Le organizzazioni contadine dell’Sudtirolo, Tirolo e Baviera discutono dei pericoli e delle opportunità dei social media nella vita di un’associazione
Le organizzazioni contadine dell’Sudtirolo, Tirolo e Baviera si sono incontrate a Naz-Sciaves in provincia di Bolzano per discutere i pericoli e le opportunità dei social media nel lavoro di un’associazione. Ci sono molti vantaggi, ma anche alcuni svantaggi legati a loro uso.
«Non si tratta della domanda sul perché si utilizzano i social media durante il lavoro all’associazione ma su come li si utilizza», ha detto la presidente dell’Associazione delle Donne Coltivatrici Sudtirolesi, Hiltraud Erschbamer, che ha ospitato l’incontro a Naz-Sciaves.
L’esperto di social media Stefan Plaschke ne ha parlato in modo più dettagliato: «un’organizzazione deve sapere quali canali e social media utilizzano i suoi utenti e, allo stesso tempo, tenere conto di quale valore aggiunto possono offrire i social media agli interessati». Per creare o ampliare il posizionamento esterno dell’associazione e dei suoi servizi in modo professionale ci vogliono però tante risorse.
Bernhard Christanell, esperto di social media dell’Unione Agricoltori e Coltivatori Diretti Sudtirolesi, ha parlato di quanto lavoro, pazienza e creatività ci vuole per essere presenti sui diversi social media: «nessuno aspetta finché possa diventare fan di una pagina di facebook. La concorrenza è grande e spesso porta anche ai giochi ingiusti».
Francesco Campisi e Ivo Plotheger della polizia postale hanno parlato di questi pericoli: «la falla nella sicurezza in rete è l’uomo. Internet non è sicuro al 100%». Ad esempio, le password con lettere, numeri e caratteri speciali possono proteggere contro gli hacker. Gli acquisti online invece potrebbero essere effettuati tramite Pay Pal. «Anche se l’utilizzo di social media è gratuito, questo non significa però che essi non hanno un prezzo da pagare. Paghiamo con i nostri dati, sacrificando la nostra privacy», avvisano i due agenti di polizia. Soprattutto i bambini non sono in grado di valutare il pericolo insito nei social media.
Roland Turk, presidente del Comitato provinciale per le comunicazioni, ha parlato della promozione dell’alfabetizzazione mediatica tra gli adolescenti: «fissare le regole sull’utilizzo dello smartphone, ad esempio i tempi fissi di navigare nell’internet, può aiutare tanto. Inoltre, i media non dovrebbero essere solo consumati, ma utilizzati».
«Non è la tecnologia che cambia il mondo, ma l’uomo che la usa»: con questa citazione di Sacha Lobo, Barbara Weis, direttrice dell’ufficio Film e media della provincia di Bolzano, ha invitato i presidenti delle tre organizzazioni contadine a utilizzare coscientemente i nuovi media. «In media – afferma Weis – guardiamo il nostro smartphone circa 214 volte al giorno. Viviamo nei tempi di una rivoluzione digitale che solleva una nuova domanda: quanta forza e quale valore vogliamo dare a questi media? Quale importanza ha per me la mia vita privata? E il contatto diretto con le persone?”