Diffuse le previsioni di Federcasse per il prossimo triennio sul Pil
Le previsioni del Servizio studi, ricerche e statistiche di Federcasse, per il prossimo triennio, ipotizzano una crescita del Pil del Friuli Venezia Giulia, complessivamente, del 5,9% (dal 2016 al 2020), grazie al contributo particolarmente favorevole dei settori delle costruzioni (+10,6%) e dell’agricoltura (+7,8%). Si tratta di una crescita più solida di quanto ipotizzato per il resto della nazione (+5,3% tra il 2016 e il 2020) e che tiene anche conto del miglioramento dello scenario internazionale.
La ripresa sarebbe trainata dalle esportazioni e dal marginale recupero dei consumi finali delle famiglie, in crescita dell’1,5 per cento nel 2017 e del 4,8% tra il 2016 e il 2020 grazie anche alla graduale riduzione della disoccupazione. Quest’ultima dovrebbe essersi lasciata alle spalle, nel 2015, il punto di massimo (8% in media d’anno) per ridursi gradualmente fino al 6,3% nel 2020 (poco meno del doppio di quello pre-crisi, il 3,4% del 2007).
Da registrare che, nella regione, permangono una maggiore incidenza dell’accumulazione di capitale in percentuale del Pil (18,6% contro il 17,2% italiano) e una più accentuata capacità di sviluppo delle imprese (36,1% contro il 32,8% italiano). Allo stesso tempo, nonostante il miglioramento del commercio internazionale e l’elevata capacità di esportare (35,1% contro il 24,7% italiano) delle imprese della regione, le esportazioni si sono contratte in maniera significativa. Nella rilevazione di dicembre 2016, l’avanzo commerciale è diminuito del 34,7% a causa dell’effetto combinato del già citato calo delle esportazioni (-10,6%) e dell’aumento delle importazioni (+17,0%). Sul versante domestico, indicazioni positive sono giunte dal mercato del lavoro e da quello delle abitazioni.
La disoccupazione nel secondo trimestre è scesa al 6,4% dal 6,9%, grazie anche all’accelerazione del tasso di attività che si è attestato al 70,5%. Il mercato immobiliare, a sua volta, non ha confermato i dati positivi registrati nella prima parte dell’anno: a giugno 2017 le compravendite sono diminuite dello 0,3% su base annua, a causa del contributo negativo del segmento degli immobili a uso non residenziale (-11,1%, +3,1% quelli a uso residenziale).