Chiusura di Stagione con l’esecuzione in prima assoluta di “Burlesque” per mandolino e quartetto d’archi di Ugoletti commissionato dalla Società Filarmonica
Protagonista, a chiusura della stagione 2017 della Società Filarmonica di Trento (martedì 19 dicembre, ore 20.45), è uno strumento chiamato di rado sui palcoscenici della musica da camera, il mandolino. Il suo fascino popolare viene qui elevato all’ennesima potenza grazie a un musicista carismatico, dotato di un temperamento capace di lasciare un segno indelebile, l’israeliano Avi Avital. Nato nel 1978 a Be’er Sheva si è diplomato al Conservatorio di Gerusalemme e quindi in Italia con Ugo Orlandi a Padova.
Con l’obiettivo di definire in maniera nuova il repertorio (al pari di Segovia con la chitarra) Avital ha lavorato con la musica klezmer, barocca e contemporanea arrivando, nel 2010, a conquistare (primo mandolinista in assoluto) una nomination Grammy. Subito ingaggiato dalla Deutsche Grammophon, Avi Avital si è esibito con la Israel Philharmonic Orchestra, i Berliner Symphoniker, i Pomeriggi Musicali di Milano, la Chamber Music Society of Lincoln Center collaborando con artisti noti come il clarinettista Giora Feidman o il soprano Dawn Upshaw. Le sue esibizioni alla Wigmore Hall di Londra, Philharmonie di Berlino, Konzerthaus di Vienna sino all’auditorium della Città proibita di Pechino hanno riportato il mandolino ai fasti di una vastissima popolarità. A una formazione italiana fresca di studi e di titoli (vincitrice nel 2014 del Premio Farulli) è affidato il compito di sigillare luminosamente la presenza a Trento di Avital.
Il Quartetto Guadagnini (Fabrizio Zoffoli, Cristina Papini, violino; Matteo Rocchi, viola; Alessandra Cefaliello, violoncello) è forse la più promettente formazione quartettistica oggi presente in Italia. Nato nel 2012, il “Guadagnini” è formato da quattro musicisti provenienti da Ravenna, Pistoia, Roma e Bari.
La celebre “Ciaccona” di Johann Sebastian Bach (1720) e il “Quartetto n. 2” di Alexander Borodin (1881), romantica dichiarazione d’amore per la moglie Ekaterina, fanno da cornice a due opere contemporanee composte per Avi Avital. “Cymbeline” (2013) si richiama a un’antica parola celtica legata alla divinità del sole, come ci racconta David Bruce: “Nonostante non mi consideri una persona sinestesica, fin da subito ho sentito molto forte la presenza del colore oro. Il mandolino mi è sempre sembrato uno strumento in grado di creare un suono “dorato”, ancora di più in combinazione con il caldo timbro degli archi. L’opera si struttura in tre parti – alba, mezzogiorno e tramonto – con due movimenti contemplativi intorno a quello centrale assai energico”.
Paolo Ugoletti introduce invece così la sua “Burlesque” (2017), commissionata dalla Società Filarmonica: «Quando il maestro Carlini mi chiese di scrivere un pezzo per Avi Avital e un quartetto d’archi mi sentii imbarazzato per l’ignoranza che mi affliggeva riguardo a uno strumento universalmente riconosciuto come simbolo della musica italiana, popolare e colta. È stato con sorpresa e piacere che visionando i suoi video ho potuto constatare la ricchezza e la vitalità dell’interprete e dello strumento. “Burlesque” è almeno nella speranza del compositore un pezzo allegro, strutturato come un rondò, cioè con temi e oggetti musicali che si intercalano e ritornano, si innestano e ibridano, allacciati in una sequenza che è motivata a volte dalla somiglianza, a volte dal contrasto, a volte dal desidmerio di dare ordine agli eventi creando richiami e simmetrie. Lo strumento solista è impiegato virtuosisticamente e nei più diversi toni: nel corso della composizione vengono sparsi semi dalla tradizione classica, dalla musica country, dalla musica folk. Il quartetto d’archi non agisce come supporto o sfondo delle evoluzioni del solista ma paritariamente dialoga e costruisce il discorso musicale».
Programma
J. S. Bach (1685-1750)
Ciaccona
P. Ugoletti (*1956)
Burlesque, per mandolino e quartetto d’archi (Prima assoluta: commissione Società Filarmonica di Trento)
D. Bruce (*1970)
Cymbeline, per mandolino e quartetto d’archi
A. Borodin (1833-1887)
Quartetto n. 2 in Re magg. (Allegro moderato – Scherzo: Allegro – Notturno: Andante – Finale: Andante. Vivace)