Cresciuti dell8% rispetto al 2016. Annunciati nuovi voli per Seoul e Chicago. Marchi critica la gestione dell’accesso portuale di Venezia delle grandi navi passeggeri: «Marghera non è economicamente sostenibile»
L’aeroporto di Venezia taglia il traguardo dei 10 milioni di passeggeri registrati da gennaio a oggi, con una crescita dell’8% rispetto all’anno precedente, superiore anche alla media nazionale che si attesta sotto al 7%.
La previsione di chiusura del “Marco Polo”, come ha ricordato il presidente Enrico Marchi, è di 10,4 milioni a conferma di un andamento positivo che dal 2010 al 2017 è stato pari al +6,1%, contro una crescita media nazionale del 3,3. Lo scalo di Tessera si conferma terzo aeroporto intercontinentale italiano con una componente di traffico internazionale dell’87%, che andrà ad aumentare, visto che nel 2018 Save, la società di gestione dello scalo, conta di inaugurare un nuovo volo di American Airlines per Chicago e di Asiana Airlines su Seoul (operativo tutto l’anno con tre frequenze settimanali), che sarà la prima rotta asiatica da Venezia.
Marchi si è detto fiducioso che non sarà la sola novità verso l’Estremo Oriente: «mi auguro, anzi siamo certi che il prossimo anno avremo un volo per Pechino». Sono oltre 50 le compagnie aeree che operano dalla città lagunare per oltre 100 destinazioni. Il 59% dei fruitori dello scalo, che conta quasi 1.200 dipendenti e 9.300 esterni, è di nazionalità straniera, il traffico affari incide per il 26% e il 68% del traffico è costituito da passeggeri che utilizzano l’aereo almeno tre volte l’anno.
Tra il 2012 e il 2012 Save ha investito per il potenziamento infrastrutturale 360 milioni e conta di spenderne altri 530 tra il 2018 e il 2021, a partire dall’ampliamento del terminal passeggeri verso il molo sud, i cui lavori inizieranno già nella primavera del prossimo anno. «Per il collegamento ferroviario – ha aggiunto Marchi, ribadendo la compattezza della nuova compagine societaria dopo l’uscita di Save dalla borsa – speriamo di poter aprire il nuovo cantiere per il 2021».
Quanto all’ingresso nella gestione dell’aeroporto goriziano di Ronchi dei Legionari, Save «non ha ancora deciso» se parteciperà o meno alla gara europea, pur dichiarandosi «interessata» alla cosa. Per Marchi «l’aeroporto del Friuli Venezia Giulia è andato troppo giù e ci chiediamo se sia possibile invertire il processo». Marchi ha ricordato che in questo momento lo scalo di Treviso, sempre legato a Save, ha tre volte e mezzo il numero di passeggeri di Ronchi. «Credo che gli aeroporti siano aziende – ha concluso – e non possano essere gestiti con la politica».
Più pensante l’affondo politico di Marchi sulla gestione dell’accesso delle grandi navi passeggeri al porto di Venezia di cui Save è socio nella Venezia Terminal Passeggeri. «Una rappresentazione di fine legislatura»: così Marchi ha bollato l’esito dell’ultimo Comitatone chiamato a trovare una soluzione per le grandi navi in laguna. «Sono state prese delle mezze decisioni – ha proseguito Marchi – . E’ incredibile che chi doveva decidere non abbia deciso. Ho chiesto io stesso al presidente del Porto di Venezia se erano stati fatti degli approfondimenti sulla soluzione che riguarda il canale Vittorio Emanuele e mi è stato detto di no». Per Marchi, il Comitatone «non ha fatto una scelta» e le indicazioni sul trasferimento del traffico passeggeri a Marghera non hanno concretezza economica. «Sappiamo dai numeri che abbiamo elaborato – ha sottolineato – che il terminal di Marghera non è una scelta economicamente sostenibile: quindi, mi chiedo, risolve il problema delle grandi navi in laguna o finisce per essere una grande speculazione per alcuni privati?». Quella delle crociere a Venezia, ha concluso, «è una vicenda mortificante: andiamo indietro come i gamberi, siamo riusciti solo a dimezzare i passeggeri in partenza dalla città lagunare».