CNA: «sacchetti biodegradabili, norma da cambiare»

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sacchetti frutta e verdura
Legge votata di notte senza confronto. Consumatori penalizzati, incombenze per gli esercenti. Cresce la polemica politica su presunti favoritismi ad aziende vicine al Pd e al suo leader Renzi

sacchetti frutta e verduraGaleotta è stata la norma inserita alla chetichella nella legge di Bilancio 2018 relativamente all’introduzione dell’obbligo dell’impiego di sacchetti biodegradabili peril primo imballaggio di frutta e verdura con l’obbligo del loro pagamento.

La CNA intende far modificare il provvedimento e prepara la mobilitazione sia a livello istituzionale che a quello locale. La CNA Agroalimentare ha predisposto una circolare per le imprese del settore. «I prezzi dei sacchetti di frutta e verdura varieranno da un minimo di 2 fino ad un massimo di 10 centesimi. I sacchetti, rigorosamente biodegradabili, non potranno essere riutilizzati una seconda volta. Il divieto è imposto per motivi igienici, anche se i critici del provvedimento – sottolinea la CNA – sostengono che sia una scelta dettata più dai ricavi per lo Stato che per motivi di sicurezza alimentare e ambientale. Non è un mistero che parte del ricavo generato dalla vendita dei sacchetti a pagamento sarà poi girato alle casse dello Stato dagli esercenti sotto forma di Iva e imposta sul reddito. D’altronde, 2 centesimi non fanno rumore, anche se alla lunga quei centesimi per ciascuna busta potrebbe avere una ripercussione economica importante sul portafoglio di ciascuno». Soprattutto se si privilegia la cosiddetta dieta mediterranea che fa largo uso di frutta e verdura nell’alimentazione di ogni giorno.

«Come CNA – sottolinea l’associazione di categoria – abbiamo criticato non solo il provvedimento ma come è stato approvato in Parlamento, praticamente dalla notte del 2 agosto alla mattina del 3, senza discussione di merito e con la conversione in legge, nel cosiddetto D.L. 91/2017 “Decreto crescita Mezzogiorno”, che non ha alcuna attinenza su disposizione riguardanti l’ambiente».

La nota dolente per i consumatori è rappresentata dal fatto che tutti i sacchetti leggeri e ultraleggeri dovranno essere ceduti esclusivamente a pagamento, come avviene adesso per le buste della spesa in vendita alle casse dei negozi e supermercati, mentre sarebbe stato più opportuno che fosse a discrezione dell’esercente, magari lasciandogli la possibilità di scegliere anche tra altre forme di imballaggio, ad iniziare dai sacchetti di carta, sicuramente ecologici e biodegradabili. Di fatto, si tratta cosi di un nuovo balzello che grava sui consumatori e complicherà la vita alle imprese del settore, che nello scontrino fiscale devono far riportare la cessione del biodegradabile e indicarlo separatamente nel registro corrispettivi. 

«Se da un lato è necessario alzare il livello d’impegno per aumentare la consapevolezza dei cittadini sugli impatti che le borse di plastica hanno sull’ambiente – afferma la CNA -, dall’altro non si può scaricare sempre i costi sui consumatori e sulle imprese della distribuzione: più corretto sarebbe stata una previsione legislativa capace di introdurre comportamenti virtuosi già nella fase produttiva. Ci sono attualmente in circolazione milioni di bottiglie di plastica difficili da smaltire, a tutti i livelli dalle acque alle bibite, senza che nessuno faccia o dica qualcosa e poi si cerca di intervenire sui micro sacchetti, è un po’ una contraddizione di sistema». Senza considerare il fatto che tutta la frutta e verdura già confezionata viaggia avvolta in imballaggi di polietilene e di polistirolo sicuramente non biodegradabili e nocivi per l’ambiente.

La norma sta infiammando anche la polemica politica, visto che da molti si addossa la responsabilità al Partito Democratico ed in particolare al suo leader Matteo Renzi, visto che la norma proposta dalle deputate Dem Stella Bianchi e Alessia Moriani, andrebbe a favorire la Novamont, guidata da Catia Bastioli, ritenuta vicina a Matteo Renzi (che ha smentito via social ogni collegamento) perché relatrice alla seconda Leopolda e nominata dal suo governo presidente di Terna. Non solo: la norma approvata dal Parlamento sarebbe andata anche oltre le richieste della normativa europea, la quale nulla dice riguardo all’obbligo di adottare materiali biodegradabili rispetto ai sacchetti ultraleggeri.

Sul tema tenta di buttare acqua il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti: «l’entrata in vigore della normativa è un atto di civiltà ecologica, che pone l’Italia all’avanguardia nel mondo». Un primato che molti si sarebbero risparmiati volentieri. I consumatori, secondo il ministro, pagavano le buste per l’ortofrutta anche prima «con un ricarico sul prezzo dei prodotti. Oggi invece il consumatore sa quanto costa l’impegno per la lotta alle plastiche». Eppure nessuno ha ancora annunciato o visto sconti sul prezzo della frutta e verdura.