Si lavora per favorire l’export, oltre a kiwi ed agrumi, anche di pere e mele italiane
Ha aperto con il pieno di pubblico la prima edizione di Mac Fruit Attraction China, ospitata fino a venerdì 24 novembre al Convention and Exhibition Centre di Shanghai nell’ambito di Horti Cina.
La prima giornata della fiera nata dalla collaborazione fra Cesena Fiere e la spagnola Ifema, ha registrato una grande affluenza di pubblico professionale interessato alle proposte del mondo ortofrutticolo italiano. Ospita una trentina di aziende in rappresentanza della filiera ortofrutticola italiana.
Ad oggi, solo kiwi, e di recente gli agrumi italiani, possono entrare in Cina, da tempo si sta lavorando per l’ingresso di pere e mele ipotizzando grandi margini di crescita. Nel 2016 il valore delle esportazioni di prodotti ortofrutticoli verso la Cina è stato pari a 27 milioni di euro, in crescita del 12,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il quadro di insieme però parla di una Cina che importa dieci volte l’export italiano. Lo scorso anno il valore delle importazioni in Italia di prodotti ortofrutticoli dalla Repubblica Popolare Cinese è stato pari a 132 milioni di euro, in leggero calo (-3,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
«Siamo di fronte – ha detto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, presente all’inaugurazione di Macfrut Attraction China nell’ambito della missione istituzionale della Regione di questi giorni in Cina – a un comparto leader dell’agroalimentare emiliano-romagnolo ed europeo che sta dimostrando la propria capacità di fare sistema dalla terra alla tavola. L’export rappresenta una voce sempre più importante per la nostra regione, ma oggi per vincere sui mercati globali occorre saper fare squadra. Cesena Fiere lo sta facendo, come dimostra anche l’alleanza presentata sempre qui in Cina con Cibus Parma».
Il presidente di CSO Italy Paolo Bruni, ha messo in evidenza il peso quantitativo e la qualità delle principali specie frutticole italiane nel mondo promosse attraverso il progetto “Freshness from Europe”. Un progetto che vede la Cina tra i paesi target delle attività insieme a Usa, Canada, Emirati Arabi Uniti e Giappone e che coinvolge imprese associate a CSO Italy che insieme rappresentano il 60% dell’ortofrutta italiana.
L’Italia produce complessivamente circa 17 milioni di tonnellate di ortofrutta annua di cui 7 milioni di frutta e 3 milioni di agrumi. Esporta circa 3,9 milioni di tonnellate di ortofrutta di cui circa 2,7 milioni di frutta e 300.000 tonnellate di agrumi. E’ primo paese produttore europeo di mele, kiwi e pere e secondo per gli agrumi. Una posizione di grande rilievo nel mondo in termini quantitativi, che si va ad affiancare agli aspetti qualitativi e salutistici dell’offerta che vede l’Italia ancora una volta leader in Europa per la produzione integrata e biologica.
«Il “Made in Italy” ortofrutticolo – dichiara Bruni – è rappresentato in Cina, per ora, da Kiwi e agrumi, ma stiamo già lavorando per aprire alle pere che sono un vero fiore all’occhiello della frutticoltura italiana. Abbiamo colto l’occasione di questa missione in Cina con la Regione Emilia Romagna per presentare alle massime autorità del ministero dell’Agricoltura cinese un dossier dedicato alla pera di cui ho approfondito le tematiche più stringenti nella conferenza stampa, nella quale come CSO Italy ho messo in evidenza i valori e l’importanza della pera italiana e quanto si sta facendo per poter finalmente aprire gli scambi commerciali con questo Paese, registrando grande interesse da parte dei giornalisti presenti. Data l’elevata richiesta – conclude Bruni – ci auguriamo che, con un buon lavoro di squadra, si concluda il prima possibile l’iter di apertura del mercato e che anche i consumatori cinesi possano apprezzare le caratteristiche uniche delle diverse varietà di pere italiane».