Convegno a Udine su ricerca e prevenzione delle demenze senili
Un quarto della popolazione del Friuli Venezia Giulia ha più di 65 anni e sono 20.000 le persone affette da demenza senile e malattia di Alzheimer: un numero destinato a crescere, dal momento che la regione è la seconda più anziana in Italia e la IV in Europa.
Il dato è stato sottolineato al convegno scientifico “Science meets regions” (“La scienza incontra le Regioni”), organizzato dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, con il Centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione europea, la Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e dalla direzione regionale ricerca e università, con focus sul tema della malattia di Alzheimer.
Saluto introduttivo da parte del presidente del Consiglio regionale, Franco Iacop, che ha evidenziato come l’obiettivo della Commissione europea, condiviso dalla Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni, è «rispondere alle esigenze dei cittadini di tutte le età con servizi efficienti, legiferando sempre meno e sempre meglio».
Dopo gli interventi esplicativi delle attività del Jrc, «volte a supportare con i risultati della ricerca scientifica le scelte e le azioni dei decisori politici», e degli obiettivi di “Science meets regions”, illustrati dai rappresentanti del Centro Comune di Ricerca della Commissione europea, sono stati presentati i risultati e la metodologia del lavoro sinergico tra Regione e Jrc e dell’attività preparatoria per il 2018 in tema di Alzheimer, nell’ambito “qualità di vita della popolazione anziana ed invecchiamento attivo”.
«Una metodologia con approccio partecipativo – ha ricordato Ketty Segatti, vice direttore centrale Direzione centrale lavoro, formazione, istruzione e direttore area istruzione, formazione e ricerca -, considerata una buona pratica a livello europeo». Le tematiche specifiche relative all’Alzheimer sono state approfondite da nove scienziati che operano in Friuli Venezia Giulia rispettivamente al Centro di Biomedicina Molecolare (Cbm), al Cnr – Istituto di Cristallografia, all’interno di Elettra Sincrotrone Trieste, all’International Centre for genetic engineering and biotechnology (Icgeb), all’Istituto nazionale di fisica nucleare – Sezione di Trieste (Infn), alla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa), all’università di Trieste e all’università di Udine.
Le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale alla formazione Loredana Panariti, alla vicepresidente della 3 commissione consiliare salute, Renata Bagatin (Pd) e al presidente del Consiglio regionale Iacop, tutti d’accordo sul fatto che «la politica può e deve fare uno sforzo notevole per continuare a finanziare forme innovative di ricerca ai vari livelli regionale, nazionale, europeo e internazionale». «Diventa sempre più urgente lo scambio e l’aggiornamento dei dati prodotti – ha sottolineato Bagatin – ed è quindi necessario l’avvio di uno screening della popolazione anziana a più alto rischio. La parola d’ordine deve essere prevenzione e su questo tema – ha concluso – nel piano regionale 2018 sull’invecchiamento attivo si è inserito un capitolo specifico sui corretti stili di vita».
L’assessore Panariti ha ricordato come per supportare la ricerca e il rafforzamento delle strategie per la cura delle persone colpite dalla malattia di Alzheimer la Regione abbia stanziato «cinque milioni di euro dedicati alle infrastrutture di ricerca durante questa legislatura, 500.000 euro per finanziare borse di post dottorato, accordi per il potenziamento delle reti e la condivisione dei dati». L’Alzheimer è, secondo Panariti, «una malattia della modernità che mette in discussione anche il principio di cittadinanza per le conseguenze che ha sulle persone e richiede interventi diversi, dalla ricerca alla cura delle persone, dando spazio proprio alla cittadinanza di queste persone colpite».