igp (Indicazione geografica protetta) e Stg (Specialità tradizionali garantite) conferiti dall’Unione Europea nel 2016 (13 in più rispetto al 2015), l’Italia continua ad essere prima nel mondo per numero di prodotti agroalimentari di qualità in un podio nel quale al secondo posto figura la Francia (237 riconoscimenti, +11 rispetto al 2015) e al terzo la Spagna (193 riconoscimenti, +8 rispetto al 2015).
I settori agroalimentari nei quali l’Italia è leader per numero di riconoscimenti sono: gli ortofrutticoli e i cereali, l’olio extravergine di oliva e le preparazioni di carni. Dal 2016 l’Italia è prima anche nel comparto dei formaggi dove il numero di riconoscimenti (52) eguaglia quello della Francia.
Le produzioni agroalimentari di qualità caratterizzano tutti i territori italiani ma sono concentrate soprattutto nel Nord del Paese. Le regioni con maggiori prodotti IGP e DOP sono l’Emilia-Romagna (45), il Veneto (38) e la Lombardia (35). Il Trentino Alto Adige ha 14 prodotti di qualitià Dop e Igp, il Friuli Venezia Giulia 6.
La presenza di produzioni agroalimentari di qualità sul territorio ha importanti implicazioni anche sul turismo che ormai non esaurisce le sue potenzialità nelle visite delle città d’arte o nella permanenza in luoghi di villeggiatura. Infatti, sempre più il turista che visita l’Italia è attratto dalla possibilità di potere vivere esperienze uniche tra cui l’enogastronomia.
L’agroalimentare di qualità è il fiore all’occhiello di un sistema produttivo fondamentale per l’economia nazionale. Complessivamente, il settore alimentare (comprensivo delle bevande) conta oltre 56.000 imprese (il 14,5% delle imprese manifatturiere) che impiegano quasi 429.000 addetti (l’11,8% dell’occupazione manifatturiera) e hanno realizzato un fatturato pari a 131,6 miliardi di euro nel 2015 (pari al 14,9% del fatturato dell’intero sistema manifatturiero italiano).
Anche la proiezione internazionale del settore è di tutto rilievo. Le vendite all’estero di prodotti alimentari nel 2015 ha sfiorato i 24 miliardi di euro. Si tratta del 7,8% del totale delle esportazioni manifatturiere.
Da rilevare che il settore alimentare è un sistema produttivo nel quale le micro e le piccole imprese hanno un ruolo di primo piano. Le micro e piccole imprese (imprese fino a 50 addetti) che operano nel settore alimentare sono infatti il 98,3% del totale, occupano il 62,2% degli addetti e realizzano il 39,0% del fatturato e il 25,5% delle esportazioni dell’intero settore. Molto rilevante è infine l’apporto dei piccoli alla creazione di ricchezza e allo sviluppo del settore. Le micro e piccole imprese creano infatti il 39,7% del valore aggiunto e contribuiscono al 36,6% degli investimenti del settore alimentare.