Delrio: «entro il 2027 tutta la tratta tra il Brennero e Bologna sarà velocizzata ad oltre 200 km/h». Intanto decolla l’autostrada viaggiante grazie ai 6 milioni di euro all’anno stanziati da Trentino e Alto Adige per incentivare l’intermodalità
Il convegno nazionale “Il Corridoio del Brennero per connettere l’Italia. Un’opportunità per il Trentino e per il Paese”, organizzato a Trento dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti assieme a Provincia di Trento, comune di Trento, Ram-Infrastrutture Logistica e Trasporti spa, Università di Trento e Confindustria Trento, è stata l’occasione per fare il punto sulle nuove iniziative.
Trasferire quote crescenti di traffico pesante proveniente da sud e da nord dalla gomma alla rotaia è un imperativo categorico. Va in questa direzione anche “Connettere l’Italia”, il nuovo Piano strategico per la mobilità del Paese di cui ha parlato il ministro Delrio, che prevede una disponibilità finanziaria complessiva di 123 miliardi di euro (a cui altri se ne aggiungeranno). I progetti prioritari sono 108. Oltre a quelli già concordati, vi sono anche quelli allo stato di “project review” e di strudio di fattibilità.
Il Brennero rappresenta in questo quadro un corridoio fondamentale, con quasi 47 milioni di tonnellate di merce che vi transitano sui 160 milioni complessivi che interessano i valichi italiani. Il tunnel di base del Brennero sarà ultimato nel 2027, e costerà 4,4 miliardi di euro, 5,92 con gli interventi accessori. Esso consentirà il transito di treni merci molto più grandi di quelli attuali, lunghi 750 metri e pesanti fino a 1.600 tonnellate (quelli attuali sono lunghi al massimo 450 metri per un peso di 1.200 tonnellate). Ma i vantaggi saranno consistenti anche sul piano ambientale, con il passaggio di una buona parte dei tir che transitano per il valico – 2,2 milioni nel 2016 – dall’autostrada alla ferrovia, decongestionando grandemente la prima con benefici sulla scorrevolezza del traffico e delle emissioni inquinanti.
Il commissario straordinario per il Brennero, Ezio Facchin, ha sottolineato la necessità di creare non solo infrastrutture ma anche una cultura della mobilità sostenibile. «Il documento predisposto dal Ministero – ha detto – rappresenta in questo senso una novità, perché coniuga entrambe gli aspetti».
Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, guarda al possibile futuro reso possibile dalla nuova tratta ferroviaria: «la nuova linea ferroviaria per l’alta velocità è prevista in galleria sulla collina ad Est – ha spiegato -. La stazione storica è invece in centro. La sua funzione è decisiva, lo abbiamo già visto in altre città. Se potessimo utilizzare la nuova linea ad Est per qualche anno anche per i passeggeri, potremmo intanto realizzare il sogno dell’interramento della ferrovia, trasformando il sedime di superficie in un grande viale alberato, rendendo Trento ancora più bella e vivibile».
Ennio Cascetta, amministratore unico Ram logistica, ha quindi svolto la sua relazione sul Piano ministeriale, «un sistema logistico sostenibile a servizio del sistema economico-produttivo italiano». Il piano è articolato in tre i filoni: le infrastrutture, le norme e le semplificazioni dei processi, gli incentivi (ferro, ma anche trasporto marittimo e trasporto pubblico locale). Il valico del Brennero è il valico più importante. Ma è stato concepito con le tecnologie di 150 anni fa. Il treno qui sta perdendo terreno. Ci vuole un valico ferroviario diverso, per treni diversi, più lunghi e più alti (fino a 4 metri di sagoma in modo da potere trasportare camion completi con la “Ro.La”, in modo da essere competitivi con la strada. Inoltre, la ferrovia può servire meglio le persone. In Italia la rete ferroviaria non è solo quella ad alta velocità da 300 km/h che si sta realizzando sula dorsale nord-sud e est-ovest: c’è anche il modello tedesco consistente nella velocizzazione della rete già esistente mediante piccoli accorgimenti, tali da consentire di implementare una velocità commerciale di almeno 200 km/h. La linea del Brennero sarà parte della rete dell’Av italiana, con l’obiettivo di un tempo di percorrenza per la tratta Trento-Roma in meno di 3 ore.
La tavola rotonda ha visto protagonisti il ministro Delrio, il presidente della provincia di Trento, Ugo Rossi, il rettore dell’università di Trento Paolo Collini e l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile. «I territori – ha spiegato Delrio – vogliono sapere se questa nuova grande opera servirà tutti i territori che attraversa oppure no. La risposta è chiara: le buone infrastrutture generano domanda di trasporto pubblico ma anche sviluppo economico. Le aziende del futuro sceglieranno le loro sedi e le loro partnership sulla base dell’accesso a mobilità sostenibile. Inoltre, cambiano le relazioni fra le città. Lo abbiamo visto per Milano e Torino o tra Napoli e Roma dopo l’avvio dell’Alta velocità con tempi di percorrenza inferiori all’ora che ha innescato nuovi fenomeni di pendolarismo giornaliero».
