Registrata una più contenuta flessione delle vendite (-0,4%). Il segno negativo su specializzato alimentare e nella stessa misura iper, super e grandi magazzini, tiene lo specializzato non alimentare. Calo delle imprese (-1,7%), determinato da ditte individuali e società di persone
Mentre hanno da qualche giorno preso il via i saldi invernali, e la possibilità di acquisti a prezzi scontati, arrivano i dati del terzo trimestre 2017 dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata in collaborazione da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna.
L’andamento complessivo segnala un’attenuazione della tendenza negativa riscontrata nel trimestre precedente. Per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna, le vendite a prezzi correnti subiscono una flessione più contenuta (-0,4%) nel terzo trimestre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una minore incertezza, nonostante la maggiore diseguaglianza, prospetta la possibilità di una ripresa dei consumi attraverso i canali tradizionali, che risentono della crescita del commercio elettronico.
La conferma della riduzione della tendenza negativa è riflessa da un chiaro miglioramento del saldo tra la quota delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite che ritorna positivo passando da -13,3% a +2,0%. Le tinte meno fosche caratterizzano anche il miglioramento dei giudizi sull’eccedenza delle giacenze, il cui saldo scende da 10,5% a 5,7%, livello sempre superato dopo il secondo trimestre 2014. Ancora in positivo, grazie anche all’effetto della stagionalità, è atteso un sensibile miglioramento delle vendite nel corso del quarto trimestre, tanto che il saldo tra le valutazioni delle imprese è salito da +9,3% a +26,3%, quota mai avvicinata dal terzo trimestre 2011.
La tendenza negativa domina ancora, ma si allevia leggermente per lo specializzato alimentare, con una flessione delle vendite dello 0,9%, mentre si alleggerisce sensibilmente per quello non alimentare (-0,1%). Al contrario le vendite degli iper, super e grandi magazzini invertono la tendenza positiva dei due trimestre precedenti accusando un calo dello 0,8%.
Si riduce la correlazione tra l’andamento delle vendite e la dimensione aziendale. Il segno è rosso per la piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti (-0,8%), e per le medie imprese, da 6 a 19 addetti (-0,6%), mentre le vendite aumentano lievemente per le imprese con 20 o più addetti (+0,2%).
Nell’ultimo anno si è accentuata progressivamente la pressione sulla base imprenditoriale. Alla fine del terzo trimestre erano attive 45.830 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,7% (792 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è più contenuta (-1,1%). L’andamento negativo è dato dall’ampia riduzione delle ditte individuali (-706 unità, -2,2%), accompagnata da quella delle società di persone (-2,0%, -202 unità). Queste ultime risentono dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina la crescita delle società di capitale (+2,9%, +125 unità).