La produzione sale del 3,1%. Il fatturato aumenta del 3,5%. L’aumento degli ordini (3,4%) depone bene per il futuro. I mercati esteri trainano i risultati. In calo l’occupazione (-2,2%)
Nel III trimestre 2017, secondo l’analisi realizzata da Unioncamere, la produzione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna aumenta del 3,1% rispetto allo stesso trimestre del 2016 e il fatturato a valori correnti cresce del 3,5%. Entrambi confermano sostanzialmente il risultato del trimestre precedente. Una nota marcatamente più positiva giunge dal fatturato estero che sale del 4,1%. La prospettiva appare incoraggiante considerando il risultato del processo di acquisizione degli ordini (+3,4%) e ancora più grazie all’andamento degli ordini esteri che risulta sensibilmente più dinamico (+4,7%).
L’andamento positivo appare però disomogeneo e il risultato per l’industria regionale è dovuto soprattutto a due comparti forti. L’industria della metallurgia e delle lavorazioni metalliche, che comprende larghi strati della subfornitura meccanica, registra una nuova accelerazione della crescita della produzione (+3,7%), un più solido andamento per il fatturato, complessivo (+4,7%) e ancora più estero, inoltre ottiene anche una buona crescita degli ordini totali (+4,7%), solo leggermente più contenuta di quelli esteri.
L’aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, fondamentale per l’industria regionale mette a segno il più elevato incremento della produzione (+4,8%). La dinamica del fatturato è leggermente superiore nel complesso e soprattutto sui mercati esteri (+5,7%). L’andamento del processo di acquisizione ordini è più contenuto nel complesso, ma risulta particolarmente rapido sui mercati esteri (+5,8%).
La produzione dell’industria alimentare procede spedita (+3,2%), il fatturato sale del 2,8% e ancora più quello estero (+4,3%), è più contenuto l’andamento degli ordini complessivi, trainati dai mercati esteri.
Per la piccola industria del legno e del mobile la produzione mostra invece solo un lieve incremento (+0,4%), aumentano oltre l’1% il fatturato e gli ordini, cala lievemente il fatturato estero, ma crescono gli ordini esteri.
Crescita limitata anche per la produzione delle industrie della moda (+0,6%), nonostante risultati attorno all’1,5% per il fatturato e gli ordini, ma facendo segnare un lieve passo indietro sui mercati esteri sia per il fatturato, sia per gli ordini.
L’andamento della produzione è marcatamente correlato in senso positivo alla dimensione aziendale. Cresce dell’1,6% per le imprese di minore dimensione, fino a 10 dipendenti, sale di un +2,7% per le piccole (10-49 dipendenti) e aumenta decisamente (+4,9%) per le medie e grandi imprese (da 50 a 500 dipendenti).
Le previsioni delle imprese. Migliorano le previsioni sull’andamento della produzione nel trimestre successivo rispetto a quello di riferimento. Sale al 32,0% dal 22,9% la quota delle imprese che si attende un aumento della produzione nel quarto trimestre, mentre scende dal 18,5% all’11,2% quella che ne teme una riduzione. Il saldo positivo risale quindi a 20,8%.
Quanto all’occupazione e all’andamento degli ammortizzatori sociali, secondo l’Istat, nel trimestre l’occupazione nell’industria in senso stretto regionale risulta pari a quasi 524.000 unità, in diminuzione del 2,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, pari ad una perdita di quasi 12.000 occupati. Si tratta di una riduzione in contro tendenza rispetto al lieve aumento (+0,2%) riferito all’industria nazionale. Le indicazioni giunte dalla cassa integrazione guadagni descrivono una situazione in netto miglioramento. Per l’industria in senso stretto, nel periodo da gennaio ad ottobre 2018, le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni (ordinaria, straordinaria e in deroga) sono risultate quasi 18.416.000, pressoché dimezzatesi (-48,2%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le imprese attive, l’effettiva base imprenditoriale del settore, a fine settembre 2017, risultavano 45.268, con una pesante diminuzione, corrispondente a 812 imprese (-1,8%), rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Le imprese attive nell’industria in senso stretto in Italia hanno subito una riduzione più contenuta (-1,0%). La tendenza negativa ha investito anche le società di capitale (-0,5%), nonostante l’effetto positivo dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata semplificata, che sono in aumento. La normativa citata ha un effetto negativo sulle società di persone, che si sono ridotte sensibilmente (-440 unità, -4,2%). Anche le ditte individuali hanno subito una nuova decisa flessione (-260 unità, -1,4%).