Forcolin: «non abbiamo applicato alcuna sovrattassa. Il Veneto è ancora “Tax free”»
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato a maggioranza la Nota di aggiornamento del Defr (Documento di economia e finanza regionale) 2018- 2020, con 25 voti favorevoli, 12 contrari, 5 astenuti.
Nelle dichiarazioni di voto, Piero Ruzzante (Articolo 1-MDP) ha affermato che «secondo me, ormai il DEFR ha assunto il significato di aggiornamento annuale del programma elettorale del presidente e della sua Giunta, così svilendone l’originaria importanza inerente il bilancio. Sottolineo l’errore politico di distogliere risorse a favore delle persone più fragili solo per difendere l’1% della popolazione, trascurando così le tematiche sociosanitarie. Inoltre, il nostro PIL cresce meno di quello nazionale e questo dato ci dovrebbe far riflettere. Voterò quindi contro alla Nota di Aggiornamento del DEFR».
«Noi abbiamo fatto una proposta chiara – ha dichiarato Stefano Fracasso (PD) -, “Operazione futuro”, per sostenere le famiglie venete, con forti aiuti per bambini, giovani e anziani, prevedendo l’introduzione di una mini-addizionale che avrebbe interessato solo i contribuenti con redditi sopra i 75.000 euro. La nostra iniziativa non è stata accolta e quindi voteremo contro questo documento programmatico».
L’assessore Gianluca Forcolin, in nome e per conto del Gruppo Lega Nord ha ribadito che «non sono d’accordo con chi sostiene che la Regione tutela solo una piccola parte dei Veneti. La nostra manovra fiscale è equa. Capisco le polemiche politiche, ma i numeri sono oggettivi e non possono essere contestati. E il nostro è un valido documento programmatico».
Per Massimo Giorgetti (FI) «sarà positivo il voto di Forza Italia sulla Nota di aggiornamento al DEFR. Con questo documento, la programmazione diventa elemento centrale dell’attività di governo e di quella legislativa, non è più un libro dei sogni, ma un’occasione di positivo e costruttivo confronto tra le diverse forze politiche rappresentate in Consiglio. Bene la previsione del nuovo Piano Casa, delle Zone Economiche Speciali, il sostegno alle infrastrutture senza introdurre nuove tasse».
«Voteremo a favore – ha dichiarato Silvia Rizzotto (Zaia Presidente) -. Non condivido, piuttosto, chi vorrebbe introdurre nuove tasse, in quanto servirebbero più risorse che potrebbero giungere solo tramite l’autonomia, anche perché il Veneto ha dimostrato di essere una regione virtuosa. Sarebbe altresì opportuno poter trattenere nel nostro territorio un maggiore gettito fiscale».
Marino Zorzato (Area Popolare) ha dichiarato che «il mio voto sarà di astensione, ma credo che si sia fatto il massimo con le poche risorse a disposizione. Mi auguro che la trattativa con Roma per ottenere maggiori forme di autonomia possa andare in porto e portare così maggiori risorse per il nostro territorio. Sono fiducioso per il futuro».
Infine, per Pietro Dalla Libera (Veneto Civico), «anche il mio voto sarà di astensione per le stesse considerazioni del collega Zorzato».
«Il Veneto resta “tax free” e non è assolutamente una carrozza al traino di altre locomotive» ha ribadito il vicepresidente e assessore al bilancio, Gianluca Forcolin, intervenendo al termine del dibattito in consiglio regionale sull’adozione della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale (DEFR) 2018-2020, in risposta ad alcune affermazioni del consigliere di opposizione Piero Ruzzante in merito alla crescita economica del Veneto rispetto al sistema Paese.
Il vicepresidente ha sottolineato la scelta di non introdurre nuove tasse a carico dei Veneti, che significa lasciare nelle tasche dei cittadini e nel circuito economico oltre 1.150 milioni di euro. «E questi vanno a vantaggio di tutti – ha aggiunto – non solo di un ipotetico 1% della popolazione, come sostenuto da Ruzzante». Forcolin ha evidenziato infatti che questo importo è la somma che deriverebbe dall’aumento di tutte le imposte (IRPEF, IRAP, accise, ecc.) che la Regione avrebbe potuto richiedere. «Non aver aumentato le tasse – ha detto Forcolin – va a vantaggio di tutti, perché la tassazione imposta dallo Stato va a colpire tutte le fasce di reddito. Ciascuno di noi paga la sua parte, ma noi non abbiamo voluto appesantire l’imposizione fiscale, lasciando 1153 milioni ai Veneti».