PD altoatesino schiacciato nella morsa renziana: candidati paracadutati da Roma

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pd alto adige da sx matteo renzi carlo costa christian tommasini alessandro huber
Il sottosegretario Bressa e il ministro Delrio hanno la meglio sui candidati locali. Irridono i Dem Biancofiore (FI) e Urzì (FdI)

pd alto adige da sx matteo renzi carlo costa christian tommasini alessandro huberAlla fine gli incubi del giovane neo segretario altoatesino del PD, Alessandro Huber, si sono materializzati: se in provincia di Bolzano il partito potrebbe ambire ad eleggere due propri rappresentanti (uno alla Camera, il ministro Graziano Delrio, e uno al Senato, il sottosegretario Gianclaudio Bressa), gli eletti non saranno sicuramente locali, ma paracadutati direttamente da Roma con il placet compiaciuto della SVP che, di fatto, ha imposto le proprie preferenze all’alleato italiano.

Una situazione che non ha tardato a destare l’irrisione delle forze politiche della destra italiana. «Povero il neo segretario del Pd locale, Alessandro Huber, che teneramente ammette che sulla sua testa e su quella di tutti i tesserati e gli elettori Pd, ha deciso Renzi direttamente – si intende, con la Svp – chiosa la deputata azzurra Michaela Biancofiore -. Pd altoatesino di fatto commissariato per far spazio a Delrio e Bressa, due nomi affatto casuali e riguardo ai quali ci sorgono inevitabilmente tre domande che saranno il leit motiv di tutta la campagna elettorale, senza tregua, in italiano tedesco e ladino». La coordinatrice regionale azzurra si chiede «se la scelta di Delrio e Bressa sia casuale o se magari c’entri, per caso, la proroga “in house”, ovvero senza gara per 30 anni, ad una società il cui vertice è esattamente lo stesso impegnato nelle attuali trattative politiche regionali per Pd ed Svp? O se è casuale che il comune del quale è stato sindaco il ministro Delrio, vale a dire Reggio Emilia, sia casualmente anche socio dell’Autostrada Modena-Brennero Spa?»

Critiche al PD altoatesino anche dal consigliere regionale Alessandro Urzì (Fratelli d’Italia): «la scelta del Pd di candidare a Bolzano Graziano Delrio, colui che ha sottoscritto qualche anno fa il memorandum di intesa con Luis Durnwalder che prevedeva l’autorizzazione alla cancellazione di parte della toponomastica italiana e per cominciare di nomi simbolo come quello di Vetta d’Italia, malga di Silandro, masi della Muta, suona come una beffa. Il Partito Democratico – prosegue Urzì – ha rinunciato ufficialmente alla sua funzione di rappresentante degli Italiani dell’Alto Adige. La scelta di candidare nel collegio di Bolzano-Bassa Atesina Graziano Delrio di Reggio Emilia e Gianclaudio Bressa di Belluno, nomi imposti da Matteo Renzi, ha candidamente ammesso il segretario altoatesino del Pd Huber, negherà agli italiani altoatesini il diritto di avere propri rappresentanti a Roma. Il tema sarà portato anche in Consiglio provinciale perché è evidente che quanto deciso a Roma alle spalle degli Italiani rende il Pd destituito moralmente dalla sua funzione di rappresentante degli Italiani anche in Provincia». 

Per Urzì «già oggi sulle questioni fondamentali (si pensi alla gestione della scuola italiana) è la Svp a dettare la linea a al vicepresidente di giunta Christian Tommasini e il Pd è completamente assente su tutte le questioni di peso». Uno scenario che apre, secondo Marco Galateo di “Fratelli d’Italia”, di Alessandro Forest de “L’Alto Adige nel cuore” e di Gigi Agnello di “Noi con l’Italia”, «alla necessità per l’intero centrodestra (quindi anche Lega e Forza Italia) di mettere in piedi una coalizione sincera e decisa a sostituire il Pd dal governo provinciale e per offrire agli elettori candidature autorevoli e condivise (da tutti i partiti nazionali e le liste civiche che governano Laives e Bronzolo, e sono fortemente rappresentate a Bolzano ed Egna) per offrire agli elettori disorientati di Pd e Svp una alternativa seria e forte».