Vaccino anti-meningococco B: lo studio dell’Università di Ferrara conferma sicurezza e alto livello di protezione

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La complessa analisi, condotta da un gruppo internazionale coordinato dal Prof. Lamberto Manzoli di Unife, include i risultati di tutti gli studi effettuati sino ad oggi

vaccini 2Il vaccino è in grado di proteggere i giovani dalle meningiti di tipo B. Lo dimostra la prima analisi aggregata pubblicata sulla più importante rivista al mondo del settore,  Lancet Infectious Diseases, sulla sicurezza del vaccino e capacità di proteggere bambini e adolescenti. 

Lo studio è stato condotto da un gruppo internazionale, coordinato dall’Università degli studi di Ferrara, nel quale sono presenti ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, delle Università di Stanford e Sapienza di Roma, e della ASL dell’Alto Adige.

L’analisi ha incluso i dati di tutti e 20 gli studi scientifici sperimentali eseguiti sinora, per un campione totale di oltre 6.000 tra bambini e adolescenti. Trenta giorni dopo il ciclo primario di vaccinazioni, oltre il 90% dei partecipanti è protetto contro tutti i ceppi batterici testati, responsabili di circa la metà delle meningiti epidemiche. Per due dei ceppi batterici, tuttavia, dopo circa sei mesi dal ciclo primario la protezione si riduce, per tornare – e rimanere – a livelli molto elevati dopo un’ulteriore dose (cosiddetta “booster”). Anche due sole dosi nei bambini sono state in grado di conferire un alto livello di protezione, ma per mantenere tale protezione nel tempo sono necessarie più dosi.

Il profilo di sicurezza del vaccino è apparso buono, con un’incidenza di eventi avversi “seri” inferiore allo 0,6%. Sebbene la frequenza di effetti collaterali sia stata leggermente superiore ai controlli, non si è verificato alcun evento che abbia posto a rischio la vita dei vaccinati, o creato disabilità permanenti.

Secondo il prof. Lamberto Manzoli, docente Unife della Sezione di Igiene e coordinatore dello studio, «per quanto permangano incertezze sulla persistenza della protezione a lungo termine (inevitabilmente, dato che il vaccino è relativamente recente), i risultati sono solidi, poiché derivati da tutte le evidenze scientifiche sperimentali disponibili, e confermano i dati relativi all’efficacia del vaccino sul campo, provenienti dai sistemi di sorveglianza sanitaria di alcuni paesi anglosassoni, dove il vaccino è già stato introdotto su larga scala. Nonostante la complicata situazione attuale delle Università italiane, a Ferrara operano diversi gruppi di ricerca che coordinano studi internazionali complessi e di grande rilievo scientifico».

Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, spiega che «proprio per la rilevanza di questo tema per la sanità pubblica, in un momento come questo, abbiamo coinvolto un gruppo di esperti indipendente, multidisciplinare ed estremamente qualificato, che include alcuni dei più preparati epidemiologi delle università italiane, l’Università di Stanford, ed abbiamo svolto un’analisi particolarmente dettagliata, con oltre 110 tra analisi complessive e stratificate. I risultati ottenuti sono di grande importanza, perché – sottolinea Ricciardi – confermano la sicurezza ed utilità del vaccino per il controllo delle epidemie da meningite di tipo B. Confortano noi tecnici e, spero, anche i cittadini, sul percorso intrapreso in questi ultimi anni».