Elezioni politiche: in Alto Adige il Pd perde un pezzo con la mancata ricandidatura del senatore Palermo

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Continua la raccolta di firme degli esponenti Dem contro la possibile candidatura di Boschi nei collegi della provincia. Il centro destra guarda con rinnovato entusiasmo agli appuntamenti elettoriali delle Politiche e delle Regionali

marie elena boschi 2In Alto Adige (e anche in Trentino) quella che doveva essere una cavalcata trionfante dell’alleanza Svp-Pd-Patt nella conquista a cappotto (o quasi) di tutti i seggi disponibili si sta rivelando ogni giorno che passa un’operazione in salita, specie tra le fila del centro sinistra autonomista.

Uno dei “pezzi” più pregiati dell’alleanza, il senatore altoatesino Francesco Palermo, indipendente Pd-Svp, ha deciso di non ricandidarsi alle politiche della prossima primavera. «Torno alla vita accademica a tempo pieno, agli impegni internazionali, alle sfide intellettuali. Al lusso di potersi occupare delle questioni strutturali e non congiunturali», scrive il costituzionalista bolzanino. 

Palermo fa un bilancio della sua esperienza: «il mondo è più cupo, e il nuovo clima di intolleranza che si respira in buona parte d’Europa e del mondo trova molte, troppe sponde in un contesto di delicatissimi equilibri come l’Alto Adige. In fondo è bastata l’elezione di un candidato trasversale, italiano appoggiato dai tedeschi in un collegio misto vinto con più voti di tutti gli altri dieci candidati messi insieme, a dimostrare la potenzialità di questo complesso e meraviglioso territorio di essere davvero un ponte tra culture». 

Intanto, in provincia di Bolzano continua la raccolta firme promossa da esponenti del PD (con l’avvallo del segretario provinciale) contro lo scenario di una candidatura dell’amazzone Dem Maria Elena Boschi in uno dei collegi dell’Alto Adige: troppo elevato che la candidatura della vestale del Giglio Magico Fiorentino, azzoppata dallo scandalo delle banche e dal fallimento del referendum costituzionale, possa essere un boomerang sui consensi locali. Consa che sembra contagiare anche il vicino Trentino, dove i vertici locali del partito hanno già ribadito di non gradire candidati “paracadutati” da Roma (o da Firenze).

Ad ingarbugliare le cose c’è anche la decisione della formazione politica di Grasso, “Liberi & Uniti” di presentare proprie candidature anche in tutti i collegi della regione, cosa necessaria per partecipare alla ripartizione dei voti nel proporzionale nazionale. Un fatto che, erodendo circa un 10% di voti dal bacino elettorale del PD, rischia di fare mancare l’elezione del candidato dell’asse Svp-Pd-Patt (in Trentino con l’appoggio dell’Upt) per una manciata di voti, favorendo i M5S e, soprattutto, l’alleanza di centro destra Fi-Lega-Fdi, specie se questi sapranno proporre agli elettori candidati di spessori e non personaggi ormai bolsi, privi di reale attrattività tra gli elettori.