«Per Trento vorrà dire maggiore interconnessione con il Nord ma anche con Verona che è uno snodo strategico. Il traforo del Brennero – ha ribadito Delrio – migliorerà le economie e le relazioni fra i territori. Quindi da parte nostra tutta la disponibilità ad esaminare progetti come quello presentato dal sindaco di Trento. Voi avete avanzato proposte importanti ed utili, il che dimostra che con l’aiuto dei territori anche in Italia si possono portare avanti con successo le grandi opere. Noi stiamo costruendo il futuro. Ci sono già 33 miliardi di euro impegnati per la rete ferroviaria in questa legislatura. Le opportunità che si creano grazie ai corridoi europei possono tirare fuori il meglio dai territori. La decisione delle province di Trento e Bolzano di aggiungere incentivi provinciali a quello nazionale dà certezza al fatto che l’obiettivo del trasferimento modale sia possibile. C’è una sostenibilità economica, sociale e ambientale che viene avanti assieme».
«L’effetto immediato della galleria del Brennero sarà quello di una riduzione di un’ora dei tempi di percorrenza fra le destinazioni a Nord e a Sud del Brennero – come ricordato da Gentile -. Se a questo associamo l’effetto dell’Alta velocità di rete otteniamo benefici ancora maggiori. Grazie alla realizzazione delle tratte di accesso, i tempi di percorrenza tra Trento e Roma si abbasseranno sotto il tetto delle 3 ore».
«Questa idea di corridoio è perfettamente associabile alla nostra idea di Autonomia – ha sottolineato Rossi -, che non significa isolamento ma interconnessione con il Nord e il Sud dell’Europa. Sul piano pratico, il corridoio del Brennero è per noi al tempo stesso una necessità e un’opportunità. Il nostro obiettivo principale è il trasferimento di quote di traffico dall’autostrada alla ferrovia. Per questo aggiungeremo ulteriori incentivi tariffari per il traffico merci su rotaia, cosa da noi notificata all’Europa, che ne ha perfettamente capito il senso. Una connessione in tempi più brevi accrescerà però la nostra competitività anche sul versante turistico».
Infine, l’accordo siglato in margine al convegno fra Rfi e Interbrennero. L’impegno che le parti si assumono è quello di intensificare gli sforzi per sviluppare il traffico merci su rotaia, come conseguenza del potenziamento dell’asse ferroviario del Brennero e della stazione di Trento Roncafort, in piena coerenza con la cosiddetta “cura del ferro”, obbiettivo strategico e prioritario indicato dal Governo nazionale-Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Sul versante tecnico, la soluzione prevista prevede la destinazione di due binari dell’attuale fascio di Roncafort ad autostrada viaggiante. I due binari saranno elettrificati e di lunghezza complessiva pari a 750 metri. Il servizio sarà svolto con disalimentazione della trazione elettrica dei due binari una volta che i treni siano pronti ad effettuare le operazioni di carico e scarico analogamente a quanto succede nell’attuale terminal austriaco in adiacenza alla stazione del Brennero. Oltre ai due binari saranno previsti dispositivi per la manovra dei locomotori e della carrozza con gli autisti anche grazie ad un binario di circolazione.
A sostendo del trasporto intermodale, le province di Trento e Bolzano hanno stanziato, per tre anni, 3 milioni di euro ciascuna per incentivare il passaggio delle merci dall’autostrada alla ferrovia. I relativi incentivi tariffari renderanno più conveniente adottare la “Ro.La.” per il trasporto delle merci attraverso il Brennero.
Interrogato dai numerosi giornalisti presenti, Delrio ha assicurato l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana (circa 60 milioni di euro già stanziati) con l’obiettivo di creare anche il collegamento tra Primolano e Feltre per creare l’anello della “Ferrovia delle Dolomiti”, mentre sul tema del completamento della Valdastico, Delrio ha punzecchiato Rossi, affermando che «il tracciato sarà completato in Trentino con le modalità che saranno decise di comune accordo», sottolineando comunque che «è molto probabile che il tratto finale sarà con caratteristiche di superstrada senza pedaggio, in quanto gli utenti non sono favorevoli a pagare per il servizio». Una puntualizzazione che dovrebbe valere per tutte le reti autostradali, non solo per gli ultimi venti chilometri di Valdastico, in considerazione del fatto che le concessioni autostradali originarie, una volta scadute (come lo sono ormai tutte, così come tutte sono state ampiamente prorogate una o più volte) avrebbero dovuto tornare in capo all’Anas come viabilità ordinaria veloce, visto che l’infrastruttura era ormai ampiamente ammortizzata e le spese di manutenzione ordinaria avrebbero dovuto essere coperte con il gettito della ex tassa di circolazione. Ma questo è un altro cantare e la politica, Delrio compreso, non ha avuto la minima volontà a tagliare la rendita d’oro in capo agli attuali concessionari, alcuni nuovamente prorogati benignamente in cambio di poco o nulla, salvo consentire ai privati di incamerare per un bel po’ di anni ancora carrettate di miliardi di euro in pedaggi. Ma questi, evidentemente, per Delrio sono una sorta di sterco del demonio, utile e necessario.