Economia in salute, piena occupazione, più potere d’acquisto. In arrivo una facoltà di ingegneria al “NOI”
Incontro di fine d’anno con la stampa per il bilancio di quanto fatto per il presidente della provincia di Bolzano e della regione Trentino Alto Adige, Arno Kompatscher, che ha fatto un’analisi a tutto tondo sull’attività svolta e sulle iniziative da mettere in campo nel 2018, anno elettorale che vede il rinnovo del Parlamento e del Consiglio regionale.
«Economia e politica sociale? Sono le due facce della stessa medaglia» ha detto Kompatscher. Tracciando un bilancio della situazione economica in Alto Adige, il Landeshauptmann ha sottolineato i dati positivi che si registrano a livello locale: disoccupazione sotto la soglia del 3,5% che a livello europeo viene considerata piena occupazione, un tasso di forza lavoro attiva pari al 78,2% superiore anche a regioni vicine come il Tirolo. «Il nostro tessuto economico formato da tante piccole imprese – ha spiegato Kompatscher – è stato in grado di reagire al meglio, e in maniera estremamente flessibile, alla crisi internazionale, e ora ha ripreso a crescere e a creare posti di lavoro. Una piccola parte di merito è anche delle politiche portate avanti dalla Giunta provinciale, a partire dalla riduzione dell’imposizione fiscale di nostra competenza». Risultati che hanno dato la polvere anche alla vicina provincia di Trento, la cui azione di governo non è stata altrettanto efficace (per usare un eufemismo).
Oltre a ciò, uno dei dati che sta maggiormente a cuore a Kompatscher è quello relativo al potere d’acquisto, ovvero ai salari depurati dall’inflazione. «Sino al 2015 – ha detto – crescevano i salari nominali ma calavano quelli reali. Dal 2015 anche quest’ultimo dato, che corrisponde al potere di acquisto dei cittadini, fa registrare una crescita. Si tratta di un fatto estremamente positivo».
Per il futuro, la strategia della Giunta provinciale punta con forza non solo sulla quantità, ma anche sulla qualità dei posti di lavoro, per dare competitività alle imprese e favorire la ricerca e l’innovazione. A tal proposito, Kompatscher ha ricordato che il nuovo parco tecnologico “NOI” di Bolzano, che ormai non incontra più le resistenze di qualche anno fa, «consentirà di aprire la porte a questo tipo di sviluppo, anche perché l’obiettivo è quello di creare all’interno del “NOI” una facoltà di ingegneria della Libera Università di Bolzano». Secondo Kompatscher, questa novità potrebbe rafforzare ulteriormente la rete tra imprese, centri di ricerca e università.
Altro tema legato a doppio filo non solo alle questioni ambientali, ma anche all’economia, è quello della mobilità e in maniera particolare del traffico pesante nell’arco alpino. Kompatscher ha annunciato che l’8 gennaio parteciperà a Monaco di Baviera ad un incontro europeo sulla questione traffico dove «per la prima volta – ha annunciato – l’Italia si posizionerà in maniera chiara a favore di una crescita dei pedaggi autostradali lungo l’asse del Brennero con l’obiettivo di trasferire il traffico pesante da gomma a rotaia». Tra i motivi che rendono il Brennero il valico più utilizzato per i passaggi da Nord a Sud delle Alpi, Kompatscher ha indicato non solo i pedaggi più economici rispetto all’attraversamento della Svizzera, ma anche il prezzo decisamente inferiore del carburante nel territorio austriaco.
Kompatscher guarda anche verso il futuro, lanciando la candidatura delle Dolomiti e del NordEst ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. Una candidatura comune di Alto Adige, Trentino, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Tirolo. «L’idea delle Olimpiadi delle Dolomiti mi piace – ha spiegato Kompatscher – ma a una condizione: che non vengano sperperati miliardi di euro per costruire impianti e infrastrutture faraoniche». Kompatscher ha spiegato di aver già discusso la proposta con il ministro dello Sport, Luca Lotti, e con il presidente del Coni, Giovanni Malagò, trovando molto interesse a proposito. «Le Olimpiadi devono tornare nei luoghi dove gli sport invernali sono nati – ha aggiunto il Landeshauptmann – e possono benissimo farlo utilizzando le strutture che già sono presenti sul territorio. Penso agli impianti di gara, ma anche alle infrastrutture turistiche: non abbiamo bisogno di interventi che rovinano il paesaggio o di opere miliardarie». Secondo Kompatscher, la sua proposta rappresenta anche una sorta di «provocazione nei confronti del CIO: se non ci si rende conto che questo è un passaggio necessario, le Olimpiadi invernali rischiano seriamente di morire nel giro di pochi anni».