Martedì 12 settembre pagine di Mozart, Dean e Brahms interpretate da Baiba Skride (violino), Geri Gergana (violino), Brett Dean (viola), Amihai Grosz (viola) e Alban Gerhardt (violoncello)
Appuntamento da non perdere quello organizzato per martedì 12 dicembre (ore 20.45) alla sala dei concerti della Società Filarmonica di Trento, con i protagonisti delle principali realtà sinfoniche internazionali riuniti in un originale quintetto.
Sempre più i grandi solisti dedicano gran parte della loro attività alla musica da camera quale momento personale di un perfezionamento non più tecnico ma estetico, emozionale e, non secondariamente, affettivo. Un profitto non solo privato ma con ampie ricadute sul pubblico che, in programmi più raccolti, possono avvicinare solisti altrimenti confinati nelle oggi immense sale da concerto internazionali.
La violinista lettone Baiba Skride (nata a Riga nel 1981) si è affermata collaborando con orchestre prestigiose come i Berliner Philharmoniker o la Boston Symphony eseguendo il grande repertorio formato dalle pagine di Brahms, Caikovsky, Beethoven, Sibelius, ma quasi di nascosto ha sempre lavorato in famiglia e tanti amici (Sol Gabetta, Bertrand Chamayou…) frequentando il Tanglewood Music Festival, lo Schleswig-Holstein Musikfestival, passando dal duo al trio, dal quartetto al quintetto.
A Trento Skride giunge con un quintetto di questi tanti amici artisti frequentati da anni, riuniti per la realizzazione di un programma di raro ascolto e particolarmente raffinato attorno al timbro esclusivo degli archi. Gergana Gergova è nata a Pleven in Bulgaria e ha studiato in Germania e Austria; l’affermazione in diversi concorsi internazionali le ha aperto la strada verso una brillante professione avvicinandola al Festival Strings Lucerne, alla Duisburg Philharmonic, ai Festival di Moritzburg, Lockenhaus, Verbier, Chelsea (New York) assieme a Christian Tetzlaff, Daniel Hope, Carolin Widmann. Amihai Grosz ha iniziato lo studio della viola all’Accademia di Gerusalemme. Già membro fondatore del Quartetto Jerusalem, ha suonato e suona con artisti come Isaac Stern, Daniel Barenboim, Mitsuko Uchida, Yefim Bronfman e David Geringas imbracciando uno strumento straordinario firmato da Gasparo da Salò. Il violista Brett Dean (classe 1961) è cresciuto e ha studiato a Brisbane in Australia. Arrivato in Europa, dal 1985 al 1999 ha suonato nella Filarmonica di Berlino; nel 2000 è tornato in Australia dove si è dedicato anche alla composizione. Il violoncellista Alban Gerhardt si è esibito sotto la direzione di direttori come Sir Colin Davis, Fabio Luisi, Kent Nagano, Pekka Salonen in orchestre celeberrime quali i Berliner Philharmoniker, London Philharmonic, Tonhalle di Zurigo.
Nella primavera del 1787 Mozart dovette trovare in fretta “un paio di cose da pubblicare” per far fronte alle ristrettezze economiche emerse durante la stesura del Don Giovanni. Decise così di tornare a un genere che aveva già affrontato in età giovanile, dopo aver sentito nel marzo 1773 il primo quintetto del fratello minore di Haydn, Michael. Il Quintetto KV 515 assieme al suo gemello in sol minore KV 516 sono considerati dai più come vertici della produzione cameristica mozartiana. All’epoca però il successo fu molto modesto e l’opera fece fatica a imporsi sul mercato editoriale, forse anche per la difficoltà tecnica che non si addiceva al pubblico di amatori.
Un secolo dopo il genere avrebbe trovato più posto nella vita concertistica. Brahms compose il Quintetto per archi in Sol maggiore a Bad Ischl nell’estate del 1890, dopo aver annunciato agli amici e al suo editore Simrock che l’opera 111 sarebbe stata l’ultima del suo catalogo. Superstite di quel raptus che aveva portato il compositore a “gettare molta carta da musica nel fiume Traun”, il Quintetto op. 111 fu eseguito a Vienna nel novembre 1890 dal Quartetto Rosé. Soprannominato anche “Quintetto del Prater”, questa pagina è un omaggio a Vienna e alla sua essenza mitteleuropea, un incontro tra un “senso dell’umorismo tedesco e malinconia slava, temperamento italiano e orgoglio magiaro”, secondo il suo biografo Max Kalbeck.
“Epitaphs” (2010) è stata per Brett Dean “l’occasione di esplorare le possibilità sonore e strutturali della formazione ‘quartetto più uno’, che avevano affascinato Mozart, Schubert e Brahms e che hanno portato alle espressioni più affascinanti e profonde della musica da camera”. L’opera si pone dichiaratamente come un ricordo, un epitaffio in musica di alcune persone care scomparse, in cui i cinque strumenti danno vita a cinque ritratti di grande fascino e immediatezza comunicativa.
Da ricordare il prossimo concerto per martedì 19 dicembre con il Quartetto Guadagnini e Avi Avital al mandolino solista.
Programma
W. A. Mozart (1756-1791)
Quintetto per archi in Do magg. KV 515 (Allegro – Minuetto e trio. Allegretto – Andante – Allegro)
B. Dean (*1961)
Epitaphs
J. Brahms (1833-1897)
Quintetto per archi n. 2 in sol maggiore, op. 111 (Allegro non troppo, ma con brio – Adagio – Un poco Allegretto. Trio – Vivace ma non troppo presto)