Bonazzi: «un progetto di ricerca che entro tre anni condurrà alla produzione di un materiale plastico completamente ecologico e riciclabile all’infinito partendo dalle biomasse di scarto degli zuccherifici»
Nuovo passo in avanti per la moderna chimica che utilizza gli scarti dell’agroindustria per produrre nuovi prodotti meccanicamente in tutto simili a quelli plastici, ma senza l’impiego delle basi petrolifere, riciclabili all’infinito senza danni per l’ambiente. Questa la nuova sfida del gruppo Aquafil di Arco che dopo l’Econyl (il nylon riciclato dalle reti di pesca) ora punta ad un nylon ricavato dalle biomasse di scarto degli zuccherifici.
«Si tratta di un progetto di ricerca che sarà condotto in collaborazione con la californiana Genomica, una realtà all’avanguardia nel campo dei nuovi materiali ecologici, che sarà completamente sostenibile e che utilizzerà gli scarti degli zuccherifici per produrre un nylon ecologico con le caratteristiche meccaniche in tutto simili a quello del nylon oggi prodotto con basi petrolifere» sottolinea Giulio Bonazzi, titolare dell’azienda che ha già al suo attivo il successo dell’Econyl. Il progetto è stato salutato con un rialzo in Borsa nel segmento Star, dove è quotata da poco più di un mese, a testimonianza dell’interesse con cui il mercato segue la possibilità dello sviluppo di nuovi materiali plastici ambientalmente sostenibili.
Bonazzi è convinto del nuovo progetto: «nei prossimi tre anni il nostro obiettivo è mettere a punto la tecnologia per realizzare il primo impianto pilota per la produzione di nylon 6 e, oltre alla produzione del nuovo materiale, puntiamo anche a vendere nel mondo le tecnologie per la sua realizzazione in modo da ridurre massicciamente l’impiego del petrolio. Siamo ottimisti circa la bontà dell’operazione, che fa seguito a quella dell’Econyl introdotto nel 2011 che oggi ci garantisce circa il 30% dei ricavi del gruppo, tanto da essere diventati un esempio concreto di economia circolare».
Il nylon prodotto da biomasse si rivolge ad un segmento di mercato differente da quello di altre bioplastiche: «mentre le bioplastiche utilizzate, per esempio, nella produzione di sacchetti compostabili per gli alimenti hanno come obiettivo il loro rapido degradamento, viceversa il nylon sostenibile da biomasse avrà caratteristiche di lunga durata e resistenza meccanica, mentre la sostenibilità ambientale sarà garantita dalla sua completa riciclabilità e riutilizzo praticamente all’infinito» sottolinea Bonazzi che guarda anche al futuro «in considerazione del fatto che la produzione dei materiali non può basarsi esclusivamente sul riciclaggio, ma bisogna anche agire sulla produzione partendo dal materiale vergine, in questo caso utilizzando biomasse di scarto».
Aquafil è una multinazionale con 14 poli di produzione in otto Paesi e tre continenti, che impiegano 2.700 persone. Ha chiuso il bilancio 2016 con poco meno di 500 milioni di fatturato, con l’obiettivo di chiudere il 2017 a 520-540 milioni e un ebitda di circa 70 milioni.