Presentazione dello studio di prefattibilità. La provincia di Bolzano (e gli ambientalisti) spingono per la ferrovia; la Lombardia favorevole ad un collegamento stradale meno caro da realizzare e da gestire
Se all’epoca della carrozza e dell’impero austroungarico il valico dello Stelvio era percorribile tutto l’anno per collegare Vienna con Milano, oggigiorno si pensa a realizzare un nuovo collegamento tra Alto Adige e Lombardia a quote più basse, tale che sia fruibile tutto l’anno.
A Malles Venosta e a Bormio è stato presentato uno studio di pre-fattibilità per l’allacciamento permanente fra l’alta Valtellina e la val Venosta. Il collegamento permanente è uno dei punti contenuti nel protocollo d’intesa per la valorizzazione di passo Stelvio, siglato nel luglio 2015 fra regione Lombardia e provincia di Bolzano. Erano presenti tutti i sindaci dell’Alta val Venosta, Ugo Parolo, sottosegretario alla presidenza di regione Lombardia con delega alle politiche per la montagna, il direttore di dipartimento Florian Zerzer, il direttore di Strutture trasporto Alto Adige (STA), Joachim Dejaco, e il vicedirettore d’esercizio della ferrovia della Venosta, Michael Prader. La necessità di puntare sulla mobilità sostenibile a fronte dei cambiamenti climatici è stata sostenuta dall’assessore all’ambiente della provincia di Bolzano, Richard Theiner, citando quale esempio la ferrovia della Venosta, per la cui rimessa in servizio si è schierato fin dall’inizio con convinzione. «La ferrovia della Venosta è diventata un modello di successo, in grado di catalizzare ogni anno circa un milione e mezzo di passeggeri – ha sottolineato Theiner – una struttura che dovrà essere sviluppata ulteriormente, sia per mezzo della sua elettrificazione, che con l’introduzione del cadenzamento ogni mezz’ora e con un ulteriore collegamento».
Lo studio presentato è stato predisposto da Infrastrutture Lombarde, società partecipata dalla Regione Lombardia, che coordina la realizzazione di nuovi progetti infrastrutturali. Per l’assessore Theiner la presentazione pubblica dei vari scenari «è importante al fine di garantire la maggior trasparenza possibile informando la popolazione residente su quello che potrebbe essere un progetto di portata rilevante dal punto di vista ecologico, sociale, economico e finanziario, sui quali è importante sia informata direttamente in loco, invece che venirne a conoscenza da Bolzano o da Milano».
I funzionari di Infrastrutture Lombarde e il direttore di STA, Joachim Dejaco, hanno illustrato lo studio spiegando che nell’ambito di questa analisi di pre-fattibilità sono stati inquadrati gli obiettivi e gli scenari ed è stato stilato uno studio sintetico del traffico attuale andando a prospettare gli sviluppi della mobilità futura. Sono stati analizzati il quadro geologico, geomorfologico, idrologico e sismico nonché il quadro ambientale con i vincoli ambientali. Per la soluzione stradale sono state individuate 7 alternative di tracciato con tempi realizzativi che variano dai 6 ai 10 anni, mentre per quella ferroviaria le alternative prospettate sono 6, con tempi di realizzazione stimati dai 7 ai 10 anni.
Le alternative stradali prevedono la realizzazione di tracciati di lunghezza compresa fra i 14 km. (collegamento fra Bormio e Santa Maria in Svizzera) e i 29 km. (da Bormio sud verso Stelvio), e si renderebbe necessaria la costruzione di una galleria di compresa fra i 9 e i 17 km. I costi di investimento si aggirerebbero fra 0,85 e 1,3 miliardi di euro, con costi di gestione e manutenzione annuali di circa 4,24 milioni di euro.
Le alternative ferroviarie variano fra i 31 e i 35 km. con soluzioni in galleria che variano tra i 18 e i 33 km. I costi di costruzione si aggirerebbero tra 1,1 e 1,3 miliardi di euro, per gestione e manutenzione la spesa annuale sarebbe di circa 5,78 milioni di euro. I tempi di percorrenza potrebbero variare dai 25 ai 30 minuti, e le soluzioni minimali prevedrebbero due sole stazioni, una a Bormio e una a Malles, mentre le altre anche a Müstair e Tubre in Val Monastero.
Servono ora approfondimenti e ulteriori chiarimenti con i vari interlocutori politici e tecnici. Tra i passi futuri, si dovrà valutare se realizzare una stazione intermodale per il caricamento delle auto con passeggeri a bordo sui treni ed eventualmente individuare l’areale per le necessarie infrastrutture. Inoltre, si dovrà pensare se sarà riservato al trasporto di persone o esteso alle merci. Su questi aspetti sono emerse molte perplessità fra i presenti; il timore espresso è che possa incrementare il traffico su strada. E proprio l’aspetto dei futuri scenari di traffico dovrà essere ulteriormente approfondito se si deciderà di costruire il collegamento ferroviario fra Bormio e Malles.
Da parte della Lombardia si guarderebbe con maggiore favore ad un collegamento stradale, meno costoso da realizzare e da gestire, oltre che con minori tempi di realizzazione, cosa che consentirebbe ulteriori risparmi, in quanto non sarebbe necessario prolungare la ferrovia della Valtellina fino a Bormio con notevoli costi aggiuntivi.
Da parte degli ambientalisti, la scelta è già stata fatta: «è necessario investire solo sulla ferrovia, evitando di prevedere navette ferroviarie che carichino a bordo dei treni auto, camion e pullmann. Il servizio ferroviario deve essere esclusivamente per il trasporto persone».