Friuli Venezia Giulia: II Conferenza regionale sulla tutela della minoranza slovena

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Bilancio della legge 26-2007 a dieci anni dall’approvazione e sull’utilizzo della lingua

2 conferenza minoranza slovenaCon la presentazione dei documenti di sintesi predisposti dai gruppi di lavoro, si è conclusa a Trieste la seconda Conferenza regionale sulla tutela della minoranza slovena, presieduta dal vicepresidente del Consiglio regionale, Igor Gabrovec, e finalizzata ad approfondire i risultati della legge regionale di tutela, a dieci anni dalla sua approvazione.

Quattro in particolare i temi affrontati nei due giorni di lavori: i risultati e le difficoltà nell’attuazione della legge 26/2007, la verifica dello stato di attuazione dei provvedimenti a favore del Resiano e delle varianti linguistiche delle Valli del Natisone, del Torre e della Val Canale, gli assetti organizzativi e tecnici dell’Ufficio centrale per la lingua slovena e della rete dei servizi sul territorio e rappresentanza e rappresentatività della minoranza slovena. 

«Ritengo questa Conferenza regionale un evento chiave – ha affermato Robert Kojc, in rappresentanza del ministro per gli sloveni all’estero – poiché ci ha permesso di fare il punto sui traguardi raggiunti e di individuare le sfide principali da affrontare in futuro per giungere al pieno rispetto dei diritti garantiti dalle norme. E’ importante che il dialogo sin qui costruito prosegua nel rispetto reciproco e nella reciproca comprensione. Sugli obiettivi da raggiungere siamo concordi – ha aggiunto – ora dobbiamo accelerare il passo per raccoglierli». 

Il senatore Francesco Russo, ricordando i passi compiuti attraverso l’attività parlamentare e dal Consiglio regionale, ha aggiunto che «la qualità della democrazia si misura dalla qualità in cui vivono le minoranze. Più che di tutela, credo sia più rivelante parlare di valorizzazione della minoranza slovena, senza mai dimenticare che il nostro è un territorio speciale proprio perché espressione di diversità e pluralità di diverse minoranze linguistiche e culturali». Per la deputata Tamara Blazina «occorre partire dallo Statuto del Friuli Venezia Giulia per poter attuare alcuni cambiamenti, ricordando come una bozza fosse stata messa a punto nella legislatura Illy, ma che a causa della complessa procedura di revisione non fu portata a compimento. Analogamente, anche la legge regionale 38 necessita di interventi integrativi e migliorativi delle norme». 

Ad esprimere grande soddisfazione per la Conferenza è stato Rudi Pavsic, presidente dell’Unione economico-culturale slovena (Skcz): «abbiamo migliorato l’applicazione della legge nazionale di tutela quasi dimenticando che la Regione ha affiancato un’altra legge di tutela, anche se io vorrei che questo termine fosse sostituito con “convivenza”, perché io non ho bisogno di esse “tutelato”. La collaborazione con la Slovenia ristagna, non ci possiamo nascondere dietro tavoli di lavoro. E dobbiamo portare i nostri rapporti interregionali a un livello europeo. Inoltre ci vorrebbe un assessorato regionale dedicato, specifico per le problematiche legate alle minoranze. Potremmo coniare lo slogan: “Più Regione nella nostra minoranza, più minoranza nella nostra Regione”». 

Walter Bandelj, presidente della Confederazione delle organizzazioni slovene (Sso), ha sostenuto che «è importante che la comunità slovena risponda al problema della tutela non solo chiedendo l’applicazione delle leggi, ma anche avanzando delle proposte. Ci sono tante sfide che vanno affrontate ma anche opportunità, e bisogna avere ben chiaro come le si vuole realizzare, in quale quadro normativo». 

Per Gabrovec, intervenuto in conclusione dei lavori, «abbiamo sentito, discusso, approfondito, individuato, ora dobbiamo assumerci le conseguenti responsabilità e avere il coraggio di apportare le modifiche che sono emerse e che potranno portare la tutela della minoranza slovena a un livello sempre maggiore di efficacia. Qualcuno ha lamentato una non eccessiva partecipazione – ha aggiunto Gabrovec – ma il dato numerico non deve far passare in secondo piano quello più importante, ossia che la Conferenza si è sviluppata con una platea importante, attenta, di qualità, e gli interventi che si sono succeduti ne sono la prova».