Sanità Emilia Romagna: per i vertici delle Ausl nel 2016 spesi 2,2 milioni

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Gibertoni: «serve una sforbiciata ai compensi, azzerare almeno i premi»

logo aziende sanitarie emilia romagna ausl«Più di 2,2 milioni di euro: è la cifra che la Regione Emilia-Romagna ha sborsato nel 2016 per gli stipendi e i premi dei 14 direttori generali della sanità». Lo rende noto la consigliera regionale Giulia Gibertoni (M5s) in una nota, diffusa dopo aver ricevuto risposta a una interrogazione dei mesi scorsi sui compensi dei direttori generali di Ausl e aziende ospedaliere-universitarie.

«I numeri forniti – prosegue Gibertoni – confermano quello che sosteniamo da tempo: i dirigenti della nostra sanità guadagnano più delle cariche di vertice della Regione e Governo. Non è accettabile, né comprensibile, che un direttore generale di Ausl guadagni all’anno più del presidente del Consiglio o del presidente della Regione. Serve una netta sforbiciata». 

La spesa 2016 che riporta è di 2.266.777 euro (di cui quasi 180.000 euro destinati ai premi di risultato). Tra i più pagati Chiara Gibertoni, direttore generale dell’Ausl di Bologna (169.191 euro), Massimo Annicchiarico (dg Ausl Modena, 168.881 euro), Marcello Tonini (Ausl Romagna, 168.865). Ultimo Andrea Rossi, dg dell’Ausl di Imola, con 156.655 euro. L’esponente pentastellato sostiene la necessità di «azzerare fin da subito i premi» ma riferisce che l’assessore regionale al bilancio Emma Petitti, rispondendo all’interrogazione, ha respinto l’ipotesi di riduzioni per non «svilire il ruolo di responsabilità complessiva aziendale in un settore, quello sanitario, a diretto contatto con i cittadini». Inoltre, rileva, «la Giunta dice di non poter intervenire unilateralmente perché il compenso è previsto da una legge», ma, ribadisce Gibertoni, «ci risulta che altre Regioni abbiano raggiunto questo risultato da tempo, come Toscana e Veneto». Gibertoni punta il dito anche contro l’assessore regionale alla sanità, Sergio Venturi, «che al momento dell’insediamento in Regione ha scelto di mantenere il livello retributivo di quando lavorava all’Ausl di Modena». 

Una soluzione potrebbe essere l’accorpamento a livello amministrativo delle singole Ausl in un’unica realtà amministrativa, con vertici unitari così come si sta facendo nel Veneto.