La sua quota in GSI (50%) ceduta ai soci di Unibon
Nonostante il mercato dei salumi tipici altoatesini viaggi a gonfie vele, la famiglia Senfter ha deciso di cedere la sua quota nei Grandi Salumifici Italiani cui hanno ceduto il marchio del celebre speck altoatesino per concentrarsi nel settore turistico.
Un cambiamento lungamente meditato: per il fondatore Franz Senfter «è proprio quando le cose vanno a gonfie vele, che bisogna avere il coraggio di intraprendere nuove strade. Questo è il compito di ogni azienda». E la strada individuata è quello di concentrarsi nel campo del turismo, settore dove la holding di famiglia è già da tempo attiva.
I Senfter hanno deciso di accettare l’offerta della Unibon Spa, con cui condividevano il controllo del Gruppo Grandi Salumifici Italiani. «Dopo 17 anni di collaborazione — spiega Helmuth Senfter, figlio del fondatore e vicepresidente di Senfter Holding – abbiamo deciso di percorrere altre vie e di cedere le quote di Gsi. Una cessione non programmata, ma i nostri partner di Unibon ci hanno fatto un’offerta e abbiamo deciso di accettarla. Per noi è stata una decisione sicuramente difficile ma necessaria tenendo conto dello sviluppo futuro delle due aziende. Adesso per entrambi i gruppi si aprono nuove prospettive: Gsi punterà a rafforzare la leadership nazionale, la presenza sui mercati internazionali e il processo di innovazione. Noi invece ci concentreremo su nuovi investimenti sul territorio altoatesino, in particolare nell’ambito turistico e su altre attività economiche, anche in campo immobiliare».
Negli ultimi anni i Senfter hanno investito nel residence Zin Senfter, in centro a San Candido «che funziona molto bene. Per ora non abbiamo in programma la realizzazione di altri alberghi nel breve periodo. Sono invece già in programma da tempo i progetti di nuovi collegamenti sciistici del nostro comprensorio sciistico Tre Cime sia con Padola verso il Veneto che con Sillian in Austria. Un piano di espansione nel quale crediamo molto».
Il gruppo Senfter, per quanto riguarda il settore alimentare, mantiene comunque lo storico negozio di San Candido e uno salumificio in Cina, che fattura circa 10 milioni di euro e conta 110 dipendenti, mentre i tre stabilimenti di Chiusa e San Candido, dove negli ultimi anni sono stati investiti 50 milioni di euro, continueranno a operare invece sotto l’insegna Gsi.