Anche in futuro Trento e Bolzano verseranno 40 milioni l’anno a testa per lo sviluppo dei comuni confinanti di Veneto e Lombardia. Dal 2010 disponibili 550 milioni di euro, di cui solo il 10% effettivamente investito
Anche in futuro, le province autonome di Trento e di Bolzano verseranno ciascuna 40 milioni di euro all’anno per alimentare il Fondo comuni confinanti con l’obiettivo di sostenere la valorizzazione e lo sviluppo economico e sociale dei territori di Lombardia e Veneto confinanti con Alto Adige e Trentino.
Il rinnovamento dell’accordo è stato sottoscritto a Roma, dal sottosegretario agli affari regionali, Gianclaudio Bressa, dal presidente del Fondo, il deputato bellunese Roger De Menech, dai presidenti delle province di Trento (Ugo Rossi) e Bolzano (Arno Kompatscher) e dai rappresentanti delle Regioni Lombardia (Ugo Parolo) e Veneto (Federico Caner). L’accordo rafforza quanto già sancito nel testo del 2014, rinnovando e rilanciando alcuni aspetti fondamentali per una gestione snella del Fondo alla stregua della linea operativa che il Comitato si è dato in questi anni, improntata sulle strategia d’area vasta.
L’intesa prevede che il Fondo Comuni Confinanti sostenga in maniera prioritaria, dal punto di vista finanziario, progetti considerati di interesse strategico per tutta l’area di confine e che abbiano valenza anche sovraregionale, in maniera particolare nei settori della mobilità, del turismo, dello sviluppo digitale, della sanità, della formazione, dell’energia, dell’ambiente e della cultura. Il fondo, come noto, è stato istituito per favorire uno sviluppo coeso dei territori confinanti conseguendo obiettivi di perequazione e solidarietà.
Il bilancio delle attività del “Fondo” ex Odi è stato tracciato alla presenza del inistro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Dai dati è emerso che dal 2010 ad oggi le due province autonome hanno versato 550 milioni di euro per l’attivazione di 400 progetti (un terzo in Lombardia, due terzi in Veneto) su un territorio che riguarda 48 comuni delle province di Sondrio, Brescia, Verona, Vicenza e Belluno: 42 di questi comuni confinano con il Trentino, 6 con l’Alto Adige.
Per il futuro si punta sulla semplificazione delle procedure e su un più massiccio utilizzo dei fondi, visto che sino ad oggi solo il 10% delle risorse a disposizione è stato effettivamente investito. Fra i progetti messi in cantiere nei primi anni di vita del fondo comuni confinanti spiccano uno studio preliminare per la realizzazione di un traforo dello Stelvio, un piano triennale d’investimenti del Parco nazionale dello Stelvio in Lombardia (circa 12 milioni complessivi), un collegamento tra i comuni lombardi di Valvestino e Magasa e le valli Giudicarie (32 milioni), una ciclabile sul Garda bresciano (10 milioni), il completamento del progetto di collegamento sciistico Comelico superiore-Alta Pusteria (26 milioni stanziati attraverso il fondo, circa 44 milioni l’investimento complessivo), lo studio di fattibilità del Treno delle Dolomiti-Ferrovia Bellunese, un sostegno alla domanda per l’accesso alla banda larga nelle aree di confine tra Trento e Bolzano, un piano di marketing territoriale delle Dolomiti, la realizzazione del collegamento funiviario Cortina-5 Torri (18 milioni del fondo su un totale di 24,2).
«Sono felice che questo lavoro sui fondi di confine, – ha detto il ministro delle Infrastrutture e trasporti Graziano Delrio – cominciato nel 2013-2014, abbia prodotto gli effetti sperati. In particolare, evidenzio, visto il ministero di cui ho la responsabilità, le importanti risorse messe a disposizione per la mobilità sostenibile. Infatti i 34 progetti per un totale di circa 124 milioni investiti in piste ciclabili sono il segno evidente della sensibilità dei territori su questi temi».
Il presidente del “Fondo”, Roger De Menech guarda avanti: «un importante lavoro per fare in modo che il “Fondo” diventi sempre più strategico, è già stato fatto. Oggi è fondamentale rilanciare questo aspetto e lavorare insieme agli enti locali perché queste politiche vengano sempre più calate nell’area vasta dei territori di confine».
«Il Fondo Comuni Confinanti con gli oltre 400 progetti finanziati per oltre 550 milioni è un esempio di come sia stato attivato in maniera intelligente quanto previsto dalle leggi» ha sottolineato il sottosegretario Bressa.
I presidenti delle province autonome Kompatscher e Rossi hanno evidenziato il ruolo fondamentale avuto dalla stretta collaborazione tra istituzioni e unanimemente avvalorano la bontà dell’accordo rinnovato, che andrà a migliorare l’impronta di base, consapevoli che uno sviluppo equo tra territori confinanti sia importante per l’intera area montana. La medesima soddisfazione è stata espressa anche dal sottosegretario alla presidenza della Regione Lombardia Ugo Parolo, convinto che questo ulteriore passo avanti garantirà maggiore efficacia ed efficienza nella gestione delle risorse.
Il presidente del Consiglio regionale del veneto Roberto Ciambetti ha dichiarato che «questi sono stati soldi pubblici spesi bene. Il “Fondo” è una risposta alla montagna e un modo innovativo per dare sviluppo e migliorare la qualità della vita nei territori di confine. Bolzano e Trento sono le province ai vertici della qualità della vita in Italia, cosa che si ripete da anni: l’autonomia paga anche perché stimola il buon governo. Ecco, gli 80 milioni stanziati dalle province autonome per i Fondi Odi sono in esempio di buon e lungimirante governo che l’autonomia ha messo a disposizione in un rapporto leale di collaborazione». Per l’assessore al turismo e all’economia e sviluppo montano della Regione Veneto, Federico Caner, «ora i comuni veneti di confine con le province di Trento e Bolzano – ha aggiunto – potranno beneficiare di risorse da investire nel nostro territorio ed evitare spinte secessioniste verso altre regioni o province autonome».
Un rilancio dell’intesa che individua quindi nella cooperazione interistituzionale tra tutti i livelli di governo coinvolti un significativo momento di sostegno delle dinamiche territoriali di sviluppo, favorendo procedure decisionali alternativa capaci di superare le condizioni di svantaggio in cui versano i territori di confine, mitigandone i disagi.