Felici della proposta la destra tedesca altoatesina. Il deputato ex Patt Ottobre la reclama anche per i Trentini. La destra italiana grida all’invasione di campo
Il governo austriaco di Sebastian Kurz ha giurato alla presenza del presidente Alexander van der Bellena Vienna e ora è pienamente operativo. Si tratta dell’esecutivo costituito dall’Oevp del giovanissimo cancelliere (appena 31 anni) e del leader del Fpoe Heinz-Christian Strache.
Un’investitura che è rimasta indigesta a centinaia di persone alifieri del mondo della sinistra globale si sono radunate a Vienna per protestare contro il nuovo governo di centro-destra che ha proposto un programma a difesa degli interessi dell’Austria e dei suoi cittadini, iniziando da una più decisa difesa dei confini contro la continua immigrazione illegale.
I due partiti del nuovo governo austriaco si sono impegnati a irrigidire le norme sull’asilo nel Paese e sull’immigrazione, mantenendo nel contempo un fermo impegno a favore dell’Unione Europea. L’opposizione ha espresso particolare preoccupazione per il fatto che l’Fpoe, che ha legami con gli estremisti di estrema destra, avrà il controllo degli importanti ministeri dell’Interno, della Difesa e degli Esteri.
L’entrata in carica del nuovo governo austriaco ha avuto ripercussioni anche nella politica italiana a seguito della proposta di estendere al cittadinanza austriaca anche alla popolazione tedesca e ladina che vive in Alto Adige o Tirolo del Sud. Si tratta di una proposta fatta dalla Fpoe che dà una risposta alle sollecitazioni della destra altoatesina di lingua tedesca. Una proposta che è diventata subito indigesta agli esponenti della destra italiana, ad iniziare da quella altoatesina. La deputata bolzanina Michela Biancofore di Forza Italia rimprovera al PD il silenzio «assordante» di queste ore insinuando come «non è che il governo tace sulla doppia cittadinanza per far eleggere Boschi e Del Rio in Trentino Alto Adige grazie alla Svp, visto che altrove li respingono?». L’idea del governo austriaco appare «una mossa velleitaria, non una mossa distensiva» al presidente dell’ Europarlamento, Antonio Tajani, secondo cui «l’Europa ha chiuso la stagione dei nazionalismi».
Il governo interviene con il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, che imputa all’ipotesi di Vienna di «avere il crisma del pugno di ferro etno-nazionalista. Sdoganare la cittadinanza su base etnica – scrive sui social – avrebbe effetti gravissimi, ad esempio in tutti i Balcani, minando la convivenza nei paesi, anche nell’Ue, caratterizzati dalla presenza di cittadini di molteplici culture». La coalizione di popolari e nazionalisti di Vienna preoccupa gli europeisti più convinti, come Sandro Gozi, soprattutto in materia di solidarietà e migranti: «per noi è fondamentale che l’Europa si attrezzi con politiche per governare immigrazione e asilo. Il minimo sindacale dell’Italia è che ogni Paese rispetti le quote di rifugiati loro assegnati. Ribadiremo questa posizione anche al nuovo governo austriaco».
Nessuno spauracchio da Vienna invece per Matteo Salvini che, al contrario, considera la nuova coalizione un modello da seguire: «Strache non è assolutamente estremista. Se controllare i confini è estremista, allora sono estremista anche io. Io vedo un partito che difende l’interesse nazionale austriaco e io, come Lega, lo voglio fare non solo in Lombardia e Veneto, ma anche in Puglia o in Campania».
Intanto, la Fpoe è già scesa a Bolzano a portare ufficialmente la “lieta” novella ai cugini d’oltre Brennero: «i sudtirolesi potranno richiedere la cittadinanza austriaca già nel 2018, al più tardi all’inizio del 2019» ha annunciato il parlamentare austriaco Werner Neubaur, responsabile della Fpoe per i rapporti con l’Alto Adige. La richiesta, ha detto, potrà essere avanzata da chi si è dichiarato tedesco e dai suoi figli e sarà gratis «per non gravare sulle tasche delle famiglie». Secondo Neubauer, in futuro atleti altoatesini potranno gareggiare per la nazionale austriaca.
«I dettagli dovranno essere stabiliti da un’apposita commissione» che sarà istituita con il via libera del governo, ha aggiunto Neubauer nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato Eva Klotz e il suo partito Suedtiroler Freiheit, i Freiheitlichen altoatesini, la lega patriottica Heimatbund e l’ex presidente della Regione Franz Pahl (esponente dell’ala oltranzista della Svp). Potranno avere il passaporto austriaco gli altoatesini che alla dichiarazione di appartenenza linguistica hanno optato per quella tedesca. Di conseguenza la potranno richiedere anche i figli, anche in caso di famiglie mistilingue – ha precisato Neubauer -. Saranno invece esclusi i trentini, anche se in passato il loro territorio apparteneva all’impero austro-ungarico, perché non indicati dallo Statuto d’autonomia come minoranza linguistica».
Neubauer si è detto fiducioso che la richiesta di doppio passaporto non sarà un flop, «anche perché la Svp si è molto spesa per la questione e non può rischiare una figuraccia». Secondo il parlamentare austriaco, il 98% degli aventi diritto presenterà la domanda. Per quanto riguarda invece il servizio di leva in Austria, ha precisato che i 500.000 austriaci che vivono all’estero non lo devono prestare. Spostando la residenza in Austria ovviamente scatterebbe l’obbligo. «Per alcuni altoatesini potrebbe essere addirittura interessante intraprendere la carriera militare in Austria», ha aggiunto.
