Il violoncello di Adolfo Gutiérrez Arenas alla Società Filarmonica di Trento

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In duo con la pianista Nicola Eimer, proposte pagine di Bloch, Brahms, Beethoven e Franck

Adolfo Gutierrez Arenas3Interessante appuntamento con il duo Adolfo Gutiérrez Arenas (violoncello) e Nicola Eimer (pianoforte) quello di lunedì 29 gennaio (ore 20.30) alla sala dei concerti della Società Filarmonica di Trento.

Adolfo Gutiérrez Arenas, nato a Monaco nel 1975 da genitori spagnoli, è stato ospite della Filarmonica di Trento già nel 2015, richiamato dopo una serata entusiasmante. Al 2010, dopo lunghi anni di studio e di affermazioni ai concorsi più ardui per il violoncello, risale il suo debutto con un’orchestra di prestigio, la London Symphonic, subito seguito da un invito della Royal Philharmonic e della Gewandhausorchester. Più recente è la sua affermazione in America, dove è ormai invitato regolarmente dalle grandi compagini sinfoniche di Los Angeles, New York, Boston, Dallas e San Diego. Accanto al più spettacolare repertorio sinfonico, Arenas coltiva parimenti la più meditata letteratura cameristica, frequentando le sale acusticamente più ricercate d’Europa suonando un magnifico violoncello “Francesco Ruggeri” del 1673. A un pubblico più vasto sono riservate le registrazioni riservate alle opere violoncellistiche di Barber, Rachmaninov, Piazzola e Bach. Recentissima è la registrazione integrale delle Sonate di Beethoven con il pianista Christopher Park. 

Altrettanto prestigiosa e multiforme è la carriera della pianista inglese Nicola Eimer. Laureatasi alla Royal Academy of Music di Londra ha conseguito un secondo analogo titolo presso la Juilliard School di New York e dal 2005 è docente di pianoforte e musica da camera alla Royal Academy di Londra. Intensa e di alto profilo è la sua carriera concertistica equamente distribuita fra solismo e collaborazioni cameristiche.

L’espressività quasi canora del violoncello è stata largamente apprezzata dai compositori di ogni epoca. Fu però sul finire del XVIII secolo che questo strumento acquisì una personalità orchestrale ben definita, emancipandosi dal ruolo di basso continuo. Si scoprì in tal modo la grande versatilità dello strumento, che può spaziare tra ampi registri di tono e di espressività. 

Nella meditazione musicale di Bloch, ad esempio, il violoncello svolge, quasi nel ruolo di officiante, il suo ipnotico canto; accanto a lui il pianoforte conserva un atteggiamento rispettoso e ancillare. Lo strumento ad arco è qui dunque valorizzato per la sua capacità sinceramente melodica ed affettiva. Simile fascinazione per la voce del violoncello aveva Jules Delsart, che si cimentò nella trascrizione del celeberrimo concerto per violino e pianoforte di Franck. Anche qui la melodia è il filo conduttore del discorso musicale e il violoncello ne è il suo portavoce. È questo un esempio di sonata ciclica, ossia di una sonata in cui il medesimo tema è utilizzato in tutti i movimenti. 

La variazione tematica come motore dello sviluppo era una tecnica in cui Brahms fu maestro eccellente. Nella sua seconda sonata, scritta nell’estate 1886 sulle rive ispiratrici del lago Thun, tutto deriva logicamente dai due intervalli – di quarta e di semitono – enunciati nelle prime battute dal violoncello. Qui lo strumento ad arco è paritetico al pianoforte ed è sfruttato in ogni suo registro espressivo, dalla lunga arcata melodica al pizzicato. Fu però Beethoven a disvelare le potenzialità del violoncello; la quinta sonata è opera che oggi si definirebbe sperimentale: il minimalismo degli incisi melodici, l’economia del materiale musicale e la severa polifonia dei fugati rendono questa un’opera quasi “astratta”. La sonata si rivela bizzarra sin dalle prime battute, che irrompono come in medias res. È questo difatti il preludio alla cosiddetta “terza fase” della vicenda creative beethoveniana, che culminerà con la sinfonia corale e gli ultimi quartetti per archi.

Programma

E. Bloch (1885-1977)

Dalla vita ebraica, Tre schizzi 

Preghiera (Andante moderato) – Supplica (Allegro ma non troppo) – Canzone ebraica (Moderato) 

J. Brahms (1833-1897)

Sonata n. 2 in Fa magg. op. 99 (Allegro vivace – Adagio affettuoso – Allegro appassionato – Allegro)

L. van Beethoven (1770-1827)

Sonata op. 102 n. 2 in Re magg. (Allegro con brio – Adagio con molto sentimento d’affetto – Allegro. Allegro fugato)

C. Franck (1822-1890)

Sonata in La magg. (Allegretto ben moderato – Allegro. Quasi lento. Allegro – Recitativo. Fantasia – Allegretto poco mosso)