Prodotti tipici italiani, la UE legalizza i “tarocchi” per un controvalore di 60 miliardi di euro

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Cesto falsomade in italy
Da accordi via libera a Fontina, Asiago, Gorgonzola e Parmesan Made Japan, Brazil e Canada. Delusione di Coldirettie di Assolatte

Cesto falsomade in italyCon gli accordi di libero scambio l’Unione Europea legalizza dal Canada al Giappone fino ai Paesi sudamericani del Mercosur, l’agropirateria internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro con i tarocchi del prodotti alimentari “Made in Italy”. 

Secondo Coldiretti, il valore delle esportazioni del sistema nazionale di qualità “Food and Wine” è pari a 8,4 miliardi ma all’estero sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre che utilizzano impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.  In testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso “clonati”, ma anche gli extravergini di oliva, le conserve come il Pomodoro San Marzano.

Le “brutte copie” di prodotti simbolo del “Made in Italy” sono state esplicitamente autorizzate dall’Unione Europea negli accordi di libero scambio conclusi con il Canada e il Giappone e in dirittura di arrivo come quello con i Paesi del Mercosur dove la produzione locale del falso è tra i più fiorenti del mondo, dal Parmesao Carioca al Grana, dal Reggianito al Provolone, dal Romano al Sardo fino alla Mortadela.

Ad aprire la strada – sottolinea la Coldiretti – è stato il Trattato di libero scambio con il Canada dove sono falsi quasi nove formaggi di tipo italiano in vendita su dieci. Un precedente che è stato subito recepito nell’accordo definitivo tra l’Unione Europea e Giappone che autorizza per i prossimi anni la produzione e vendita di Asiago, Fontina e Gorgonzola “Made in Japan” ma anche di copie locali con i nomi “grana”, “padano”, “romano”, “provolone”, “mortadella” e il preoccupante via libera totale al “Parmesan” dagli occhi a mandorla. La situazione – continua la Coldiretti – è ancora più preoccupante nel negoziato in corso con i paesi del mercato comune dell’America meridionale di cui fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay (Mercosur). Sulle 291 denominazioni italiane Dop/Igp riconosciute dall’Unione Europea è stata prevista una lista di appena 57 tipicità da tutelare, ma su 30 di queste sono state già presentate opposizioni, a partire dal Parmigiano Reggiano «E’ inaccettabile che il settore agroalimentare sia trattato dall’Unione Europea come merce di scambio negli accordi internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta sul piano economico, occupazionale e ambientale» ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che «si rischia di svendere l’identità dei territori che rappresentano un patrimonio di storia, cultura, e lavoro conservato nel tempo da generazioni di agricoltori».

Delusione e preoccupazione anche da Assolatte sulla sorte dei prodotti caseari italiani nel mondo. «Sembra il contenuto dell’accordo siglato qualche settimana fa ma reso noto soltanto ora – fa sapere Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte – che prospetta un futuro tutt’altro che positivo per il nostro export di formaggi in Giappone». Non senza difficoltà Assolatte era riuscita, collaborando con le autorità nazionali ed europee, a far comprendere nell’accordo bilaterale 10 formaggi Dop italiani sulle 19 Indicazioni geografiche casearie comunitarie inserite. Per poter arrivare nei prossimi anni ad una piena tutela dei formaggi italiani Dop, Assolatte aveva dato il suo via libera ad alcune limitate eccezioni assolutamente temporali. Ma la lista delle Igp resa pubblica ora dalla Commissione europea demolisce del tutto la protezione dei formaggi italiani, liberalizzando di fatto le imitazioni. «Vero capolavoro di questa “tutela solo sulla carta” – conclude Ambrosi – è stato raggiunto con il Parmigiano Reggiano, dove un asterisco chiarisce che la Dop è salva ma che chiunque voglia potrà registrare il marchio “Parmesan” nel mercato giapponese».