Nell’istituto nazionale di Aviano avviate nuove tecniche d’indagine
La diagnosi precoce del melanoma, grazie all’utilizzo di tecniche diagnostiche non invasive quali la dermatoscopia, la videodermatoscopia e la microscopia laser confocale, di recente acquisizione al Cro di Aviano (Pordenone), è la principale arma per ridurre la mortalità di questa neoplasia.
Rispetto alla sola ispezione all’occhio nudo, la dermatoscopia incrementa l’accuratezza diagnostica del 30% anche in fase molto precoce riducendo i falsi positivi, con conseguente riduzione del numero di lesioni sicuramente benigne asportate.
«I tumori della pelle – spiega Maria Antonietta Pizzichetta, responsabile della Dermatologia Oncologica Preventiva al Cro – interessano più di un terzo di quelli maligni. Il 97% sono neoplasie cutanee non-melanoma, principalmente carcinoma squamocellulare ed epitelioma basocellulare, quest’ultimo il più frequente in assoluto, anche se è un tumore a lento accrescimento con aggressività locale che raramente causa metastasi. Diversamente, il melanoma cutaneo, in aumento, che colpisce persone sempre più giovani (il 20% delle nuove diagnosi in Italia riguarda pazienti di età compresa tra 15 e 39 anni) e ad alta mortalità se non diagnosticato precocemente. Questo aumento di incidenza – spiega ancora Pizzichetta – è stato continuo e di circa il 4% annuo, risultando il tumore in assoluto a maggior incremento in particolare nel NordEst e Friuli Venezia Giulia».
«Le lesioni sospette – aggiunge Pizzichetta a proposito delle tecniche di intervento – vengono asportate chirurgicamente per l’esame istologico, mentre quelle atipiche non meritevoli, grazie alla videodermatoscopia sono sottoposte a un periodo di osservazione necessario per cogliere anche le minime modificazioni strutturali e/o delle dimensioni delle lesioni. Una tecnica, questa, particolarmente utilizzata in soggetti con numerosi nevi atipici in cui l’asportazione diventa impraticabile. Tale metodica risulta determinante per l’individuazione dei melanomi iniziali, di difficile diagnosi, dermoscopicamente definiti “featureless”».
La dermoscopia permette di diagnosticare melanomi in una forbice importante, compresa tra l’83% e il 90%. Per la restante entra in gioco il microscopio laser confocale, strumento innovativo e sofisticato che permette di visualizzare le strutture cellulari della pelle in sezioni orizzontali con spessore inferiore a 5 micrometri rendendo per la prima volta possibile una biopsia ottica virtuale (senza penetrare nella pelle) al contrario della tradizionale cutanea, in cui è necessario prelevare in modo invasivo una parte di tessuto. La microscopia laser confocale è particolarmente utile per la lentigo maligna del volto, le lesioni non-pigmentate e le neoplasie cutanee non-melanoma.