L’andamento climatico ha determinato il calo in Veneto di oltre il 45% della produzione rispetto al 2016,mentre il Emilia Romagna il calo si limita al 10%
CSO Italy ha realizzato un primo aggiornamento della situazione produttiva italiana del kiwi per la stagione 2017/2018. Già in fase previsionale era stata delineata un’offerta deficitaria dovuta soprattutto alle forti gelate che hanno interessato gran parte del Nord Italia, ma anche un’importante regione come il Lazio. Non è stato inoltre trascurabile in alcune aree il danno procurato dalla diffusione dell’asfissia radicale, così come gli effetti della prolungata siccità estiva.
Le più recenti verifiche effettuate vedono rispetto alle previsioni un calo produttivo ancor più consistente. In Veneto l’offerta è stimata inferiore di oltre il 45% rispetto al 2016; in Emilia Romagna, dove soprattutto la siccità estiva ha ostacolato il regolare sviluppo dei frutti, attualmente la produzione sembra attestarsi attorno ad un -10% sul 2016, rispetto alla prima stima che vedeva una produzione più simile all’anno passato. Si conferma poi un forte danno da gelo in Piemonte che porta il calo produttivo più prossimo al -30%, così come in Lazio, dove ci si attende una flessione importante, che confermerebbe il -30% sul 2016.
Le produzioni del Sud Italia, che si presentano quest’anno più vicine alla norma dopo il deficit produttivo del 2016, sembrano compensare solo in parte le forti perdite nelle regioni del centro nord Italia. Sono ancora in corso diverse verifiche in alcune importanti regioni, ma l’attualizzazione delle stime produttive ad oggi porta a quantificare un calo produttivo a livello nazionale superiore al 20% rispetto all’anno precedente.
E’ importante considerare che già lo scorso anno la produzione italiana di kiwi verde era stata deficitaria, ponendosi sul livello più basso dell’ultimo quadriennio. Il livello produttivo di kiwi verde previsto per quest’anno andrebbe a porsi sul -40% rispetto alla media del quadriennio 2013-2016 e addirittura sul -50% rispetto al potenziale che il nostro paese è in grado di esprimere, così come è successo nel 2015.
Sarà quindi interessante valutare i dati definitivi, che saranno disponibili entro i primissimi giorni del mese di dicembre e soprattutto verificare la situazione delle giacenze al 30 novembre che, considerato il buon posizionamento del mercato di questo avvio di campagna, aiutato anche dalla minor presenza sui mercati del prodotto proveniente dall’Emisfero Sud, potrebbero mettere in evidenza un ritmo di vendita ancor più attivo di quello degli anni passati.