Si amplifica il fenomeno del “doppio canale”: da un lato i formaggi per la Dop, dall’altro quello per i canali a “primo prezzo”. Le imitazioni valgono 300 milioni di euro l’anno
A penalizzare il prodotti alimentare tipico italiano non ci sono solo le grossolane imitazioni realizzate da fantasiosi operatori esteri, ma ci sono anche gli stessi produttori delle migliori Dop che, accanto alla linea principale, orma hanno affiancato una seconda linea, in tutto e per tutto simile a quella principale a marchio Dop, che va ad alimentare il mercato del basso prezzo. Un fenomeno, quello dei cosiddetti “doppioni”, che ormai vale qualcosa come 300 milioni di euro.
Del fenomeno se ne è fatto portatore l’assessore regionale all’agricoltura della Lombardia che ha lanciato l’allarme prezzi per uno dei prodotti di punta, quello del Grana Padano: «assistiamo da tempo ad un fenomeno sempre più diffuso sui banchi della grade distribuzione, dove il prodotto di marca Dop, è affiancato da una seconda linea di prodotto, decisamente a prezzo più basso, che però finisce per trascinare verso il basso anche le quotazioni della linea principale».
Secondo Fava «alla Borsa merci a Mantova lo scorso 11 gennaio le quotazioni del Grana Padano, stagionatura a 10 mesi, sono scese a 6,33 euro al chilogrammo, lo 0,4% in meno rispetto alla settimana precedente e il 14% in meno rispetto a 12 mesi fa. Il 15 gennaio, invece, le quotazioni di Milano per la tipologia del Grana Padano a 15 mesi e oltre si sono fermate a 7,35 euro al chilogrammo, con una flessione dello 0,7% rispetto alla settimana precedente e del 9,8% sullo stesso periodo del 2017. È uno scenario che impone rapidamente delle riflessioni sulle cause e sui rimedi».
Un tema che con tutta probabilità sarà al centro dell’assemblea che il Consorzio di tutela del Grana terrà il prossimo 2 febbraio che dovrà affrontare con decisione il tema del doppio canale di produzione e di distribuzione intrapreso da una fetta sempre più ampia di produttori, molti dei quali aderenti allo stesso Consorzio. «Posso affermare che la causa principale dell’andamento non brillante del Grana Padano sui mercati – dice Fava – sia attribuibile ad un’aggressione vera e propria da parte dei similari nazionali nei confronti del marchio. I prodotti alternativi, pur non dando tutte le garanzie del marchio Grana Padano, riescono a trovare spazio nella distribuzione, sempre più alla ricerca di prodotti a basso costo».
Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia, ha calcolato l’impatto del fenomeno dei “doppioni” sul mercato: «per il solo Grana Padano, il danno provocato ogni anno ai produttori dai “doppioni” solo in Italia ammonta a circa 300 milioni di euro. Un dato che finisce per danneggiare pesantemente il marchio e l’immagine della Dop a spese degli altri produttori, contribuendo a deprimere mercato e quotazioni». E che la cosa sia tutt’altro che secondaria è confermata dall’appello che lo stesso Prandini lancia al settore e agli amministratori pubblici: «ci aspettiamo che vengano prese misure concrete contro il fenomeno dei formaggi similari che sta diventando il principale problema del comparto lattiero caseario italiano».