Banche venete, buone notizie per gli azionisti “azzerati”: si può citare per danni Banca Intesa

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Decisione del Gup di Roma. Codacons: «si apre strada alla richiesta di risarcimenti». Movimento consumatori: «sentenza importantissima»

pop vicenza veneto bancaUna buona notizia per i tantissimi azionisti “azzerati” dal fallimento di Veneto Banca e Popolare di Vicenza che cercano un ristoro per gli investimenti nelle azioni delle due banche, rifilate loro a prezzi stellari negli anni precedenti al crac e spesso in spregio alle norme che richiedono un profilo di rischio adeguato per investire in titoli illiquidi.

Nell’udienza penale del processo di Veneto Banca, a Roma, il giudice Lorenzo Ferri «ha autorizzato le parti civili a citare come responsabile civile Intesa Sanpaolo» affermando che il decreto che ha disposto la liquidazione delle due banche «è sospetto di incostituzionalità e che il contratto di cessione stipulato tra Intesa e la liquidazione di Veneto Banca ha efficacia solo tra le parti e non vale ad escludere la responsabilità» di Intesa «nei confronti dei terzi danneggiati azionisti di Veneto Banca», ha spiegato l’avvocato Matteo Moschini, che rappresenta circa 600 soci di Veneto Banca e 400 di Popolare di Vicenza. 

In pratica secondo il giudice, «le esclusioni formulate» tra Intesa e le banche in liquidazione sulla responsabilità verso i soci danneggiati hanno «mera valenza di disciplina di regresso nei rapporti interni» mentre non impediscono di «chiamare Intesa a rispondere, quale responsabile civile, dei fatti di reato per cui è in causa». 

«Si tratta di una decisione molto importante per i soci “azzerati”, che possono chiedere i danni a una controparte capiente, quale è Intesa» ha spiegato ancora Moschini, ricordando che «fino al dibattimento c’è la possibilità di costituirsi parti civile» e che domani, nell’udienza sul processo sulla Popolare di Vicenza, «faremo domanda di citazione come responsabile civile di Intesa, producendo l’ordinanza di oggi».

«Se il Gup confermerà l’importante decisione odierna si aprirà per tutti gli azionisti e obbligazionisti subordinati di Veneto Banca un ulteriore spiraglio per poter recuperare i risparmi investiti» afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori, commentando la decisione del gup di Roma, Lorenzo Ferri, di citare in giudizio Intesa Sanpaolo come responsabile civile per i reati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio di cui sono accusati gli ex manager e sindaci di Veneto Banca. Il giudice, spiega il Movimento Consumatori, «ha ritenuto che la cessione al prezzo simbolico di 1 euro di Veneto Banca a Intesa, disposta dal Governo con il decreto legge n. 99 del 2017, ricomprenda anche il diritto al risarcimento dei danni subiti dagli azionisti e dalle altre parti civili costituite nel processo». Danni patiti in conseguenza della commissione – per ora solo presunta – di operazioni volte ad ostacolare le funzioni vigilanza di Consob e Banca d’Italia (impedendo di scoprire il dissesto finanziario di Veneto Banca) e a diffondere al mercato false informazioni sullo situazione della banca. 

Nel processo penale, ricorda il Movimento Consumatori, il responsabile civile è colui che è chiamato a risarcire i danni causati alle vittime dei reati in solido con gli autori degli illeciti. Alla prossima udienza Intesa Sanpaolo potrà costituirsi in giudizio, chiedendo di essere esclusa. Nell’udienza di oggi sono state invece respinte le richieste di altri azionisti di citare come responsabili civili Banca d’Italia, Consob, Banca Apulia e la stessa Veneto Banca in liquidazione e di altri soggetti incaricati di revisionare e certificare i bilanci dell’istituto bancario veneto.

«Una decisione clamorosa che apre ora la strada ad analoghe richieste di citazione nei confronti delle “good bank”» afferma in una nota il Codacons secondo cui «abbiamo sempre sostenuto la necessità di chiamare le “nuove” banche a rispondere dei danni provocati dalle gestioni precedenti, e questa decisione apre scenari fino a ieri impensabili. La questione di costituzionalità richiamata dai giudici romani permetterà ora al Codacons di citare in giudizio tutte le “good bank” nell’ambito di quei procedimenti in cui i risparmiatori truffati, rappresentati dalla nostra associazione, si sono costituiti per ottenere il risarcimento dei danni subiti. Con la pronuncia odierna – conclude il Codacons – finalmente i giudici hanno abbattuto quel muro di ipocrisia che vedeva indenni le banche che acquisivano gli istituti in crisi, senza alcuna possibilità di rispondere dell’operato delle precedenti gestioni; un artifizio incostituzionale di cui il Governo si è reso complice e che finalmente è stato cancellato». 

Intanto, la Guardia di Finanza ha vergato un’informativa in cui si sostiene che «sono emerse correlazioni tra finanziamenti indiretti della banca ricevuti dal Gruppo Zonin e acquisto di azioni Bpvi per un valore complessivo pari a 2.853.000 euro». E’ uno dei passaggi dell’informativa che suffragherebbe il sospetto di operazioni “baciate” all’interno dell’istituto che avrebbero coinvolto l’allora presidente del consiglio di amministrazione della Popolare di Vicenza Giovanni Zonin. Il sospetto dei finanzieri è che Zonin, che si è sempre dichiarato all’oscuro, fosse invece a conoscenza dell’esistenza delle “baciate”, finanziamenti correlati all’acquisto di titoli della banca. La relazione chiamerebbe in causa anche l’ex amministratore delegato Samuele Sorato, come le cosiddette “regole” che avrebbe dettato ai dipendenti. Tra queste, quella che le operazioni sulla vendita dei titoli dovessero essere esclusivamente orali, senza ricorrere alle e-mail. Avrebbe inoltre dato indicazione di non conservare la documentazione relativa alle operazioni giustificandola con la possibilità di ispezioni da parte di Consob e Bankitalia.