Pucci: «pagare le tasse è un dovere, ma spesso famiglie e aziende sono in crisi di liquidità e le priorità per l’imprenditore è pagare stipendi e fornitori»
Ammonta a quasi 87 miliardi di euro l’anno il totale dell’evasione fiscale in Italia. Nel periodo 2010-2015 l’ammontare complessivo di gettito sottratto alle casse dello Stato si è attesto rispettivamente a 83 miliardi, 90,2 miliardi, 86,9 miliardi, 87,5 miliardi, 89 miliardi e 85,2 miliardi.
Irpef e Iva risultano tra le imposte più evase: la tassa sui redditi registra mancati versamenti medi per 30,7 miliardi, mentre per quanto riguarda il balzello sui consumi sfuggono all’amministrazione finanziaria 35,5 miliardi. Questi i dati principali di un rapporto del Centro studi di Unimpresa sulla base di dati del ministero dell’Economia e delle Finanze
«Le tasse vanno pagate e onorare le scadenze col fisco è un dovere di tutti i contribuenti sia famiglie sia imprese. Tuttavia, quando si osservano dati sull’evasione fiscale, non si possono ignorare alcuni aspetti. Come il fatto che una parte dei soggetti che decide di non versare imposte e tributi nelle casse dello Stato lo fa per necessità, talora per la mancanza assoluta di disponibilità talora per far fronte ad altri pagamenti. Ciò vale per le famiglie e vale, soprattutto, per le imprese. L’imprenditore che non paga, spesso, dirotta il denaro al pagamento degli stipendi o di altri fornitori magari artigiani, piccole aziende o professionisti» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci.
Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati contenuti nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, nel la media dell’evasione fiscale è attestata, nei sei anni che vanno dal 2010 al 2015, a 86,9 miliardi. Il picco massimo è stato raggiunto nel 2011 con 90,2 miliardi, il minor livello nel 2010 con 83,04 miliardi; ne 2012 la media di evasione si è attestata a 86,9 miliardi, nel 2013 a 87,5 miliardi, nel 2014 a 89,06 miliardi e nel 2015 a 85,2 miliardi.
Irpef e Iva risultano tra le imposte più evase: la tassa sui redditi registra mancati versamenti medi per 30,7 miliardi, mentre per quanto riguarda il balzello sui consumi sfuggono all’amministrazione finanziaria 35,3 miliardi. Nel dettaglio, nel 2015 si sono registrati mancati versamenti di Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) per 31,6 miliardi, di Ires (imposta sul reddito delle società) per 10,2 miliardi, di Iva (imposta sul valore aggiunto) per 34,7 miliardi, di Irap (imposta regionale sulle attività produttive) per 8,1 miliardi, di imposta sulle locazioni per 1,3 miliardi e del canone Rai per 1 miliardo.