La storia degli ebrei incrocia vicende del Paese nella mostra “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”
Quella degli ebrei italiani «è una storia millenaria che si incrocia con le vicende di questo Paese e ha attraversato momenti di drammi e di dolore e altri di integrazione e condivisione. Questo luogo è importante perché consentirà di conservare quella memoria, di spiegare alle future generazioni quello che è successo nel nostro Paese e di raccontare la storia del Paese intero perché parlando degli ebrei italiani si parla della storia degli italiani». Così, il ministro della Cultura, Dario Franceschini, riguardo “Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni”, mostra inaugurale del Meis, Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoa di Ferrara.
«Nella semplificazione – ha argomentato Franceschini nel corso di una conferenza stampa nel giorno dell’inaugurazione del museo ferrarese cui prenderà parte il Capo dello Stato, Sergio Mattarella – si conosce solo il dramma della Shoah. In realtà ripercorrere questa storia millenaria fa incontrare molti momenti di persecuzione, di intolleranza che devono essere da monito per il futuro. E sicuramente la conoscenza è l’antidoto più forte per tutte le paure di questo tempo. Mi pare particolarmente importante che ad inaugurare questa prima parte del Meis che lo Stato ha voluto con una legge del 2003 che poi ha finanziato per il completamento del progetto venga il presidente della Repubblica».
Quanto alla scelta di Ferrara, ha aggiunto Franceschini, “padrone di casa” in qualità di cittadino estense, qui «c’è l’integrazione con una città molto legata con una comunità ebraica, che l’ha accolta anche nei secoli. E’ la città del giardino dei Finzi Contini e di Giorgio Bassani. Una città in cui la cultura ebraica si mescola alle pietre e all’aria».