“Fiabe popolari veneziane”: torna a risplendere il mondo delle fiabe e tradizioni popolari

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Daniela Zamburlin per i tipi di Venìpedìa editrice si cimenta nella raccolta delle storie popolari anche in funzione educative per imparare l’inglese

Di Giovanni Greto

zamburlin fiabe“Venìpedìa editrice”, nata nel 2016 dopo aver lanciato nel 2012 “Venìpedìa”, un’enciclopedia tematica on line – con centinaia di schede enciclopediche, con lo scopo di divulgare l’argomento “Venezia” in modo innovativo, rivolgendosi ad un pubblico eterogeneo di tutte le età – ha presentato nelle sale monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana il suo secondo libro.

Dopo aver pubblicato, quarta edizione italiana in cinque secoli, la più antica guida di Venezia (Marco Antonio Sabellico, “Del sito de Vinegia”), è stata data da poco alle stampe “Fiabe popolari veneziane/Venetian folk fairy tales”. Oltre che nel formato cartaceo, il volume è acquistabile come libro elettronico. La differenza è che nel volume cartaceo, accanto ala versione in italiano compare quella in inglese, curata dalla londinese Cecilia Holden, da tre anni residente a Venezia. Questo allo scopo di diffondere nel mondo – ha dichiarato Marco Trevisan, uno dei soci fondatori – una delle massime espressioni della tradizione popolare veneziana.

Ogni pagina del volume presenta una doppia colonna, che consente di seguire simultaneamente le due lingue con un intento educativo: gli italiani potranno imparare o approfondire il loro inglese, gli anglosassoni faranno lo stesso con l’italiano. Ad arricchire ogni narrazione hanno contribuito illustrazioni disegnate appositamente dalla veneziana, transfuga a Spinea, Chiara Da Villa. L’artista, per sua ammissione autodidatta, ha usato la china e il pastello. Come lei stessa ha spiegato “la china è un qualcosa di nobile e si può dare sia un segno morbido, sia graffiante”. Il risultato avvicina ogni tavola alle foto antiche con viraggio seppia. Marco Trevisan ne ha tessuto l’elogio, dichiarando che le sue non sono semplici illustrazioni, ma costituiscono un’opera dentro un’opera.

Daniela Zamburlin ha selezionato diciassette fiabe che appartengono alla più autentica tradizione popolare veneziana e le ha tradotte in italiano. Per lei, assente alla presentazione in Marciana, perché bloccata dal mal di schiena, ha parlato Maurizio Vittoria. «Le fiabe sono racconti che vengono tramandati. In ognuna ci sono archetipi che fanno parte dell’uomo. Nessuno è in realtà l’Autore di questi racconti». Dunque, viste le diverse versioni esistenti, soprattutto nei racconti più famosi – un nome per tutti, “Cenerentola”-, ogni autore dovrebbe far precedere il proprio nome dalla formula “a cura di”. Vittoria, infine, ha negato il luogo comune secondo il quale le fiabe siano state scritte per i bambini. 

Il libro, assieme a quello di Sabellico, fa parte della linea “Top” della casa editrice. Segnalata dal bordo giallo, comprende autori che seguono la tradizione di massima ricerca. Vi è poi la linea “Pop”, dal formato tascabile, dedicata ai detti e ai modi di dire veneziani, presentati in maniera diversa, con la voglia di svecchiare. La terza e ultima, di cui è pronto solo il prototipo, è la linea “Territorio”, contrassegnata da una freccia che parte dal territorio e arriva a “Venìpedìa”. E’ dedicata alla valorizzazione del patrimonio inespresso di persone, “nuovi autori”, che hanno qualcosa da dire.  Ottima la scelta dell’Autrice, esperta di fiabe e tradizioni popolari, di storia delle donne e di storia di Venezia, che ha selezionato racconti conosciuti solo in parte, meritevoli, anche per un sottile umorismo che spesso percorre i testi, di venire diffusi ad un pubblico di appassionati.