Prosegue l’impegno verso una visione della frutticoltura trentina sempre più sostenibile, coerente e condivisa
Presentati presso la sede della Federazione Trentina della Cooperazione i dati di sintesi e aggiornamento dell’importante percorso messo in atto da APOT – Associazione Produttori Ortofrutticoli Trentini – nell’ambito del progetto “Trentino frutticolo sostenibile”, avviato nella primavera del 2016 e concretizzatosi lo scorso luglio nella pubblicazione del primo bilancio di Sostenibilità.
Continua sempre con intensità e organizzazione l’attività formativa che ha contato nel 2017 oltre 1.200 ore di docenza sul tema della sicurezza e tutela dell’ambiente, con 8.996 presenze e 31.432 ore di formazione. Da segnalare il progetto di informatizzazione dei Quaderni di Campagna, per una gestione moderna e funzionale, giunto ormai a due terzi del totale delle aziende e che si prevede completato entro il prossimo febbraio. Cardine del progetto rimangono i controlli analitici della frutta, dove si è riscontrato che il 99,4% dei campioni risulta conforme.
Oltre alla consueta attività di revisione delle irroratrici, degno di nota il dato che emerge dalla raccolta di imballaggi fitosanitari ed altri rifiuti agricoli, organizzata da Apot, che evidenzia un deciso calo nei conferimenti dal 2012 al 2017, sintomo di una maggiore consapevolezza e attenzione nell’utilizzo e smaltimento.
Particolare soddisfazione è stata espressa per il progetto “Meleto pedonabile sostenibile”, frutto della collaborazione tra APOT, FEM e CIF, in cordata ATI, che sulla base di un campionamento delle aree frutticole del Trentino ha messo in luce un livello di biodiversità del suolo e decisamente soddisfacente che ha permesso alla società CCPB che ha realizzato il lavoro di rilasciare la prima “certificazione” sulla base dello standard DTP 17 “Biodiversity Alliance”. Questo progetto, annunciato nel 2016, è entrato nella sua piena fase operativa, ma già un nuovo progetto per una “Frutticoltura alternativa sostenibile” è stato presentato per favorire il rilancio della DOP Susina di Dro e valutare l’efficacia del controllo biologico della “mosca mediterranea” con il rilascio di nemici naturali.
Prosegue poi il progetto di ricerca tra Assomela e la Libera Univeristà di Bolzano, impegnati in un percorso triennale (2017/2019) verso il miglioramento delle condizioni di uso ed efficienza dell’acqua e predisposizione di un “indice di qualità“ ambientale e produttivo per il sistema “frutteto”.
Sull’attuale tema del biologico, si conferma la previsione di arrivare a 800 ettari dedicati entro il 2022, con un netto incremento delle quota delle varietà “resistenti” che arriverà a circa il 4% del totale.
«E’ passato meno di un anno dall’inizio delle attività di informazione e comunicazione che Apot ed i Consorzi associati hanno deciso di attivare per dare trasparenza e maggiore valore alle tante iniziative realizzate nel campo della sostenibilità – ha dichiarato Ennio Magnani, presidente APOT -. E già i primi risultati si sono visti, frutto del costante dialogo e confronto tra enti pubblici e privati, organismi di categoria e rappresentanze, libere associazioni e centri di ricerca. Un intenso lavoro di ricerca ed innovazione, fatto oggi anche di relazione e di condivisione, dove ognuno ha operato con la massima serietà, professionalità e concretezza, consapevole di sostenere e realizzare progetti finalizzati a garantire un futuro al nostro territorio e alle nuove generazioni».
«Il bilancio di sostenibilità della frutticoltura trentina è la dimostrazione concreta dell’applicazione della strategia del sistema frutticolo trentino per garantire uno sviluppo sostenibile delle proprie attività – ha sottolineato Mauro Fezzi, presidente della Federazione –. Raccoglie quanto fatto finora sui diversi aspetti della sostenibilità e i risultati raggiunti gettando le basi per gli obiettivi futuri, nella logica di sviluppare un percorso il più possibile condiviso con tutti i portatori d’interesse».