Proprio sull’esclusione dei Trentini dalla doppia cittadinanza interviene il deputato ex Patt ed esponente della Minoranze linguistiche Mauro Ottobre: «nel maggio 2013 ho presentato una proposta di legge inerente la modifica dell’articolo 1 della legge 14 del dicembre 2000, n. 379, concernente il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenuti all’Impero Austro-Ungarico e ai loro discendenti. La legge del 2000, i cui termini sono scaduti nel 2010, aveva lo scopo di consentire il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone che erano emigrate dai territori che erano appartenenti all’Impero austroungarico prima del trattato di San Germano del 16 luglio 1920; una legge che purtroppo non fu votata e che aveva l’obiettivo di sanare un vulnus giuridico e morale che si era determinato per dolorose vicende storiche. Ora la proposta del neogoverno austriaco può riaprire finalmente il dibattito». Secondo ottobre «ci sono oltre 50.000 persone a cui questo diritto non viene riconosciuto poiché i loro avi erano emigrati prima della fine della Prima Guerra Mondiale e negli elenchi risultavano. cittadini austriaci. Ben venga l’iniziativa austriaca poiché riaprire il dibattito e riconoscere a questi discendenti trentini i loro diritti e dunque la cittadinanza. Presenterò istanza anche presso l’Ambasciata austriaca a Roma».
Il presidente della provincia di Bolzano Arno Kompatscher ha inviato un messaggio al neo-eletto cancelliere austriaco Sebastian Kurz, augurandogli di «riuscire ad affrontare nel modo migliore le grandi e difficili sfide che attendono il suo governo, e che richiedono risposte che sappiano muoversi in un’ottica europeista. Sono sicuro che l’Austria continuerà a seguire una politica in grado di unire anziché dividere, sostenendo anche la collaborazione transfrontaliera che sta dando buoni frutti in tanti settori, come dimostrato dall’Euregio».
«Basti pensare – prosegue Kompatscher – a quanto è stato fatto al Brennero, dove la cooperazione ha consentito di gestire al meglio un tema estremamente sensibile e delicato come quello dei controlli e dei flussi migratori. L’Alto Adige si presenta come una piccola Europa nell’Europa, e punta ad avere l’appoggio di Vienna per proseguire in questo percorso e far sentire in maniera più forte la propria voce a Bruxelles».
I buoni rapporti, anche personali, con il nuovo cancelliere, che più volte nel corso degli ultimi anni è stato in Alto Adige, spingono Kompatscher a dirsi «convinto che i rapporti non solo tra Vienna e Bolzano, ma anche tra Vienna e Roma, verranno ulteriormente rafforzati e intensificati. La funzione di tutela dell’Austria è uno dei pilastri fondamentali che garantiscono l’autonomia dell’Alto Adige e che la caratterizzano rispetto a tutte le altre in virtù dell’ancoraggio internazionale previsto dall’accordo di Parigi». Proprio da questo punto di vista il presidente altoatesino ribadisce «i grandi passi avanti compiuti di recente, come testimoniato dallo scambio di note fra gli allora premier Renzi e Faymann» in occasione del patto di garanzia che nel 2014 ha stabilito gli impegni finanziari dell’autonomia locale nei confronti dello Stato nazionale, e si dice «sicuro che anche il nuovo cancelliere si muoverà lungo gli stessi binari. Mi auguro – conclude Kompatscher – di poter incontrare a breve il nuovo cancelliere Sebastian Kurz, a Bolzano o a Vienna».
In tutto questo contesto, tiepida è la reazione ufficiale del ministro degli Esteri Angelino Alfano: «ne parleremo con Vienna, sarà una discussione da affrontare con grande delicatezza. Il governo si è appena insediato e ne parleremo nei termini che sono assolutamente più coerenti con la nostra storia e con la tutela di quelle nostre popolazioni e di quei nostri concittadini che hanno sempre avuto una posizione molto chiara in merito».
Se Alfano traccheggia, ben più decisa è la reazione della leader nazionale di Fratellid’Italia, Giorgia Meloni: «dopo i miliardi di euro di soldi italiani spesi per pagare alle popolazioni di lingua tedesca l’autonomia in Alto Adige, oggi l’Austria arriva, se ne frega della quietanza liberatoria del 1992 tra Roma e Vienna e mette sul tavolo, unilateralmente, la concessione della cittadinanza a chi la richiederà, dichiarandosi tedesco o ladino. Il tutto nel totale e gravissimo silenzio del governo PD, che in cambio di due miseri collegi assicurati dai voti della SVP, che come scritto da diversi giornali sarebbero per la Boschi e Delrio, calpestano la nostra dignità nazionale». Per Meloni «l’Austria stia al posto suo e non si permetta queste invasioni illecite. Pensare di gestire una porzione d’Italia abitata da una maggioranza di cittadini austriaci è follia. Ci troveremmo di fronte a una secessione mascherata. Fratelli d’Italia farà le barricate in Alto Adige, in Parlamento e in ogni sede istituzionale e chiede l’intervento del presidente Mattarella per fermare questo affronto indegno. Giù le mani dall’Italia».