Si conferma lo scal petrolifero più importante del Mediterraneo. Si estendono collegamenti intermodali, dal Friuli Venezia Giulia al Centro-Est Europa
Primo porto in Italia per tonnellaggio totale movimentato, quasi 62 milioni (+4,58%) con 1.314.953 TEU (+13,52%), primo porto italiano per traffico ferroviario (8.681 treni; +13,76%) e primo porto petrolifero nel Mediterraneo: sono i dati 2017 dello scalo triestino, per il terzo anno consecutivo con performance da primato.
«Il porto sta tornando ad essere il volano di sviluppo economico per Trieste, Friuli Venezia Giulia e Italia, nonché su scala internazionale», commenta soddisfatto il presidente dell’Autorità portuale, Zeno D’Agostino. Nello specifico, i dati più rappresentativi sono relativi a container e treni: il settore container registra un traffico mai raggiunto in precedenza nello scalo con 616.156 TEU (+26,66%); ma sommando la movimentazione dei container con i semirimorchi e le casse mobili (espressi in TEU equivalenti) nel 2017, si sono raggiunti 1.314.953 TEU (+13,52%). Crescita che D’Agostino ha definito «molto positiva in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi». Basti guardare al numero dei container pieni sul totale movimentato: 89%.
Per il presidente dell’Autority giuliana si tratta di un dato «esemplare» se paragonato alla normale performance di un terminal contenitori. «A Trieste non solo crescono i container, ma crescono in maniera sana: qui passano merci, non scatole vuote». Di «rilievo assoluto» anche il traffico ferroviario: la crescita è stata sostenuta da treni su direttrice internazionale legati al traffico container (+34,31%) e da quelli lavorati nel porto industriale, del settore siderurgico (+24,58%).
L’elemento che rende lo scalo giuliano unico nel panorama italiano, sottolineano all’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, non è dato però solo dal consolidamento del ruolo di porto leader del traffico ferroviario e intermodale su scala internazionale – che fa di Trieste sempre più un “gateway” continentale per i traffici globali – ma anche dalla presenza di svariati attori del mercato ferroviario che operano nello scalo. Oltre al gruppo Fs, sono attive importanti compagnie ferroviarie private italiane (CFI e Inrail) e alcune società (Rail Cargo Carrier Italy, Rail traction Company, CapTrain Italia) partecipate da operatori europei di primaria importanza (Rail Cargo Austria, DB Schenker, SNCF).
L’Autortià portuale rileva anche il ruolo fondamentale di Adriafer (controllata al 100% dall’AdSP giuliana) che come sottolinea D’Agostino «da luglio ha ottenuto la certificazione a poter operare in rete e non più solo come operatore di manovra portuale». Inoltre, il gruppo controllato dall’austriaca Rail Cargo è il maggiore protagonista, con una quota di più del 28% dei treni totali del porto. Un dato che fa emergere con evidenza il posizionamento storico dello scalo triestino rispetto ai mercati finali del centro-Europa.
I collegamenti intermodali mostrano una nuova rete di destinazioni ferroviarie che nell’ultimo triennio è andata estendendosi progressivamente, coinvolgendo tutti i principali nodi del continente come Kiel-Göteborg sull’asse Adriatico-Baltico e Zeebrugge (Belgio), Budapest (inaugurato nel 2015 con 2 round trip settimanali, è passato da 4 a 7 e quindi alle attuali 10 coppie di treni a settimana, tanto che l’Ungheria sta diventando il primo mercato di riferimento di Trieste per il traffico ferroviario dei contenitori). Altro elemento fondamentale della crescita del 2017 sono state le merci varie, 16.565.255 tonnellate di merce movimentata e un aumento a doppia cifra (+14,11%). Trieste rimane porta privilegiata per i traffici della Turchia in Europa: in costante aumento il comparto RO-RO con 314.705 mezzi (+3,99% rispetto al 2016). In crescita anche le rinfuse liquide con 43.750.555 tonnellate (+2,33%). Solo le rifuse solide portano il segno negativo, arretrando del 16,81%.