Il Concerto di natale nella Basilica di Sant’Antonio di Padova con l’Orchestra di Padova e del Veneto

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Natale 2016 padova Basilica del Santo Angius Mezzanotte c Alessandra Lazzarotto 14
Filippo Maria Bressan sul podio dell’OPV, con solisti il soprano Giulia Bolcato e il trombrettista Simone Lonardi 

Natale 2016 padova Basilica del Santo Angius Mezzanotte c Alessandra Lazzarotto 14Nell’ambito della Stagione concertistica 2017/18, “Teatri del Suono” dell’Orchestra di Padova e del Veneto, giovedì 14 dicembre (ore 20.45), si terrà nella Basilica di Sant’Antonio a Padova il Concerto di Natale che vedrà impegnato sul podio Filippo Maria Bressan, considerato uno dei più innovativi e interessanti direttori della nuova scuola italiana.

A lui si affiancheranno, nel corso dell’esecuzione, Giulia Bolcato, giovane soprano vicentino che da qualche stagione si sta affermando nei maggiori teatri italiani, e un brillante strumentista come Simone Lonardi, prima tromba solista dell’OPV. Organizzato con la collaborazione straordinaria del comune di Padova, e con il rinnovato sostegno di Cassa di Risparmio del Veneto, il concerto è impaginato con un programma articolato e suggestivo che accosta pagine del barocco tedesco di Johann Sebastian Bach, quali la Suite n. 3 per orchestra e la Cantata BWV 51 “Jauchzet Gott in allen Landen” per soprano, tromba e orchestra, alle rielaborazioni di musiche antiche realizzate da due compositori inglesi del Novecento: Benjamin Britten e Ralph Vaughan Williams. 

Come spiega il Maestro Bressan, il concerto presenta «un filo continuo tra antico e moderno, mettendo a confronto due mondi musicali – quello tedesco e quello inglese – che sospenderanno l’ascoltatore tra misticismo e sontuosità, tra dolcezza e virtuosissimo, in un artificio di variazioni, di colori e di emozioni».  In un crocevia di stili musicali si ascolteranno così «il misticismo della Fantasia di Vaughan Williams su un inno rinascimentale di Thomas Tallis; la sontuosità della Suite n. 3 di Bach con la dolcezza della famosa Aria sulla quarta corda; il virtuosismo del soprano e della tromba nella Cantata 51 di Bach; le variazioni sulla Ciaccona di Purcell interpretate da Britten».

La serata si aprirà con la Ciaccona in sol minore di Henry Purcell nell’arrangiamento per archi realizzato nel 1947-48 da Benjamin Britten sulla scia delle molteplici iniziative nate per commemorare il 250 anniversario della morte del grande compositore barocco. Una versione “romanticizzata” ma di grande fascino, che testimonia la grande ammirazione di Britten per la chiarezza e il rigore della musica di Purcell.

Seguirà la Cantata BWV 51 “Jauchzet Gott in allen Landen” (Lodate il Signore in tutte le nazioni) per soprano, tromba e orchestra. Composta ed eseguita a Lipsia nel 1730 per la XV domenica dopo la Trinità, è un brano di grande impegno, strutturato in quattro movimenti più un Alleluja finale e concepito da Bach probabilmente anche per esecuzioni extra liturgiche. La sua caratteristica principale è infatti l’antagonismo fra la voce e la tromba che si sfidano con le rispettive peculiarità virtuosistiche, secondo una cifra stilistica di matrice più profana che sacra. 

Il concerto proseguirà con l’intenso, malinconico lirismo della Fantasia su un tema di Thomas Tallis composta per orchestra d’archi nel 1910 da Ralph Vaughan Williams. Il brano conferma l’interesse del compositore per la musica pre-settecentesca, in questo caso un inno di Thomas Tallis, uno tra i maggiori polifonisti del rinascimento inglese. Un lavoro importante nella vita musicale britannica di inizio ‘900, perché spezza il rapporto di sudditanza verso i modelli del repertorio tedesco classico-romantico per riallacciarsi alla stagione della musica e della poesia inglese del ‘500-‘600.

In chiusura si ascolterà la Terza delle quattro Suite composte da Johann Sebastian Bach: formalmente si tratta di pezzi di danza sul modello dei compositori francesi e italiani del ‘600-‘700, che tuttavia infondono autonomia e spessore sinfonico a un genere destinato in origine ad abbellire le cerimonie di corte. Composta intorno al 1730, la Suite n. 3 si distingue per l’ampiezza delle proporzioni e dell’organico. Ai soli archi è affidata l’Air, pagina dalla limpida melodia cantabile divenuta celebre attraverso i più svariati arrangiamenti.