I vini biologici della Cantina Pizzolato per il brindisi (e non solo) delle festività natalizie

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Cantina Pizzolato Villorba Settimo Pizzolato
Due Rossi, un Bianco e un Prosecco tutti realizzati all’insegna della sostenibilità in campo e in cantina, tutti decisamente interessanti e piacevoli, testimoni della migliore enologia del Trevigiano

Cantina Pizzolato Villorba Settimo PizzolatoPer i brindisi delle imminenti festività natalizie e per accompagnare pranzi e cene più o meno pantagruelici la tendenza di quest’anno è rivolgersi a vini biologici, vini prodotti da uve coltivate con il metodo biologico senza l’impiego di agenti chimici di sintesi nei vigneti, mentre in cantina la vinificazione avviene con utilizzo limitato di solfiti e con prodotti enologici certificati bio.

La cantina di Settimo Pizzolato di Villorba di Treviso ha imboccato la strada dei vini bio dal 1991, ben 21 anni prima dell’entrata in vigore del Regolamento europeo 203/2012 che ha introdotto la certificazione dell’intero processo di produzione enologica biologica, realizzando vini sani, naturali, genuini, che rispettano non solo l’ambiente e l’ecosistema, ma anche salvaguardano la salute di chi li consuma.

Cantina Pizzolato presenta quattro vini Bio, due Rossi, un Bianco e un Prosecco di sicuro interesse.

18 PROSECCO SENZA SOLFITISettimo Pizzolato produce un Prosecco Doc senza solfiti bio molto intrigante. Prodotto nelle colline attorno a Treviso, con uve base interamente di Glera raccolte esclusivamente a mano previa selezione, con fermentazione in bianco che parte dal mosto senza aggiunta di anidride solforosa. La fermentazione viene attivata con lieviti selezionali con bassa produzione di anidride solforosa a temperatura controllata attorno ai 14°C all’interno di autoclavi d’acciaio inox per una durata di circa due mesi, fino a raggiungere una pressione di 4,5 atmosfere, dopo di che il vino passa alla linea di imbottigliamento con un grado alcolico dell’11% e un contenuto di zuccheri di 8 grammi/litro. Vino dal colore giallo paglierino scarico con qualche riflesso verdognolo con un intenso perlage, al naso offre sentori armonici e fruttati che ricordano la mela e la pesca, oltre ai fiori di acacia. In bocca, sprigiona un sentore fresco ed equilibrato, piacevolmente persistente, con sapori che ricordano la mela golden. Servito freddo, si dimostra un jolly adatto a tutte le occasioni e a tutto il pasto.

L’attenzione all’ambiente di questo Prosecco non si limita al contenuto, ma si estende anche al contenitore, una bottiglia in vetro leggero, con un’etichetta in carta certificata FSC e una capsula in 22 MANZONI PIAVE DOCcarta legata con un fiocco di raffia. Un insieme originale e raffinato.

Tra i Bianchi tranquilli, degno di nota è il Manzoni Bianco Doc Piave 2016 Bio, provenienti da uve coltivate sulle colline del Veneto e frutto della migliore ricerca enologica della scuola di Conegliano, basato sull’incrocio di Pinot Bianco e Riesling Renano. La vinificazione delle uve si compie in bianco classica, con fermentazione del 10% del vino in botti di legno. Al termine della fermentazione alcolica, il vino permane per un adeguato periodo a contatto con i lieviti per catturare i migliori profumi e aumentare la propria complessità, conferendo 13% di gradi alcolici e 3 grammi/litro di zuccheri. Nel bicchiere sfoggia un colore giallo paglierino intenso, mentre al naso offre un sentore complesso, con note floreali di acacia e di fruttato. All’assaggio sfoggia un sapore caldo, elegante, ricco di note aromatiche e minerali conferite dalla fermentazione in legno e alla lunga permanenza sui lieviti. Servito fresco, è un compagno ideale per gli aperitivi e gli antipasti, oltre che per i piatti leggeri.

25RABOSO PIAVE DOCPassando ai Rossi, da notare il Raboso Doc Piave 2015 bio, prodotto in purezza da vitigni autoctoni di Raboso coltivati nell’area a nord di Treviso. Appena raccolte, le uve subiscono una vinificazione classica in rosso per l’85% del totale, mentre il restante 15% viene sottoposto ad appassimento in cassette di legno aerate per circa 90 giorni, dopo di che vengono sottoposte a pigiatura e vinificazione. Le due quantità di vino sono poi assemblate e avviate alla maturazione in botti di rovere per circa un anno, cui fa seguito l’ulteriore affinamento in barrique per altri sei mesi. Prima di essere messo in commercio, deve passare almeno due anni dalla data di vendemmia per potersi fregiare della Doc Piave. Ne scaturisce un vino decisamente corposo, 13% di grado alcolico, con zuccheri a 3 grammi/litro e basso contenuto di anidride solforosa. Nel bicchiere il Raboso Doc Piave sfoggia un intenso colore rosso scuro con tendenza al granato. Al naso offre sentori di frutti di bosco, di confettura di prugne e note speziate tendenti alla liquirizia e al tabacco. In bocca sfoggia una decisa potenza, tanto da poterlo quasi considerare vino da meditazione, da sorbire con piccoli ma intensi assaggi, corposo e molto sapido. Vino che si presta a 26 IL BARBAROSSAgrandi invecchiamenti, si adatta grandemente ai piatti succulenti, specie ai brasati a base di carne grassa o selvaggina. E’ disponibile nel tradizionale formato di bottiglia da 750 ml o in quello magnum da 1,5 litri.

Sempre tra i Rossi bio della cantina Pizzolato, da citare “il Barbarossa” 2014 Raboso Malanotte Docg Bio. Qui si è dinnanzi ad un signor vino che si avvicina grandemente ad uno degli ambasciatori dell’enologia veneta nel mondo, l’Amarone. Basato su uve di Raboso Piave in purezza coltivate a nord di Treviso, il 70% delle uve viene vinificato in rosso classico, mentre il 30% viene fatto appassire in cassette di legno areate per circa 90 giorni, dopo di che sono pigiate e vinificate. Le due parti di vino sono quindi assemblate e fatte maturare in botti di rovere e barriques per circa 24 mesi, cui fa seguito l’affinamento in bottiglia per altri sei mesi. Per fregiarsi della Malanotte Docg, devono passare almeno 36 mesi dalla vendemmia alla commercializzazione. Ne scaturisce un vino corposo, 13,5% di grado alcolico e 4 grammi/litro di zuccheri, di colore rosso rubino con riflessi violacei. Il meglio “il Barbarossa” lo offre al naso, dove sfoggia un profumo intenso tendente alla frutta essiccata con note di speziato, e, soprattutto, all’assaggio: qui si è al cospetto di un gran vino da meditazione, lungamente persistente, piacevolmente complesso, semplicemente capace di emozionare. Si presta bene al consumo in solitaria prolungato, così come ad abbinare piatti succulenti a base di carne o pasticci. E’ disponibile nel classico formato della bottiglia da 750 ml o in quella magnum da 1,5 litri.