Il 4 gennaio ha coperto il 61% della domanda industriale elettrica e il fabbisogno di 160 milioni di famiglie
L’Europa è sempre più “tirata” dal vento e dall’energia rinnovabile sviluppata dagli aerogeneratori sempre più grandi e sofisticati che crescono con maggiore dinamismo specie nei paesi del Nord Europa.
L’eolico europeo ha inaugurato l’anno con un record storico, coprendo nella giornata del 4 gennaio il 22,7% della domanda di energia, producendo 2.128 gWh di energia pulita, in grado di coprire i fabbisogni di 160 milioni di famiglie e il 61% della domanda industriale elettrica.
Nella classifica dei Paesi europei con la maggiore produzione, l’Italia si è posizionata al quinto posto con 113 gWh (14,5% della domanda), dietro a Germania, Spagna (266,8 gWh, 37,3%), Francia e Regno Unito (204,6 gWh, 22,1%). In base ai dati di WindEurope, la giornata di mercoledì 4 gennaio ha anche fatto segnare due record eolici nazionali: in Germania, dove con 925,3 gWh (833 in terraferma e 92,3 in area marina) è stato soddisfatto il 60,1% del consumo di elettricità, e in Francia, che con 218 gWh (tutti in terraferma) è arrivata a generare con il vento il 14,6% della richiesta.
La sfida dell’eolico è nella produzione di aerogeneratori di taglia sempre più elevata e di maggiore efficienza meccanica, coniugati con sistemi di accumulo energetico in modo da equilibrare il più possibile i picchi di produzione eolica con l’andamento della domanda elettrica. In questo contesto, le viarie realtà attive nel settore investono sempre più consistentemente in sistemi di lagunaggio (pompaggio di acqua da un serbatoio a valle ad uno in quota (dove c’è l’aerogeneratore) per poi produrre energia con il rilascio d’acqua nelle turbine a valle) o nella produzione di idrogeno o di carburanti di sintesi.