Ferrara: «attenzione a non indebolire la congiuntura e la debole ripresa»
A novembre, secondo l’analisi condotta dall’Istat, il fatturato del comparto industriale rileva, per il secondo mese consecutivo, un incremento congiunturale (+1,3%). L’indice destagionalizzato raggiunge inoltre il livello più elevato (106,8) da settembre 2011. Il confronto tra la media degli ultimi tre mesi e i precedenti tre segna una crescita dell’1,2%.
Gli ordinativi a novembre segnano un lieve incremento congiunturale (+0,3%); negli ultimi tre mesi rispetto ai tre precedenti si rileva invece una leggera flessione (-0,1%). La crescita congiunturale del fatturato a novembre è dovuta soprattutto al mercato interno (+1,9%), mentre per quello estero si registra un aumento più contenuto (+0,2%). Gli ordinativi segnano moderati incrementi in entrambi i mercati (+0,2% per il mercato interno e +0,4% per quello estero). Gli indici destagionalizzati del fatturato mostrano incrementi congiunturali diffusi a tutti i raggruppamenti principali dell’industria, ma più rilevanti sono per il comparto dell’energia (+2,4%).
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2016) il fatturato totale cresce in termini tendenziali del 5,1%, con incrementi del 3,6% sul mercato interno e del 7,7% su quello estero. L’indice grezzo del fatturato aumenta, in termini tendenziali, del 5,1%: il contributo più ampio a tale incremento viene dalla componente interna dei beni intermedi. Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si rileva nella fabbricazione di prodotti petroliferi (+13,6%), mentre la fabbricazione di mezzi di trasporto mostra l’unico calo del comparto manifatturiero (-4,7%). Nel confronto con il mese di novembre 2016, l’indice grezzo degli ordinativi segna un aumento dell’8,9%. Tutti i settori registrano incrementi, particolarmente significativo risulta quello della metallurgia (+14,0%).
Secondo Giovanna Ferrara, presidente di Unindustria, «i dati di novembre relativi all’industria sono positivi e quando vediamo un segnale incoraggiante per la nostra economia siamo contenti. Tuttavia, come dimostrato negli scorsi anni, i colpi di coda della crisi internazionale e della recessione interna potrebbero tornare a indebolire la congiuntura. La ripresa è ancora lontana e un cammino virtuoso è ancora da imboccare. Il “Made in Italy” dimostra di essere apprezzato enormemente sui mercati esteri e, nonostante le difficoltà legate al rafforzamento dell’euro rispetto ad altre importanti valute, le esportazioni continuano a fare da traino per la crescita del prodotto interno lordo. Da questi dati – continua il presidente di Unimpresa – deve prendere spunto il prossimo governo per mettere in piedi un percorso di riforme importanti, a cominciare dalla riduzione del carico fiscale sia sulle imprese sia sulle famiglie».
Per Lucio Poma, responsabile scientifico dell’Area industria e innovazione di Nomisma, «continua e si rafforza il trend positivo del fatturato dell’industria italiana. Il dato positivo di novembre (+1,3%) va a consolidare una crescita del fatturato avviata da giugno 2016, e proseguita senza incertezze. Discorso analogo per gli ordinativi (+0,3%) anche se la loro tendenza alla crescita, avviatasi alcuni mesi dopo quella del fatturato, resta meno decisa. Il dato più interessante è la comparazione di fatturato e ordinativi. Da marzo 2017 le rispettive variazioni percentuali tendenziali sono allineate nel segno, aumenta sia una variabile che l’altra: situazione opposta rispetto al passato dove le due variabili apparivano completamente scollegate. Sembra essere finito il periodo di incertezza nel quale le nostre imprese, pur ricevendo ordini, navigavano “a vista” per organizzare la produzione all’interno di un mercato schizofrenico».