Biancofiore: «la Boschi è un’amica, ma che ne sa di Bolzano?». Meloni: «la sinistra svende italianità dell’Alto Adige per un seggio alla Boschi»
Salvo al momento improbabili rivoluzioni dell’ultima ora (per la compilazione delle liste c’è tempo finora domenica prossima e Renzi lo userà fino all’ultimo secondo per quadrare le mille difficoltà che sta incontrando nella stesura delle liste per assicurarsi un gruppo parlamentare di ultra fedelissimi), la bella sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi sarà la candidata alla Camera nel collegio di Bolzano Bassa Atesina, in abbinata per il Senato con un altro “foresto” (bellunese ma ormai “altoatesinizzato”) Gianclaudio Bressa, completando così le candidature Dem con soggetti non proprio autoctoni.
Se il collegio di Bolzano è da molti ritenuto una riserva di caccia esclusiva del centro sinistra autonomista e, come tale, desta gli appetiti della nomenklatura Dem nazionale, viceversa la base del PD è in preda ai mal di pancia, in quanto da più parte si voleva un candidato locale, almeno in una delle due camere, visto che il posto di Bressa era garantito per la terza volta consecutiva. E, se proprio candidato d’importazione doveva essere, almeno fosse uno con qualche carato di autonomismo e gradito dalla base, sia del PD che della SVP, come il ministro alle infrastrutture Graziano Delrio che all’Alto Adige ha fatto parecchi regali nel corso della legislatura.
Ma così non è stato è agli altoatesini (e ai suditirolesi) tocca sorbirsi la bella Boschi, uno dei politici italiani che è riuscita a compiere il triplo salto mortale della credibilità politica, dallo scandalo della banca Etruria al fallimento della riforma costituzionale, per non dire di un rapporto idilliaco proprio con quell’autonomia speciale cui ora vuole scippare il voto (e l’elezione a Roma). Chi non ricorda le belle dichiarazioni della Leopolda 2014 della candidanda aretina, allora ministro alle riforme di ottime speranze che dichiarava «…non è il momento propizio, ma sarei favorevole alla soppressione delle autonomie speciali…»?
Quasi sicuramente, la “Meb” (così la chiamano i suoi fedelissimi) in Alto Adige sarà una meteora: un mese di trasferta a sbattere gli occhioni per carpire il consenso, magari agghindata in un classico dinrl sudtirolese, pure gustando una buona tazza di latte caldo munto all’ombra delle Dolomiti per ingannare la notte prima di coricarsi. Ma rimane il fatto che la Boschi è del tutto estranea al tessuto sociale e alla realtà politica dell’Alto Adige, tanto che lo stesso Alessandro Huber, segretario del Pd di Bolzano, ha detto che «non siamo stati consultati, noi stavamo valutando di trovare un candidato locale come ci era stato richiesto».
La “Meb” sul collegio di Bolzano alla Camera si scontrerà con la “pasionaria” azzurra Michaela Biancofiore, che la butta sul lato umano: «ho un buon rapporto sul piano umano con Maria Elena Boschi e sarà difficile andare allo scontro, ma sono pronta. Io qui sono un emblema della battaglia della comunità italiana in Alto Adige, dimenticata dai governi di sinistra di questi anni. Bisognerebbe chiedere a Maria Elena se si sente pronta, lei che non conosce nulla della mia terra. Boschi è stata l’emblema del renzismo nel momento di massimo splendore e ne ha pagato i costi nella fase discendente. Penso che lei abbia una sola colpa: non aver ammesso pubblicamente di aver parlato con suo padre della vicenda di Banca Etruria. Si sarebbe risparmiata l’assalto di questi mesi – dichiara Biancofiore -. Non è mio stile colpire sul piano personale, saranno altri a ricordarle la vicenda, mentre le rinfaccerò tutti i disastri dei governi cui ha fatto parte. Candidarla proprio a Bolzano è un dito nell’occhio alla comunità italiana».
Sulla stessa lunghezza d’onda il commento della il presidente di Fratelli d’Italia e candidato premier Giorgia Meloni: «la sinistra tace davanti alla gravissima ingerenza di Vienna che vuole dare la cittadinanza austriaca agli italiani di lingua tedesca dell’Alto Adige in cambio del sostegno della Svp a “lady Etruria”. L’unica possibilità rimasta alla Boschi di essere eletta è infatti quella di farsi votare da un partito che dichiara di non sentirsi italiano. I cittadini di Bolzano sappiano che ogni voto dato al Pd è un voto per dividere e che al contrario ogni voto dato a Fratelli d’Italia è un voto dato per difendere l’unità nazionale».