L’azione dei governi Renzi e Gentiloni si conferma fallimentare sul lato della capacità di spesa delle famiglie. Cali più rilevanti per giocattoli (-5%), calzature (-4,1%) e abbigliamento (-3,6%).
A ottobre, secondo i dati ISTAT, le vendite al dettaglio diminuiscono, rispetto al mese precedente, dell’1% in valore e dell’1,1% in volume. Le vendite di beni alimentari registrano una flessione dello 0,9% in valore e dell’1,5% in volume; anche le vendite di beni non alimentari diminuiscono (-1% in valore e -0,8% in volume).
Va male anche nella media del trimestre agosto-ottobre 2017, dove l’indice complessivo delle vendite al dettaglio registra una lieve contrazione rispetto al trimestre precedente (-0,1% in valore e -0,2% in volume). Nello stesso periodo, per le vendite di beni alimentari si rileva un incremento dello 0,1% in valore e una flessione dello 0,3% in volume; le vendite di beni non alimentari diminuiscono dello 0,2% sia in valore sia in volume.
Dopo l’accelerazione registrata su base annua a settembre 2017 (+3,1%), a ottobre le vendite al dettaglio diminuiscono del 2,1% in valore e del 2,9% in volume rispetto a ottobre 2016. Nello stesso periodo si registra una variazione negativa sia per i prodotti alimentari (-1,7% in valore e -3,8% in volume), sia per i prodotti non alimentari (-2,4% sia in valore sia in volume). Rispetto a ottobre 2016, le vendite al dettaglio calano del 2,0% nella grande distribuzione e registrano una diminuzione del 2,2% nelle imprese operanti su piccole superfici.
Nella grande distribuzione le vendite registrano una variazione negativa sia per i prodotti alimentari (-1,3%) sia per quelli non alimentari (-3%). Per le imprese operanti su piccole superfici si registra una diminuzione del 2,6% per i prodotti alimentari e del 2,2% per quelli non alimentari. Con riferimento alla tipologia di esercizio della grande distribuzione, a ottobre il valore delle vendite al dettaglio segna una variazione tendenziale negativa del 2% sia per gli esercizi non specializzati sia per quelli specializzati. Tra i primi si registrano variazioni negative del 2,1% per gli esercizi a prevalenza alimentare e dell’1,5% per gli esercizi a prevalenza non alimentare. Tra gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, il valore delle vendite diminuisce per tutte le forme di vendita: gli ipermercati registrano una flessione del 3,8%, mentre nei Supermercati la flessione e’ dell’1,3% e nei discount dell’1%.
Con riferimento alla dimensione delle imprese, il valore delle vendite diminuisce, in termini tendenziali, sia nelle imprese fino a 5 addetti (-2,9%) sia nelle imprese da 6 a 49 addetti (-2,1%), sia in quelle con almeno 50 addetti (-1,7%). Per quanto riguarda i gruppi di prodotti non alimentari, nel mese di ottobre 2017, si registrano andamenti negativi per tutte le categorie, con la sola eccezione di Utensileria per la casa e ferramenta che registra una variazione nulla. Le flessioni maggiori riguardano i gruppi Giochi, giocattoli, sport e campeggio (-5,0%) e Calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-4,1%).
«La crisi del commercio non è affatto finita in Italia – afferma il Codacons per bocca del suo presidente, Carlo Rienzi -. Si tratta di numeri non solo deludenti, ma addirittura preoccupanti per il settore alimentare siamo di fronte ad un evidente allarme, con le vendite calate su base annua del -1,7% in valore e del -3,8% in volume. Questo significa che gli italiani hanno ridotto gli acquisti di cibo rispetto allo scorso anno, applicando sensibili tagli di spesa proprio sugli alimentari».
Rienzi prosegue affermando che «più in generale i dati Istat sulle vendite di ottobre attestano la mancata ripresa del settore del commercio in Italia, che dopo una serie di numeri incoraggianti ha fatto segnare un preoccupante passo indietro, a dimostrazione che la crisi per negozi e commercianti non è affatto alle spalle e, purtroppo, prosegue anche nel corso del 2017, coinvolgendo tutte le tipologie di esercizio commerciale».
«Dati pessimi. Di male in peggio. Non c’è un solo valore in crescita, né su mese né su anno, né per gli alimentari né per i non alimentari, né per la grande distribuzione né per i piccoli negozi, né in valore né in volume. Persino i discount, gli unici a tenere in questi anni di crisi, registrano un calo annuo delle vendite dell’1% – commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori -. Rispetto a 10 anni fa, poi, ossia rispetto ai valori pre-crisi, si amplia l’abisso da colmare, specie per i piccoli negozi. Dall’ottobre 2007 ad oggi, per i piccoli negozi le vendite in valore sono diminuite del 15,7%, -16,8% per gli alimentari e -15,6% per i non alimentari».
Per Federconsumatori si tratta di «un dato drammatico, che rivela come l’andamento positivo di alcuni indicatori economici sul versante della produzione non sempre corrisponda immediatamente a un miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie e a un aumento della loro capacità di acquisto. Per far sì che la domanda interna si rimetta in moto in maniera decisa e continuativa è necessario agire con determinazione sui fattori in grado di ristabilire fiducia, stabilità e condizioni economiche dignitose». Ogni giorno, «le sedi di Federconsumatori continuano a ricevere segnalazioni da parte di cittadini che non riescono a affrontare le spese quotidiane: consumi, bollette, rate. Questo perché sono ancora molti i genitori e i nonni costretti ad aiutare economicamente figli e nipoti disoccupati, non solo giovani».
«Autunno gelato per il commercio. Dopo il rimbalzo positivo di settembre, a ottobre le vendite tornano a calare, registrando la peggiore frenata dell’anno, sia rispetto al mese precedente che sull’anno. Senza un Natale positivo che riesca ad invertire la tendenza, sarà difficile che il 2017 del commercio si chiuda in attivo». Cosi’ l’Ufficio economico Confesercenti commenta i dati sul commercio al dettaglio di ottobre diffusi oggi dall’Istat.
«Ad allarmare, infatti, è un andamento delle vendite che fino a questo momento è stato decisamente sotto tono. Nei primi 10 mesi dell’anno, nonostante la bassa inflazione, la dinamica è rimasta negativa anche in volume (-0,7%), e appare difficile che le performance di novembre e dicembre possano portare il 2017 a ribaltare il risultato, anche se i segnali cautamente ottimistici che registriamo tra i consumatori per il prossimo Natale ci portano a nutrire qualche speranza in più per le feste. Lo scenario generale – aggiunge – rimane comunque preoccupante, soprattutto per gli esercizi di vicinato. La cui situazione, pure all’interno di un ottobre negativo per tutti i format, appare comunque particolarmente grave: le imprese con cinque addetti o meno hanno registrato un vero crollo, con un calo del volume di vendite mese su mese che, secondo le nostre stime, arriva al -3,1%».